Apple rischia di dover affrontare una nuova Class Action negli Stati Uniti, questa volta collegata al servizio di sostituzione degli iPhone portati in assistenza tramite il servizio AppleCare+.
I legali che hanno presentato questa Class Action prendono di mira gli iPhone ricondizionati: con il servizio AppleCare+, l’azienda afferma che i dispositivi portati in riparazione saranno sostituiti da iPhone ricondizionati, “equivalenti a quelli nuovi in termini di prestazioni e affidabilità“. Secondo l’accusa, però, “un’unità di seconda mano, che è stata modificata per apparire come nuova, non può essere considerata equivalente in termini di durata e prestazioni ad un dispositivo nuovo”.
I vari firmatari della Class Action hanno presentato quindi dei vari e propri casi concreti in cui iPhone ricondizionati hanno funzionato in modo altalenante o hanno avuto diversi problemi.
Ora bisogna capire come il giudice interpreterà quel “equivalente in termini di prestazioni e affidabilità” garantito da Apple: se i dispositivi ricondizionati verranno reputati dal tribunale come non idonei a soddisfare questi requisiti, allora il rischio per Apple è che la Class Action venga portata davanti alla Corte.
Apple dà spesso la possibilità di sostituire i singoli pezzi danneggiati, ma spesso occorrono dai 7 ai 10 giorni prima che l’iPhone venga riparato. Per questo motivo, molti utenti optano per la sostituzione in loco con un iPhone ricondizionato, soprattutto se hanno a disposizione un backup recente.