Jailbreak iPhone: da operazione indispensabile all’oblio generalizzato

Nei primi anni è stata un'operazione fondamentale per utilizzare l'iPhone. Ma adesso?

Ma ve lo ricordate il Jailbreak? E ve li ricordate Zibri, GeoHot, Comex, Saurik e il Dev Team? Wow, che tempi. Tempi distantissimi ormai dato che il Jailbreak e Cydia sono diventati una pratica sempre meno richiesta e superata. In questo articolo vogliamo raccontarvi la storia di questa procedura che agli albori è stata fondamentale, specialmente in Italia, per consentirci di muovere i primi passi con iPhone.

Gli albori del Jailbreak

Era il lontano 2007 quando Apple annunciò il primo iPhone. Il cosiddetto “iPhone 2G”, lo storico modello che fu commerciato esclusivamente negli Stati Uniti ma che già affascinava il mondo intero. Tanto da spingere qualcuno ad importarlo dagli States nonostante non fosse tecnicamente possibile utilizzarlo con SIM estere. Fortunatamente arrivò subito la soluzione: si chiamava “unlock” e di base era una procedura per sbloccare la baseband dell’iPhone e consentirne l’utilizzo anche con SIM non-statunitensi.

Anche in Italia si iniziò, così, ad importare gli iPhone 2G e a sbloccarli con questo sistema. Di base, però, per rendere possibile l’unlock, era necessario anche effettuare il cosiddetto Jailbreak. Con questa procedura si andava a consentire l’accesso root al dispositivo per permettere l’accesso ai file di sistema per modificare il funzionamento dello smartphone. Inizialmente questa procedura veniva affidata a tool particolarmente complessi e scarni, ma nel tempo è stata sempre più perfezionata.

Gli store alternativi e il Jailbreak

Oltre ad “aprire” il sistema, il Jailbreak permetteva l’installazione di store alternativi. All’inizio e per pochissimo fu utilizzato Installer, per poi lasciare spazio al più conosciuto Cydia. Da questi store di applicazioni era possibile scaricare sia i programmi necessari per sbloccare l’iPhone con SIM-lock per utilizzarlo da noi in Italia, ma era anche possibile scaricare una serie di tweak per andare a limare alcuni difetti di iPhone, come l’impossibilità di inviare e ricevere file via Bluetooth, di registrare video, ecc.

Se per molti il Jailbreak aveva come unico scopo quello di personalizzare l’iPhone o di aggiungere nuove funzioni, per altri diventò un metodo abbastanza semplice per non pagare le applicazioni. Oggi il mercato è cambiato e in parte è cambiato anche il pubblico. Nei primi anni di iPhone, invece, molti non erano disposti a spendere dei soldi per acquistare un’app o un gioco da utilizzare sullo smartphone. Forse anche perché su altri sistemi, come Symbian, era fin troppo semplice scaricare app senza pagarle, mentre su iPhone era tecnicamente impossibile. Fino a quando questa possibilità non si è concretizzata proprio con il Jailbreak.

Questo risvolto negativo ha sempre pesato negativamente sulla percezione del Jailbreak: per molti veniva eseguito solo per non pagare le app, quando invece i motivi per farlo erano tanti altri. Un problema di percezione che si è poi via via risolto affiancando al Jailbreak il sideloading delle app, che di fatto potevano essere installate senza essere acquistate anche da chi non avesse eseguito lo sblocco del proprio dispositivo.

La genialità degli hacker

Dietro ogni nuovo rilascio di un tool per il Jailbreak si scatenava un’attesa paragonabile solo a quella per il lancio di un nuovo iPhone. Con il misterioso GeoHot eravamo abituati a programmi per il Jailbreak molto semplici e diretti. Bastava un click e il programma si sarebbe occupato di tutta la procedura in autonomia. Ci sono stati poi dei tool più “corporate”, come quelli del Dev Team, che si ispiravano alla grafica e al funzionamento di iTunes. Per non parlare, poi, del mitico JailbreakMe.com di Comex, l’unico Jailbreak eseguibile direttamente da Safari sul dispositivo. Ve li ricordate gli iPhone e gli iPad con Cydia in Apple Store? Che storia.

Come spesso accade nel settore della sicurezza informatica, dopo aver violato il software e l’hardware Apple in più occasioni, molti di questi hacker furono contattati dalla stessa Apple o da altre aziende del settore per lavorare come esperti di sicurezza. Tantissimi di loro finirono, chi prima e chi poi, per accettare queste offerte. Altri iniziarono e continuano tutt’oggi a scovare questi exploit del sistema e a venderli direttamente alle aziende, in modo tale da correggerli e migliorare l’integrità dei propri sistemi.

Questo momento determinò un rallentamento importante nella proposta di Jailbreak pubblici che diventarono sempre più sporadici. Non per mancanza di strumenti, bensì per un ridotto interesse a lavorarci da parte dei soliti noti. Di pari passo l’evoluzione di iOS contribuì a ridurre quel gap con la concorrenza Android che molti superavano proprio ricorrendo a specifici tweak di Cydia.

E oggi?

Negli ultimi anni il Jailbreak, come dicevamo, è stato seguito sempre con minor interesse. Allo stato attuale, ad esempio, non esiste ancora un Jailbreak per iOS 15 e per le successive versioni. L’ultimo programma pubblico per lo sblocco dei dispositivi iOS risale ad un annetto fa ed è stato realizzato per iOS 14 e comunque non funziona su tutti i dispositivi più recenti che restano, ad oggi, impenetrabili. Segno che ormai o non ci sono più le persone giuste di un tempo o che, più probabile, la sicurezza degli ultimi dispositivi Apple è stata ulteriormente migliorata.

Di pari passo, però, non si può ignorare il fatto che tantissimi utenti hanno ormai smesso di effettuare il Jailbreak sui proprio dispositivi. Anche perché questa procedura impedisce gli aggiornamenti di iOS. Il dubbio è quindi il seguente: rinunciare agli aggiornamenti per conservare il Jailbreak o rinunciare al Jailbreak per ottenere le nuove funzionalità sviluppate da Apple? Oggi la maggior parte degli utenti preferisce aggiornare il proprio dispositivo senza neanche tenere in considerazione l’eventuale possibilità di effettuare il Jailbreak sul proprio dispositivo. E forse anche questo ha contribuito a spegnere l’interesse nei confronti di questa pratica.

Sarà difficile immaginare un ritorno di fiamma del Jailbreak. Anche perché il progressivo abbandono di tutto il carrozzone va avanti da anni. Resta la nostalgia di aver vissuto una storia fondamentale per il successo dell’iPhone, in particolare nei primi anni. Quello del Jailbreak era un mondo dinamico che forniva anche spunti di riflessione alla stessa Apple che, infatti, ha talvolta preso spunto da alcuni tweak di Cydia per implementare delle novità in iOS.

E a voi manca il Jailbreak? O lo eseguite ancora oggi?

HotAcquista iPhone 15 su Amazon!
Editoriali