Tile contro Apple “Continuano i comportamenti anticoncorrenziali”

Tile non è soddisfatta di Apple e accusa l'azienda di aver portato avanti una serie di comportamenti anticoncorrenziali.

Tile ha affermato che i comportamenti anticoncorrenziali di Apple sono peggiorati negli ultimi mesi, malgrado l’ultima udienza alla sottocommissione antitrust degli Stati Uniti.

Tile

Nel mese di gennaio, i dirigenti di Tile, PopSocket, Sonos e Basecamp hanno testimoniato in un’udienza al Congresso relativa ad un’inchiesta antitrust lanciata dal governo degli Stati Uniti contro società tecnologiche come Amazon, Apple e Google.

In quell’occasione, Tile si lamentava delle modifiche apportate ai servizi di localizzazione su iOS 13, che incoraggiavano i clienti a non utilizzare il tracciamento sempre attivo della posizione. Inoltre, per cambiare queste opzioni, l’utente era costretto a navigare tra “impostazioni complesse non facili da trovare“.

Per risolvere la controversia, Apple fece sapere che stava lavorando a un’opzione che avrebbe consentito agli sviluppatori di abilitare le funzionalità di tracciamento “Consenti sempre” quando viene installata un’app, ma oggi Tile ha affermato che non è soddisfatta delle azioni intraprese dall’azienda da quella prima udienza.

Nonostante le molteplici promesse di Apple di ripristinare l’opzione” Consenti sempre ” nelle autorizzazioni in background per i servizi di geolocalizzazione di app di terze parti, l’azienda non lo ha ancora fatto. L’accesso alla posizione sempre attiva è fondamentale per far funzionare la nostra app e individuare l’hardware Tile nelle vicinanze.

Nelle nuove dichiarazioni, Tile ha anche detto che Apple sta lavorando ad un proprio prodotto che verrà aggiunto nell’app “Dov’è” e che offrirà funzioni molto simili a quelle dei dispositivi Tile. Il riferimento è all’AirTag che Apple potrebbe lanciare nei prossimi mesi per dare agli utenti un piccolo dispositivo in grado di far ritrovare oggetti di qualsiasi tipo.

Secondo Tile, quindi, il mancato rispetto delle promesse da parte di Apple è legato proprio al lancio di questo AirTag. Apple non ha voluto rispondere a queste accuse, limitandosi a ribadire quanto già detto a gennaio:

Apple sviluppa hardware, software e app a livello di sistema per proteggere la privacy degli utenti e fornire i migliori prodotti ed ecosistemi al mondo. Apple non ha creato un modello di business per conoscere la posizione di un cliente o la posizione del proprio dispositivo.

Quando si configura un nuovo dispositivo, gli utenti possono scegliere di attivare i servizi di localizzazione per aiutare a trovare un dispositivo rubato o smarrito con Find My‌‌ ‌‌iPhone‌‌, un’app su cui gli utenti fanno affidamento dal 2010. I clienti hanno il controllo dei propri dati di posizione, inclusa la posizione del loro dispositivo. Se un utente non desidera abilitare queste funzionalità, esiste un’impostazione chiara e di facile comprensione in cui può scegliere esattamente quali servizi di localizzazione desidera abilitare o disabilitare.

Per quanto riguarda le app di terze parti, abbiamo creato l’App Store con due obiettivi in ​​mente: che fosse un luogo sicuro e affidabile per scoprire e scaricare app, e una grande opportunità di business per gli sviluppatori. Collaboriamo costantemente con gli sviluppatori e forniamo loro feedback su come proteggere la privacy degli utenti, fornendo allo stesso tempo gli strumenti di cui gli sviluppatori hanno bisogno per realizzare le migliori esperienze con le loro app.

Attualmente stiamo lavorando con gli sviluppatori interessati ad abilitare la funzionalità “Consenti sempre” per abilitare questa funzione al momento della configurazione tramite un futuro aggiornamento  software.

Apple, insieme ad altre società tecnologiche, è sotto indagine del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, dalla Federal Trade Commission e da procuratori generali di dozzine di stati per presunti comportamenti antitrust.

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