
Carl Pei, CEO e fondatore di Nothing Technology, ha rilasciato un’intervista che non è passata inosservata.
Intervistato da Wired, ha criticato apertamente Apple, accusandola di aver perso la creatività che la rese grande, e ha proposto una visione radicale per il futuro degli smartphone: una sola app, il sistema operativo stesso, che conosce l’utente e agisce in autonomia.
Pei non è un nome qualunque nel settore. Il suo background nasce da OnePlus, ed è oggi a capo di Nothing, startup britannica che ha tra i suoi investitori anche Tony Fadell, “padre dell’iPod”. Eppure, nonostante l’ammirazione per la Apple dei tempi di Jobs, oggi la sua opinione è chiara: “La Apple di oggi è molto diversa da quella che mi ha ispirato. Le aziende che un tempo erano creative sono diventate troppo grandi e troppo aziendali. Non ispirano più i giovani.”
Nel mirino c’è anche Apple Intelligence, presentata nel 2024 con grande enfasi e – secondo Pei – concretizzatasi solo in emoji generate automaticamente e poco altro. Un “grande racconto” senza reale impatto, che ha alimentato scetticismo tra i consumatori.
Se Apple si è, a detta di Pei, seduta sugli allori, Nothing guarda avanti. E il futuro che immagina è decisamente futurista. Secondo il CEO, nei prossimi 7-10 anni le app scompariranno, e tutto passerà attraverso un unico sistema operativo intelligente: “Il telefono avrà una sola app: il sistema operativo. L’OS conoscerà l’utente, sarà ottimizzato per lui. Non dovrai più decidere cosa fare: sarà il sistema a proportelo, o addirittura a farlo.”
In pratica: un mix tra personalizzazione, automazione e agentività AI. Niente più lista infinita di app, tap manuali o ricerche. Il telefono saprà dove sei, che ore sono, cosa hai in agenda, e agirà di conseguenza.
Pei lo chiama un approccio “proattivo e agentico”. E lo vede come naturale evoluzione dell’attuale personalizzazione data-driven. Prima la personalizzazione, poi l’automazione.
Pei è consapevole del fatto che il pubblico non è ancora pronto per un salto simile. Anzi, lo ammette con sincerità: “Se oggi dicessimo di aver eliminato tutte le app, nessuno comprerebbe il prodotto. Dobbiamo procedere per gradi, iterare, ascoltare, adattare.”
Secondo lui, serviranno almeno 7-10 anni per vedere questa visione prendere piede. Gli utenti sono ancora troppo legati all’esperienza “classica”, e ci vorrà tempo per trasformare il rapporto tra persone e dispositivi.