TikTok cambia padrone negli USA: ecco chi controllerà l’app dal 2026

Dopo anni di controversie politiche e legali, la vendita di TikTok USA sta per essere finalizzata il 22 gennaio 2026.

trump tiktok

Dopo anni di discussioni politiche, battaglie legali e negoziazioni protratte tra Washington e Pechino, la vendita di TikTok negli Stati Uniti sembra finalmente giunta alla sua conclusione.

La lunga storia di pressioni governative, scadenze prorogate e dubbi legali cominciata nel 2020 sotto l’amministrazione Trump, approdata nel 2024 con la legge divest-or-ban firmata da Biden e continuata nel 2025 tra estensioni e tentativi di accordi intermedi, sta per vedere il suo epilogo. Secondo quanto riportato da Axios e confermato da un memo interno del CEO di TikTok, la chiusura dell’accordo è prevista per il 22 gennaio 2026.

Questa transazione rappresenta un punto di svolta non solo per TikTok, ma per tutto il modo in cui le piattaforme tecnologiche internazionali vengono regolate e strutturate negli Stati Uniti. Il nuovo assetto, infatti, non è semplicemente una vendita di quote societarie: è l’esito di una pressione normativa e politica durata oltre cinque anni, con implicazioni che vanno ben oltre il futuro di una singola app di social media.

Come sarà strutturata la società TikTok negli Stati Uniti

Secondo le informazioni ottenute da The Hollywood Reporter e riprese dalle principali testate internazionali, l’operazione darà vita a una nuova entità denominata TikTok USDS Joint Venture LLC. La società sarà controllata da tre investitori principali: Oracle Corporation, uno dei colossi tecnologici americani con esperienza consolidata nella gestione di grandi infrastrutture dati, Silver Lake, il fondo di private equity americano attivo nel settore tech, ed MGX, un fondo di  investimento con base ad Abu Dhabi.

Insieme questi tre soggetti deterranno il 45 percento della nuova entità, con un ulteriore 5 percento attribuito ad altri investitori. Tra gli azionisti resteranno coinvolti anche alcuni affiliati di investitori esistenti di ByteDance con 30,1 percento, mentre ByteDance, la società madre cinese, manterrà il 19,9 percento delle quote.

Una caratteristica chiave dell’accordo riguarda la tecnologia di raccomandazione dei contenuti. TikTok ha annunciato che l’algoritmo di raccomandazione per gli utenti USA sarà riaddestrato utilizzando esclusivamente dati generati negli Stati Uniti, in un tentativo dichiarato di garantire che il feed sia libero da manipolazioni esterne e conforme alle normative di sicurezza e privacy statunitensi. Oracle avrà un ruolo centrale nella supervisione della protezione dei dati all’interno della nuova struttura societaria.

Le fasi di una vicenda iniziata nel 2020

Per comprendere l’importanza di questa transazione, è utile ripercorrere brevemente i principali passaggi che hanno caratterizzato la saga della vendita di TikTok negli Stati Uniti:

  • 2020: l’amministrazione Trump annuncia le sue intenzioni di limitare o proibire l’app sotto la normativa sulla sicurezza nazionale, accusando ByteDance di potenziali rischi legati alla condivisione dei dati con il governo cinese.
  • 2024: viene approvata la legge divest-or-ban, che impone alle società con capitale estero di separare le operazioni americane se ritenute una minaccia per la sicurezza.
  • 2025: si susseguono estensioni di termini, tentativi di accordi con varie controparti e continui rinvii, con un dibattito politico sempre più acceso.
  • Dicembre 2025: il CEO di TikTok, Shou Chew, comunica internamente ai dipendenti la sostanziale conclusione del processo di vendita, con chiusura fissata per 22 gennaio 2026.

Questa lunga odissea ha riflesso non solo le tensioni tra Stati Uniti e Cina, ma anche un crescente dibattito globale sulla governance dei dati digitali, sulla protezione della privacy degli utenti e sulla sovranità tecnologica delle nazioni.

Perché l’accordo è significativo per il futuro delle piattaforme digitali

La finalizzazione di questa operazione pone diversi interrogativi sul futuro della regolamentazione delle piattaforme digitali internazionali. Alcuni aspetti chiave da considerare:

  • Sovranità dei dati: il riaddestramento dell’algoritmo con dati americani riconfigura l’idea di algoritmo “locale”, una tendenza che potrebbe estendersi ad altre piattaforme sotto scrutinio normativo.
  • Ruolo degli investitori strategici: la presenza di Oracle e Silver Lake non è casuale. Entrambe le società portano competenze specifiche, in particolare nel trattamento dei dati e nella governance tecnologica, elementi centrali per rispondere alle preoccupazioni normative.
  • Presenza di capitale statale estero: l’ingresso di MGX nel capitale solleva ulteriori considerazioni sulle dinamiche di investimento internazionale e sul modo in cui vengono regolati i flussi di capitale tra entità statali e private.
  • Precedenti regolamentari: la chiusura dell’accordo potrebbe creare un precedente per altre piattaforme internazionali sotto osservazione normativa, in un quadro globale dove le leggi sulla protezione dei dati e sulla concorrenza stanno diventando sempre più stringenti.

In altre parole, la vendita di TikTok USA è molto più di un semplice cambio di proprietà. È un tassello di un mosaico molto più ampio che riguarda come i paesi affrontano il rapporto tra grandi piattaforme tecnologiche, dati degli utenti e sicurezza nazionale.

Uno degli elementi più discussi dell’accordo riguarda proprio la gestione dell’algoritmo di raccomandazione. TikTok, come molte altre piattaforme social, basa gran parte del proprio successo su un feed estremamente personalizzato, generato attraverso tecniche di machine learning che analizzano comportamenti, preferenze e interazioni degli utenti.

Il nuovo modello organizzativo prevede che l’algoritmo utilizzato negli Stati Uniti sia riaddestrato esclusivamente su dati generati da utenti statunitensi. Questa scelta nasce da due esigenze: soddisfare i requisiti normativi statunitensi in materia di protezione dei dati e prevenire percezioni di manipolazione o influenza esterna. Oracle avrà un ruolo chiave nel supervisionare questo processo e garantire che la gestione dei dati rispetti pienamente le leggi locali.

Questa stessa preoccupazione è stata al centro di molte audizioni pubbliche e dibattiti politici negli Stati Uniti, dove alcuni legislatori hanno espresso timori per l’uso dei dati e delle infrastrutture tecnologiche da parte di governi stranieri. La creazione di un algoritmo “locale” può essere letta quindi come una risposta tecnica e politica volta a rassicurare regolatori e pubblico.

Reazioni del mondo tech e prospettive future

Le reazioni di analisti e osservatori non si sono fatte attendere. Molti esperti sottolineano che l’accordo rappresenta un compromesso tra esigenze di sicurezza e la volontà di evitare una situazione estrema come il ban totale dell’app. Altri invece osservano che la nuova configurazione societaria, pur mantenendo una quota di partecipazione di ByteDance, riduce significativamente il controllo diretto della casa madre cinese sulle operazioni statunitensi.

Per alcuni analisti, questa transazione potrebbe diventare un modello anche per altre piattaforme globali sotto scrutinio regolamentare, indicando una via possibile per conciliare interessi commerciali, normative nazionali e libertà digitale.

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