L’ex direttore dell’FBI ancora critico nei confronti di Apple

Nel suo nuovo libro “A Higher Loyalty: Truth, Lies and Leadership”, l’ex direttore dell’FBI James Comey è estremamente critico nei confronti di Apple e di altre società tecnologiche per quanto riguarda le loro politiche sulla crittografia.

 

Nel suo libro, James Comey parla di una vasta gamma di problemi che ha affrontato in tutta la sua carriera, compresi i quattro anni trascorsi come direttore dell’FBI. Tra questi c’è il problema della crittografia. Le opinioni di Comey sull’argomento sono coerenti con quelle dalle forze dell’ordine, e con quelle che sono state le sue posizioni quando era a capo dell’FBI.

Nel libro, Comey parla anche dei vari disaccordi che l’FBI ha avuto con Apple e altre società della Silicon Valley. In particolare, si parla del rifiuto di Apple nel fornire assistenza nel noto caso di San Bernardino del 2015.

Comey scrive che, quando si tratta di terrorismo e altri crimini gravi, “i leader delle compagnie tecnologiche non vedono tutta l’oscurità che vede l’FBI. Loro vivono dove c’è sempre il sole e dove sono tutti ricchi e intelligenti“.

Tuttavia, l’ex direttore dell’FBI si rende conto che bisogna trovare un equilibrio tra privacy ed esigenze delle forze dell’ordine, aggiungendo che Apple “non è certo un demone“.

Comey ha ammesso che l’FBI aveva pagato 1,4 milioni di dollari per sbloccare l’iPhone 5c del terrorista di San Bernardino, affermando anche che bisogna presto trovare una soluzione legislativa per regolare il sistema

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