Addio alla neutralità della rete, negli USA anche Apple si oppone alla FCC

Nella giornata di ieri, la FCC ha votato per abrogare il principio della neutralità della rete fortemente voluto dall’ex presidente Obama. Una decisione storica, che getta dubbi sul futuro democratico del web almeno negli USA, come confermato dalla stessa Apple.

La neutralità della rete è un principio che doveva essere rispettato negli USA da coloro che forniscono accesso a Internet. Una rete viene definita “neutrale” quando è priva di restrizioni arbitrarie sui dispositivi connessi e sul modo in cui essi operano. Quindi, in base al principio di neutralità, gli internet provider non possono di proposito bloccare, rallentare o fare pagare differentemente l’accesso ai dati.

Con la fine di questo principio, ora negli USA i vari provider possono rallentare l’accesso ai dati alle aziende che pagano di meno e, viceversa, offrire velocità maggiori a chi paga di più. La norma non riguarda direttamente l’utente finale, ma soltanto le aziende che operano online. Chiaramente, ci saranno anche ripercussioni sui consumatori, visto che si rischia di avere prezzi più alti o rallentamenti di servizi fino ad oggi utilizzati normalmente.

Apple ha sempre difeso la neutralità della rete e si è opposta fortemente alla sua abolizione. In una lettera inviata alla FCC alcuni mesi fa, Apple spiegava che “un internet aperto garantisce che centinaia di milioni di consumatori ottengano l’esperienza che desiderano, tramite le connessioni a banda larga che scelgono, per utilizzare i dispositivi che amano e che ormai fanno parte della loro vita. Quello che i consumatori fanno con questi dispositivi dipende da loro, non da Apple e non dai fornitori della banda larga”.  

Se questa decisione non verrà annullata dai giudici o da manovre politiche, l’abrogazione della neutralità della rete negli USA da parte della FCC potrebbe in teoria permettere ai fornitori di servizi internet di bloccare, accelerare, frenare o dare priorità al traffico come meglio credono. Parlando di Apple, l’azienda ha necessità di garantire la massima qualità dei servizi offerti, a partire da App Store, passando per iTunes, iCloud e Apple Music.

Già in passato, Apple ha dovuto combattere con i provider che bloccavano determinati servizi. Alcuni anni fa, ad esempio, AT&T bloccava FaceTime sulle proprie reti a meno che gli utenti non avessero sottoscritto un particolare piano.

E’ molto probabile che Apple ora sia preoccupata del fatto che i concorrenti possano firmare accordi con i vari ISP o che gli stessi ISP preferiscano dare priorità ai loro servizi. Ad esempio, se Comcast decidesse di dare priorità al proprio traffico di streaming TV, questa scelta potrebbe alterare in negativo la velocità dei contenuti video offerti da Apple su iTunes o tramite Apple Music.

Inoltre, questa decisione rischia anche di frenare investimenti futuri e la creazione di nuovi servizi, visto che le aziende avranno più difficoltà a rischiare il proprio denaro su un qualcosa che potrebbe essere poi rallentato artificialmente dai provider.

Ad esempio, Apple sta realizzando la propria piattaforma di guida automatica che, chiaramente, ha bisogno anche di un’elevata velocità 4G/5G per funzionare. Senza la neutralità della rete, Apple potrebbe ritrovarsi ad aver speso milioni di dollari per distribuire un qualcosa che funziona male o che è inutilizzabile, solo perchà gli ISP hanno deciso in questo modo.

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