Dopo aver deciso che la denuncia australiana di Epic Games contro Apple può andare avanti, oggi la Corte federale del paese ha fissato una data di inizio del processo.

Il giudice Nye Perram, dopo aver ascoltato le argomentazioni di entrambe le parti durante un’udienza tenutasi nelle scorse ore, ha affermato di non voler ritardare ulteriormente il procedimento.
Ad aprile, il giudice Perram aveva concesso ad Apple una sospensione di tre mesi mentre il tribunale attendeva l’esito del caso parallelo di Epic negli Stati Uniti. Quattro mesi prima, Apple aveva presentato una mozione per archiviare il caso australiano perché presso il tribunale della California erano state presentate richieste quasi identiche. Questa mozione è stata respinta.
Come negli Stati Uniti, Epic chiede maggiori libertà su App Store con la possibilità per gli sviluppatori di offrire sistemi di pagamento alternativi e di poter distribuire le app su altre piattaforme compatibili con iOS.
Il processo australiano tra Epic e Apple inizierà a novembre 2022.
Intanto, le e-mail scoperte durante la causa Epic contro Apple hanno rivelato che il responsabile marketing di Epic ha lanciato e infine finanziato la creazione della Coalition for App Fairness come strumento per avere maggiore copertura sulla stampa e raccogliere supporto per la sua causa. Nell’e-mail, Matt Weissinger spiegava che agli occhi dell’opinione pubblica Epic poteva risultare antipatica, per cui bisognava creare una coalizione che includesse altri sviluppatori e far apparire Apple come il “nemico”.
La Coalition for App Fairness guidata ora da Spotify smentisce queste voci e afferma che Epic ha un solo voto nel consiglio di amministrazione e che la causa contro Apple è solo una delle tante attività monitorate dal gruppo. I documenti pubblici però sembrano dire il contrario.