Samsung porta i suoi testimoni per spiegare l’inutilità dei brevetti Apple

Nel corso del processo contro Apple, Samsung ha proseguito la sua difesa chiamando sul banco dei testimoni una serie di esperti che hanno dichiarato come i brevetti Apple non sarebbero dovuti essere approvati e che, in ogni caso, non trovano applicazione nei dispositivi Samsung.

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Malgrado tutte le prove e le testimonianze portate da Apple, la strategia difensiva di Samsung è quella di negare tutto, facendo leva su dichiarazioni di alcuni esperti che hanno definito i brevetti Apple come invenzioni che non dovevano essere registrate dagli uffici addetti e che, comunque, non sono stati ripresi da Samsung. Per gli esperti in questione, la richiesta di 2,19 miliardi di dollari presentata da Apple è irrilevante e non rappresenta il reale valore di questi brevetti.

Tra i vari testimoni scelti da Samsung troviamo il professore di informatica al MIT Martin Rinard e il fondatore di Internet Archive Brewster Khale. Entrambi hanno parlato dell’irrilevanza del brevetto sullo “slide-to-unlock“. Dai documenti emerge che Rinard ha ricevuto compenso di 800.000$ per analizzare il processo e testimoniare. Secondo Rinard, l’ufficio brevetti non aveva le informazioni sufficienti per prendere una corretta decisione ed invalidare questo brevetto. Anche altri testimoni hanno parlato dello “slide-to-unlock”, affermando che il gesto dello slide è comune a molte interfacce utente di altri dispositivi, e non ne è chiara l’origine: insomma, malgrado sia stato l’iPhone a rendere questo gesto famoso, lo slide-to-unlock sarebbe esistito da tempo…

Un altro testimone è Chapel Hill della North Caroline University, il quale ha testimoniato sui “quick link”, la funzione introdotta da iOS che riconosce il testo e lo rende cliccabile quando si tratta di numeri di telefono, date, indirizzi e-mail e così via. Secondo Hill, il brevetto utilizza un sistema basato su server per identificare i punti dati e trasformarli in documenti digitali, mentre Samsung esegue un processo simile ma completamente in-app, quindi in modo diverso rispetto al brevetto incriminato.

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