Apple e le attività di lobbying in Europa

Quanto investe Apple in attività di lobbying nel Vecchio Continente?

Un nuovo report svela la spesa per attività di lobbying di Apple in Europa, in gran parte concentrata per cercare di influenzare la legislazione europea su alcuni temi specifici.

apple lobby euro

Dallo studio emerge che i giganti della tecnologia spendono di più per cercare di influenzare la legislazione europea rispetto a qualsiasi altro settore come quelli delle industrie farmaceutiche o petrolifere. Ad oggi, la più grande minaccia legislativa europea per Apple è il Digital Markets Act, che potrebbe costringere l’azienda ad aprire il suo App Store a piattaforme di pagamento di terze parti, consentendo agli sviluppatori di evitare le commissioni del 15% o del 30%.

Storicamente, Apple ha speso relativamente poco in attività di lobbying rispetto ad altri giganti della tecnologia. Fino al 2016, ad esempio, la spesa di Apple negli Stati Uniti non aveva mai superato i 5 milioni di dollari all’anno, rispetto a società come Google e Facebook che spendevano trai 12 e i 17 milioni.

Tuttavia, la spesa per attività di lobbying di Apple è aumentata negli ultimi anni, raggiungendo i 7,4 milioni di dollari negli Stati Uniti nel 2019. Questo aspetto riflette in gran parte il cambiamento nel panorama sia dell’opinione pubblica che delle priorità legislative. I modelli di business basati sulla pubblicità di Google e Facebook erano minacciati dalla legislazione sulla privacy come il GDPR europeo. Apple aveva poco da temere da norme di quel tipo, ma ora l’attenzione globale alle nuove leggi antitrust mette a rischio anche le entrate dei suoi servizi, soprattutto per quanto riguarda l’App Store. Oggi, ad esempio, la Corea del Sud ha approvato una legge che richiederà sia ad Apple che a Google di aprire gli app store a sistemi di pagamento di terze parti.

Per quanto riguarda la sola Europa, Apple ha speso 3,5 milioni di euro in attività di lobbying nel 2020, posizionandosi al quarto posto dietro a Google, Facebook e Microsoft. Con questi investimenti, le aziende cercano di influenzare le scelte politiche, soprattutto in una fase in cui l’UE è molto attenta alle nuove norme antitrust.

lobbying apple

Non a caso, le aziende tecnologiche collettivamente spendono oltre 97 milioni di euro all’anno per fare pressioni sulle istituzioni dell’UE. Questa spesa rende la tecnologia il più grande settore di lobby in Europa, davanti a prodotti farmaceutici, combustibili fossili, finanza o prodotti chimici.

Nello specifico, solo dieci aziende sono responsabili di quasi un terzo della spesa totale delle lobby tecnologiche: Vodafone (€ 1.750.000), IBM (€ 1.750.000), QUALCOMM (€ 1.750.000), Intel (€ 1.750.000) , Amazon (€ 2.750.000), Huawei (€ 3.000.000), Apple (€ 3.500.000), Microsoft (€ 5.250.000), Facebook (€ 5.550.000) e, con il budget più alto, Google (€ 5.750.000).

Il rapporto sostiene che questo dà ai giganti della tecnologia troppa capacità di influenzare la legislazione a loro favore.

Gli enormi budget di lobbying hanno un impatto significativo sulle decisioni politiche dell’UE, che trovano regolarmente lobbisti digitali che bussano alla loro porta. Più di 140 lobbisti lavorano ogni giorno per le dieci più grandi aziende digitali a Bruxelles e spendono più di 32 milioni di euro per far sentire la loro voce.

Inoltre, le grandi aziende tecnologiche non si limitano a fare pressioni per proprio conto e impiegano anche una vasta rete di gruppi di pressione, società di consulenza e studi legali che rappresentano i loro interessi, per non parlare del gran numero di gruppi di riflessione e altri gruppi da essi finanziati.

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