Leonardo Fabretti è un architetto 56enne di Foligno, che recentemente ha dovuto affrontare una delle sfide più tragiche che la vita può metterci di fronte: la morte di un figlio. Adesso, Fabretti vuole intraprendere una battaglia contro Apple, rea di avergli negato il diritto di accedere all’iPhone del figlio scomparso.
“Quando guardo quel telefonino spento penso a una porta chiusa, Apple mi sta negando una parte dei ricordi di mio figlio, le ultime foto che ha scattato, le ultime conversazioni con gli amici. E tutto perché non conosco i quattro numeri del codice di accesso”, sono le parole del padre di Dama, ragazzo adottato nel 2007 dall’Etiopia.
Fabretti spiega di aver contattato più volte Apple: “Sono stati gentili e comprensivi, ma anche irremovilibli. Mi hanno detto che senza il codice di accesso non posso accedere all’iPhone di mio figlio”.
“Tra l’altro” racconta l’uomo, “Dama mi aveva dato accesso al cellulare con l’impornta digitale. Pensavo bastasse, ma poi ho scoperto che passate 48 ore di inutilizzo bisogna comunque inserire il codice di accesso. In quel cellulare ci sono le ultime foto che ha scattato mio figlio, e tutti i suoi ricordi. Non posso accettare che scompaiano per sempre!”.
Fabretti spiega che l’ultimo backup è di tre mesi fa, ma tutti gli ultimi ricordi sono conservati solo sull’iPhone. L’uomo ha già contattato amici ingegneri, esperti infromatici e associazioni, ma al momento risulta impossibile sbloccare questo dispositivo, e non abbiamo difficoltà a crederci visto che anche l’FBI ha dovuto chiedere aiuto per effettuare un’operazione simile.
Ora Fabretti continuerà la sua battaglia per tentare di recuperare i dati di suoi figlio, anche perchè non ci sarebbero problemi di privacy: “Dama mi aveva dato accesso al suo iPhone, spesso lo usavo anche io”.
E se Apple continuerà ad essere irremovibile, Fabretti è pronto a chiedere i danni da devolvere poi in beneficenza ad un associazione etiope.
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