Tim Cook e altri importanti CEO chiedono a Trump di non eliminare le tutele per i giovani immigrati

Tim Cook è uno dei 350 dirigenti delle più importanti aziende statunitensi che hanno firmato una lettera scritta per convincere il presidente Donald Trump a mantenere le protezioni legali per i giovani immigrati senza documenti che vengono portati negli Stati Uniti.

Oltre a Tim Cook, la lettera è firmata da personaggi molto influenti come il CEO di Google Sundar Pichai, il CEO di HP Meg Whitman, il capo di Amazon Jeff Bezos, il CEO di Microsoft Satya Nadella e altri dirigenti delle più importanti aziende USA. L’idea è stata promossa inizialmente da Mark Zuckerberg, CEO di Facbook.

I dirigenti chiedono al presidente Trump di non eliminare una legge che tutela gli immigrati che sono entrati illegalmente negli Stati Uniti da bambini. Trump vorrebbe modificare radicalmente le politiche sull’immigrazione, eliminando anche questa tutela e attivando la deportazione di tutti coloro che entrano senza permesso, “Dreamers” compresi. Trump ha intenzione di sospendere tutti i permessi di lavoro per i giovani che non hanno un documento regolare, avviando poi le procedure di espulsione. Inoltre, le quasi 800.000 persone tutelate dalla norma di cui abbiamo parlato prima si troverebbero senza alcun tipo di difesa e senza possibilità di rinnovare le autorizzazioni per lavorare.

Nella lettera è chiaramente scritto che, eliminando il programma DACA, “… 780.000 giovani lavoratori non avrebbero più la possibilità di lavorare legalmente in questo paese e ognuno di loro sarà a rischio immediato di deportazione. I sogni sono fondamentali per il futuro delle nostre aziende e della nostra economia. Con loro cresciamo e creiamo nuovi posti di lavoro. Gli immigrati sono parte del perchè continueremo ad avere un vantaggio competitivo nei confronti delle altre nazioni. Per questi motivi, invitiamo il Presidente Trump a preservare il programma DACA che fornisce a questi giovani una soluzione lavorativa legale e che meritano di avere”.

Tim Cook ha deciso di appoggiare questa battaglia, confermando ancora una volta il suo disaccordo verso la gran parte delle politiche portate avanti da Trump.

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