Un interessante articolo cerca di spiegare un fenomeno che riguarda tutti i geni a capo di un’azienda o comunque di un gruppo di persone: l’amore e l’apprezzamento incondizionato dei loro dipendenti, malgrado le maniera non proprio “apprezzabili”. E protagonista dell’analisi è stato proprio Steve Jobs.

Chiunque abbia letto qualche notizia su Steve Jobs, saprà che come capo non è certo dei più buoni: è esigente al massimo, fa tremare i suoi dipendenti, viene descritto come “orco cattivo” difficile da accontentare e mette in difficoltà i suoi colleghi. Ma se tutto questo è vero, come mai i suoi dipendenti lo adorano?
Alcuni esperti hanno cercato di spiegarlo. Ecco cosa dice Scott Dunlap, vice presidente di JiWire:
Ho avuto l’opportunità di lavorare per e con un numero di visionari che molti considererebbero “stronzi” quando gestivano l’enorme crescita dei motori di ricerca – Marc Andreessen, Steve Blank, Mike Homer (Netscape), Larry Ellison, ecc. Penso che ciò derivi dal dono e dalla maledizione di essere grandi visionari. Finchè non avete lavorato con una di queste persone è difficile da spiegare, ma ci proverò. Il dono/maledizione del visionario è che può vedere il futuro così chiaramente come vedono il presente. Steve Jobs aveva un iPad virtuale nelle sue mani prima ancora che fosse possibile e ha probabilmente sognato le animazioni in stile Toy Story una buona decade prima che Pixar assemblasse il proprio primo prototipo. Ha visto entrambi con tale chiarezza che DOVEVANO essere creati. Così si è circondato delle persone più intelligenti che potesse trovare e questi si sono confrontati con la realtà per fare in modo che accadesse. Ci sono andati vicino, sempre più vicino fino a che Steve poteva sentirlo…Ma tutta questa realtà crea discussioni, ritardi, ecc. Potete immaginare quanto frustrante sia avere il prodotto così chiaro in mente da averlo usato la notte precedente?
Antone Johnsonn, avvocato di MySpace:
La gente sceglie di lavorare per gli stronzi in qualsiasi momento se si tratta di brillanti creatori, innovatori o leader, nonostante lavorare per costoro possa cambiare la vita. Sto parlando di quelli che si possono definire “geni”. Per essere chiari, non ho mai incontrato Jobs e non conosco la sua personalità o il suo stile di comando, ma commento come osservatore generale.
Hollywood e le altre industrie creative (come la musica e la moda) offrono numerosi esempi di questo principio in azione. La gente sopporta nella propria routine ogni genere di comportamento bizarro, avvilente, manipolativo, persino “abusivo” nell’ottica di poter lavorare per il “Great Master”.
Tony Williams, Macintosh System Administrator:
Io credo che con “cattivo” tu intenda dire che si tratta di una persona difficile con cui andare d’accordo. Ciò potrebbe benissimo essere vero, ma se ascolti alcuni dei brillanti ingegneri e programmatori che hanno lavorato direttamente per lui troverai spesso che credono lui sia stato il responsabile per il miglior lavoro della loro vita. Era esigente, puntiglioso e non faceva mai passi indietro portandoli ad uno stadio superiore. […] È anche noto per essere generoso nella condivisione e fa sentire le persone speciali.
Venkatachalam Krishnan, ex dipendente Apple:
Avendo lavorato per Steve e la sua cultura, posso dirvi che quando siete ad Apple siete circondati da persone di successo e sono sfide per ogni giorno della vostra vita. O ottenete più delle migliori performance della vostra vita e venite premiati o ve ne andrete nelle prime settimane. Nessuno vi chiederà di andarvene. Ve ne andreste perchè non potreste tollerare le performance così buone degli altri e vederli godere del proprio lavoro. Parleste male di Steve, il vostro capo, e qualsiasi cosa intorno a voi così da non sembrare un fallimento.
Insomma, Steve Jobs è davvero così “cattivo” sul lavoro o è solamente esigente?