Come riportato da Bloomberg, proprio nel bel mezzo della battaglia legale contro Apple, Qualcomm ha iniziato a tagliare posti di lavoro per ridurre i costi. La notizia è stata confermata anche dalla stessa Qualcomm.
Con il taglio dei posti di lavoro, Qualcomm mira a ridurre i costi di circa 1 miliardo di dollari. Non è chiaro quanti dipendenti saranno licenziati, ma si parla comunque di cifre importanti. Di certo, i guadagni di Qualcomm hanno subito un duro colpo da quando è iniziata la causa legale con Apple, non solo per le spese legali vere e proprio, ma anche per il fatto che di fatto non riceve più royalty dall’azienda di Cupertino. Questo ha portato un calo del 90% dei profitti nel 2017.
Da quando è iniziata la causa legale, infatti, Apple e i suoi fornitori trattengono gran parte delle royalty che prima erano pagate a Qualcomm. Inoltre, l’azienda di Cupertino sta per abbandonare del tutto Qualcomm per la fornitura dei chip baseband, che già da quest’anno saranno prodotti esclusivamente da Intel e MediaTek.
Qualcomm fa sapere che la riduzione dei posti di lavoro rientra in un piano di tagli dei costi già annunciato a gennaio.
Qualcomm e Apple sono da mesi protagoniste di una dura battaglia legale. Tutto è iniziato con una denuncia da parte di Apple, nella quale si affermava che Qualcomm aveva richiesto pagamenti per royalties di brevetti di cui non deteneva alcun diritto, arrivando a chiedere fino ad 1 miliardo di dollari per assicurare le forniture dei processori baseband degli iPhone. In totale, Qualcomm avrebbe “estorto” ad Apple 1 miliardo di dollari, che ora l’azienda richiede nella querela presentata nei mesi scorsi. Apple accusa Qualcomm anche di aver illecitamente aumentato i prezzi rispetto alla concorrenza, giocando proprio sulle non veritiere – dice Apple – royalties. In pratica, per gli avvocati di Apple, Qualcomm ha usato il suo “potere di monopolio” per non rispettare gli impegni FRAND (quelli che obbligano a concedere alcuni brevetti considerati standard del settore in modo equo, ragionevole e non discriminatorio) , facendo quindi pagare royalties molto più alte. La contro querela presentata da Qualcomm nega queste accuse e parla di semplice volontà dell’azienda di Cupertino di avere minori costi di licenza..