
Dopo quasi cinque anni di assenza, Fortnite si prepara a tornare su App Store negli Stati Uniti. Ma lo fa in modo tutt’altro che convenzionale: Epic Games userà un account svedese per pubblicare il gioco in USA, eludendo di fatto il ban del suo account sviluppatore americano. Nel frattempo, Apple ha appena presentato ricorso contro la sentenza che l’ha obbligata a modificare le regole dell’App Store, aprendo di nuovo uno scontro tra le due aziende.
Come noto, Apple aveva bannato il conto sviluppatore di Epic Games nel 2020, dopo la clamorosa sfida sulle commissioni e sui pagamenti alternativi, culminata in una lunga causa legale. Da allora, Fortnite è scomparso dall’App Store, senza alcun segnale di ritorno ufficiale.
Ma nelle ultime ore, Tim Sweeney, CEO di Epic, ha dichiarato che l’azienda userà il suo account europeo registrato in Svezia per pubblicare Fortnite anche sullo store statunitense. Si tratta dello stesso account creato per lanciare l’Epic Games Store in Europa in seguito all’entrata in vigore del Digital Markets Act.
“Abbiamo parlato con Apple e useremo l’account svedese per sottoporre Fortnite all’App Store USA”, ha detto Sweeney, lasciando però intendere che non c’è ancora un’approvazione formale.
Apple aveva già tentato di bloccare l’account europeo accusando Epic di “comportamenti inaffidabili”, ma ha dovuto fare marcia indietro sotto pressione della Commissione Europea. Questo precedente potrebbe indebolire la posizione di Apple anche in USA, dove il giudice Yvonne Gonzalez Rogers ha già criticato aspramente l’azienda per le sue pratiche restrittive.
Proprio in risposta alla decisione del tribunale di obbligare Apple a rimuovere restrizioni sui link esterni e sulle commissioni, la casa di Cupertino ha ufficialmente presentato ricorso, dopo aver però applicato temporaneamente le modifiche richieste.
In particolare, la sentenza vieta:
- Commissioni obbligatorie del 27% sugli acquisti effettuati al di fuori dell’App Store tramite link esterni
- Messaggi sugli avvisi di sicurezza che Apple mostrava quando gli utenti cliccavano su link di pagamento alternativi
Apple ha fatto sapere di essere in totale disaccordo con la decisione, ma di aver iniziato a conformarsi “per dovere”, pur riservandosi di ribaltare tutto in appello. Ora, la palla passa ai tribunali superiori, ma intanto grandi app come Spotify hanno già introdotto link esterni nei propri servizi.
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