In una recente intervista rilasciata all’Irish Independent, Tim Cook torna sulla vicenda “tasse” e usa parole dure contro la Commissione Europea. La condanna da 13 miliardi di euro di tasse arretrate viene considerata solo una “sporca questione politica”.

Secondo Cook, la sentenza esprime un sentimento anti-USA da parte dell’Unione Europea:
Credo che Apple sia una vittima sacrificale in tutta questa vicenda. E penso che il sentimento anti-USA è uno dei motivi che ha spinto la Commissione a prendere questa decisione. Le persone che hanno posizioni di leadership in diversi paesi mi dicono che questo era l’ordine del giorno in agenda. Non conosco i veri motivi, ma credo fortemente che questa decisione è soltanto politica, una sporca questione politica. Per questo sono molto fiducioso nella giustizia di secondo grado: non vi è alcuna ragione di fatto o di diritto che possa giustificare la sentenza”.
Cook è d’accordo con il segretario americano del Tesoro Jack Lew, che ha definito la sentenza della Commissione Europea “una palese presa di posizione sulle imposte dovute al governo degli Stati Uniti“:
Penso anche io le stesse cose. Penso che la sentenza esprima solamente il desiderio di ridistribuire le tasse che devono essere pagate negli Stati Univi verso l’UE.
Apple è stata infatti condannata a pagare 13 miliardi di euro di imposte arretrate, oltre agli interessi per le aliquote fiscali troppo basse fissate illegalmente dal governo irlandese, in seguito a specifici accordi tra le parti. Si tratta della più grande multa mai inflitta da un organo europeo. La condanna parla di aliquote effettive dello 0,005% nel 2014 e dell’1% nel 2003. Dura la replica di Tim Cook:
Non so da dove abbiano preso questi numeri. Nell’anno in cui la Commissione afferma che abbiamo pagato quelle aliquote fiscali, noi abbiamo versato 400 milioni di dollari nelle casse del governo irlandese. Credo che Apple sia il più grande contribuente di tutta l’Irlanda
E infine:
Io penso che la Commissione europea stia approfittando della situazione nel tentativo di armonizzare le aliquote fiscali in tutta l’UE, oltrepassando la sovranità dei singoli paesi. L’UE sta mettendo a rischio le relazioni commerciali amichevoli tra gli stati europei e gli Stati Uniti.
Cook ha però confermato che Apple continuerà a lavorare in Irlanda e che non ha intenzione di ridurre gli investimenti nel paese.
Intanto, in Irlanda sono iniziate le proteste di alcuni cittadini.

Ieri, alcune associazioni giovanili hanno protestato contro il governo, esprimendo il proprio disaccordo con cartelli e con una serie di mele portate dinanzi alla sede di uno dei partiti più importanti del paese: “Abbiamo ospedali sovraffollati, il governo non può permettersi di acquistare case popolari per i bisognosi, le tasse sull’istruzione sono alle stelle, ma i nostri politici sono disposti a spendere il denaro dei contribuenti per aiutare Apple a rimanere fuori dai guai”.