L’Apple Watch deve già garantire la tutela della privacy

Anche se non sarà disponibile fino al 2015, il nuovo Apple Watch sta già affrontando una serie di controlli sulle questioni legate alla privacy. Il procuratore generale del Connecticut George Jepsen ha infatti inviato una lettera a Tim Cook, chiedendo diverse informazioni sul funzionamento dell’orologio e un incontro con alcuni rappresentanti dell’azienda.

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Nella lettera, Jepsen affronta diversi problemi che potrebbe avere l’Apple Watch, e chiede all’azienda di spiegare quali dati verranno raccolti e come questi verranno memorizzati. Il procuratore chiede anche spiegazioni sulle politiche di protezione dei dati per le app che accedono alle informazioni sulla salute degli utenti.

Jepsen ha fatto diverse osservazioni

  • Se Apple consentirà agli utenti di archiviare informazioni personali e della salute sul Watch e, se queste verranno salvate sui server, in che modo l’azienda proteggerà tali informazioni;
  • Se e come Apple vuole gestire le politiche sulla privacy per le app che accedono alle informazioni sulla salute degli utenti;
  • Se e come Apple intende applicare le politiche di rifiuto per quelle app che non rispettano la protezione della privacy, soprattutto in campo medico;
  • Come Apple e gli sviluppatori potranno ottenere il consenso dagli utenti per raccogliere e condividere tali informazioni;
  • Come Apple intende monitorare e far rispettare la protezione della privacy.

In realtà, molte di queste domande dovrebbero essere rivolte alle API di HealthKit, più che all’Apple Watch, e tante risposte sono già disponibili nella documentazione fornita da Apple. Ad esempio, l’azienda fa sapere che le informazioni di HealthKit non saranno memorizzate in iCloud, e che le app che cercheranno di salvare tali dati sui server di iCloud verranno respinte. Inoltre, le app non potranno mai condividere con terzi le informazioni personali degli utenti, senza il consenso espresso degli stessi.

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