
OpenAI ha iniziato a distribuire una nuova generazione di integrazioni per ChatGPT che porta dentro la chat alcuni dei servizi più usati dagli utenti.
Non parliamo di semplici link: è una conversazione unica in cui puoi chiamare in causa app e piattaforme, farle collaborare tra loro e ottenere risultati immediati senza cambiare contesto. Al lancio, la funzione è disponibile in inglese per gli abbonamenti Free, Go, Plus e Pro al di fuori dell’Unione Europea. L’elenco iniziale dei partner è già significativo e lascia intuire dove stiamo andando:
- Spotify: puoi collegare il tuo account (Free o Premium) e chiedere a ChatGPT di costruire playlist in base a genere, umore, artista, oppure scovare podcast rilevanti.
- Canva: carichi un testo o un documento e, in tandem con ChatGPT, lo trasformi in presentazioni, pitch deck, poster e altro ancora.
- Figma: perfetto per interagire velocemente su wireframe e interfacce con prompt naturali.
- Expedia e Booking.com: pianifichi i viaggi “a voce”, filtri in linguaggio naturale, visualizzi mappe e caroselli di risultati, affini gli itinerari passo passo.
- Coursera: per esplorare corsi e percorsi formativi in modo guidato, con suggerimenti contestuali.
- Zillow: utile per ricerche immobiliari negli Stati Uniti con filtri raffinati direttamente in chat.
La logica è sempre la stessa: connetti l’account dei servizi che usi, dai a ChatGPT il permesso di interagire e poi lavori tutto dentro un’unica conversazione, alternando richieste, modifiche e verifiche. È come avere un coordinatore che parla la lingua delle app al posto tuo.
Immagina di scrivere: “Spotify, crea una playlist di 40 minuti per correre a 170 BPM, con elettronica anni 2000 e qualche classico alternative”. ChatGPT dialoga con Spotify, pesca i brani giusti, ti mostra l’anteprima e, se vuoi, aggiusta durata, mood o artisti in tempo reale.
Oppure: “Canva, trasforma questo testo in una presentazione di 12 slide con struttura problema/soluzione, palette sobria e una slide finale di pricing”. Carichi il documento, rivedi la bozza, chiedi a ChatGPT di riscrivere due passaggi, e un minuto dopo hai qualcosa di presentabile.
Sul fronte viaggi, la conversazione può essere del tlipo: “Booking, weekend a Milano il 15 novembre, budget 180 euro a notte, vicino a Porta Venezia. Expedia, aggiungi treno A/R da Roma e suggerisci un itinerario gastronomico.”
C’è un secondo pezzo altrettanto importante: OpenAI ha pubblicato l’anteprima del nuovo Apps SDK, costruito sullo standard MCP (Model Context Protocol). Tradotto: gli sviluppatori possono iniziare a creare integrazioni proprie con ChatGPT usando un protocollo aperto che facilita l’accesso sicuro a dati e comandi. È lo stesso approccio che molte piattaforme stanno abbracciando per rendere gli agenti AI realmente utili nel quotidiano.
Per ora, la disponibilità è solo in inglese e fuori dall’UE. È una scelta comprensibile: espandere funzionalità così profonde richiede attenzione normativa e lavoro di localizzazione serio. Lato privacy, ogni integrazione si basa su consenso esplicito e collegamento account: l’utente decide cosa autorizzare, quando e per quanto.
Per poter ovviare a questa limitazione, è possibile utilizzare una VPN. In questo moto, potrete subito sfruttare ad esempio il vostro account Spotify per creare playlist in base ad un genere che preferite, il tutto impartendo un comando specifico a ChatGPT.
Qualche esempio?
- “Creami su Spotify suna playlist rock anni ’70 con musica in stile Led Zeppelin”
- “Trovami su Booking un hotel a Bologna vicino ai Giardini Margherita, cancellazione gratuita, 140-160 euro.
Una VPN affidabile come NordVPN può essere utile per poter sfruttare fin da subito queste funzioni su ChatGPT.
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