Apple, Google e IBM contro il sistema cinese che non protegge le proprietà intellettuali

Un trade group che rappresenta delle importanti aziende tecnologiche degli Stati Uniti, tra le quali Apple, Google e IBM, ha criticato formalmente i regolamenti cinesi in materia di protezione delle proprietà intellettuali.

Durante la International Trade Commission, i rappresentanti di questo importante gruppo hanno affermato che le regole vigenti in Cina aiutano e facilitano il furto delle proprietà intellettuali.

Erin Ennis, vice-presidente del Consiglio degli affari USA-Cina, ha dichiarato che le regolamentazioni cinesi per gli investimenti esteri richiedono ad alcune società di trasferire le proprietà intellettuali delle varie tecnologie ad entità del paese. Queste regole vengono spesso applicate come condizioni necessaria per fare affari in Cina e portano ad una serie di “oneri irragionevoli e discriminatori” alle imprese americane.  Secondo Ennis, tali requisiti di trasferimento rappresentano una “preoccupazione elevata delle aziende americane che operano nei settori chiave, dato che spesso devono fare delle scelte complicate sulla gestione di un compromesso tra la condivisione di una tecnologia e l’accesso alla seconda economia più grande del mondo“.

Ad oggi, circa un terzo delle aziende americane ha ricevuto la richiesta di trasferire le relative tecnologie a realtà cinesi, in conformità con le leggi locali.

Ennis, e il gruppo formato anche da Apple, Google e Microsoft, chiedono quindi al governo cinese di rivedere queste norme per facilitare e aumentare gli affari con le più importanti imprese degli Stati Uniti.

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