
Le nomination dei Golden Globes 2026 sono ufficiali e, per Apple TV, è stato un successo.
La piattaforma ha raccolto 14 candidature complessive e si presenta come una presenza molto forte nelle categorie televisive più ambite.
Il dato più evidente è nella categoria Miglior serie drama. Su sei titoli in corsa, Apple ne piazza tre: Pluribus, Severance e Slow Horses. A completare la rosa ci sono The Diplomat di Netflix, The Pitt e The White Lotus di HBO Max.
Si tratta di un segnale di continuità con una strategia che negli ultimi anni ha portato Apple a costruirsi una reputazione molto solida proprio sul terreno della serialità di fascia alta.
Sul fronte Miglior serie musical o comedy, Apple TV entra in partita con The Studio, che negli ultimi mesi si è ritagliata uno spazio sempre più riconoscibile. Qui la concorrenza è di quelle di altissimo livello: Abbott Elementary, The Bear, Hacks, Nobody Wants This, Only Murders in the Building. Anche in questo caso, però, la semplice presenza in lista racconta che Apple non è più solo la piattaforma dei drama, ma sta provando a prendersi un pezzo più ampio nel settore della serialità.
La cerimonia dell’83ª edizione dei Golden Globes si terrà domenica 11 gennaio 2026 a Los Angeles. Negli Stati Uniti andrà in onda su CBS e sarà disponibile in streaming su Paramount+.
Se guardiamo la situazione con l’occhio di chi segue da vicino l’evoluzione di Apple TV, c’è un dettaglio interessante. Apple non sta vincendo la guerra dei cataloghi sterminati, e probabilmente non è nemmeno il suo obiettivo. Sta invece vincendo, o quantomeno competendo ad altissimo livello, nella percezione di qualità e nell’autorevolezza dei brand seriali. Avere tre posti su sei nella categoria drama più prestigiosa è un risultato che pesa più del puro volume dell’offerta.
Severance è ormai un pilastro, con un’identità forte e una base di pubblico molto fedele. Slow Horses è uno di quei titoli che hanno fatto scuola sul concetto di “successo costante”, capace di crescere stagione dopo stagione senza bisogno di clamori eccessivi. Pluribus, invece, sembra il tassello nuovo che può dare ad Apple un vantaggio tattico: una serie abbastanza potente da non far dipendere tutto da un solo cavallo di razza.
E poi c’è The Studio. La scrittura brillante e il modo in cui gioca con l’industria stessa del cinema la rendono perfetta per una giuria come quella dei Globes, spesso sensibile a prodotti che sanno essere anche “da addetti ai lavori”. Se Apple dovesse davvero portare a casa una vittoria qui, sarebbe un’ulteriore conferma che la piattaforma sta imparando a muoversi bene anche in territori dove, fino a poco fa, dominavano quasi sempre gli altri.
Apple TV