Secondo le ultime indiscrezioni, NSO Group avrebbe deciso di bloccare lo sviluppo e la distribuzione dello spyware Pegasus utilizzato da diversi governi per spiare oppositori politici, attivisti e giornalisti.
Dopo il ban del governo degli Stati Uniti e le azioni legali intraprese da Apple contro Pegasus, NSO Group sembra intenzionata a bloccare del tutto il suo spyware non solo per motivi politici, ma anche e soprattutto per problemi finanziari. A quanto pare, l’azienda avrebbe infatti deciso di sospendere lo sviluppo e la distribuzione di Pegasus, in attesa di vendere il suo tool (o l’intera azienda) al miglior offerente.
Due fondi statunitensi avrebbero espresso interesse per l’acquisto, aggiungendo che l’intenzione è quella di utilizzare Pegasus per scopi difensivi e non per attaccare le ignare vittime. In pratica, l’hacking verrebbe utilizzato per proteggere gli smartphone e non per spiarli.
Ricordiamo che NSO Group ha realizzato questo spyware chiamato Pegasus, che viene venduto ad agenzie governative e forze dell’ordine. La società acquista le cosiddette vulnerabilità zero-day (quelle che sono sconosciute ad Apple) dagli hacker e le sfrutta per realizzare exploit zero-click, in cui non è richiesta alcuna interazione dell’utente per poter hackerare il suo smartphone. Ad esempio, su iPhone bastava la semplice ricezione di un messaggio particolare su iMessage per compromettere ed esporre i dati personali salvati sul dispositivo. Apple ha corretto molte delle falle sfruttate dal gruppo, ma la classica lotta tra gatto e topo non è ancora terminata.
Apple ha già fatto causa al gruppo e diversi governi occidentali potrebbero seguire gli Stati Uniti e vietare l’utilizzo di Pegasus. Tutto questo si è tradotto in difficoltà finanziarie per NSO Group, visto che l’azienda avrebbe esaurito il fondo cassa e non starebbe trovando nuovi clienti.