Secondo quanto riportato dal New York Times, il CEO di Apple Tim Cook ha avuto un ruolo diplomatico importante con il Presidente Trump, riuscendo a ottenere alcune promesse e a placare le relazioni sempre più tese tra Stati Uniti e Cina.

Nell’analisi pubblicata dal New York Times emerge che, durante tutta l’era Trump, Tim Cook “ha dovuto comportarsi come il miglior diplomatico del settore tecnologico“. Ad esempio, Cook ha recentemente incontrato il presidente Trump nello Studio ovale lo scorso 25 aprile, per chiedere un atteggiamento “più calmo e placato nelle relazioni commerciali con la Cina“.
Anche grazie a questo suo atteggiamento diplomatico, il Times riferisce che l’amministrazione Trump ha promesso a Cook che, malgrado i dazi su alcune merci cinesi saranno applicati, tali restrizioni non si estenderanno agli iPhone.
Tra gli esempi riportati nell’articolo del New York Times, si fa riferimento alle abilità diplomatiche di Tim Cook che da una parte ha elogiato apertamente la riforma fiscale voluta da Trump, e dall’altra ha fatto pressione sul presidente affinché venissero stemperati i toni nella guerra commerciale con la Cina.
Il Times non chiarisce se la promessa di non applicare i dazi sugli iPhone sia stata fatta durante l’ultima riunione alla Casa Bianca o in un altro momento, ma di certo Tim Cook ha ottenuto un grande risultato. Il rischio, infatti, era che Apple avrebbe dovuto pagare dei dazi per importare gli iPhone negli Stati Uniti, visto che tutta la produzione viene effettuata in Cina.
Il CEO di Apple è stato anche bravo a mantenere salde le relazioni con la Cina, grazie a diversi viaggi e incontri con importanti rappresentanti del governo, a cui sono stati promessi sempre più investimenti mirati nel paese.
Gli sforzi di Apple si concentrano essenzialmente nel mantenere ottimi rapporti sia con gli Stati Uniti che con la Cina, cercando di placare gli animi per quanto riguarda le lotte commerciali. Per Tim Cook, un ruolo da vero e proprio diplomatico.