“Error 53”, in Australia nuova causa contro Apple

La Australian Competition and Consumer Commission ha avviato una causa federale contro Apple, rea di aver utilizzato pratiche scorrette in tema di riparazione e garanzia per quanto riguarda il famigerato Error 53.

La ACCC spiega che Apple ha reso completamente inutili un gran numero di dispositivi tramite un aggiornamento software rilasciato a febbraio 2016. Come saprete, l’errore 53 compariva su quei dispositivi il cui Touch ID era stato sostituito con componenti non ufficiali. Chi aveva fatto sostituire il Touch ID (ma, pare, anche qualche altro componente hardware) sull’iPhone da parte di centri non autorizzati rischiavadi ritrovarsi con il dispositivo bloccato non appena effettuava l’aggiornamento all’ultima versione di iOS rilasciata 12 mesi fa. L’errore 53 rende l’iPhone praticamente inutilizzabile.

La commissione australiana ritiene che i clienti hanno sempre diritto ad utilizzare i propri dispositivi come credono e a farli riparare anche fuori dai canali ufficiali, senza che questo comporti l’impossibilità di utilizzare il dispositivo. Apple deve quindi garantire una riparazione gratuita e in garanzia in caso di presenza dell’Error 53. Per la ACCC, quindi, la riparazione eseguita da terzi non significa che Apple ha il diritto di rifiutare qualsiasi tipo di riparazione su quel terminale:

Negare al consumatore il diritto alla garanzia e alla riparazione, semplicemente perchè aveva scelto un riparatore terzo, non è consentito dalle leggi australiane. Nessuna azienda può dissuadere i clienti nel fare scelte libere su come e dove far riparare un dispositivo, soprattutto se tali riparazioni possono avere un costo inferiore rispetto a quelle “ufficiali”

La ACCC chiede quindi sanzioni pecuniarie contro Apple, oltre ad una dichiarazione di conformità e una comunicazione correttiva che l’azienda dovrà pubblicare sul proprio sito. Apple aveva spiegato che quell’errore compariva per motivi di sicurezza, dato che Touch ID non ufficiali avrebbero potuto consentire a terzi di accedere all’iPhone riparato. Questo, però, non sembra aver convito le autorità australiane.

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