Il MIT studia nuove soluzioni per migliorare i network wireless degli smartphone

Negli ultimi anni le maggiori compagnie telefoniche hanno investito centinaia di milioni di dollari nell’intento di trovare nuove soluzioni che migliorassero le attuali tecnologie wireless, dal 3G al più comune sistema Wi-Fi. Non sono però solo le società telefoniche ad occuparsi di questo settore: recentemente, il Massachusetts Institute of Technology – meglio noto come MIT – ha sviluppato una nuova tecnologia che, basandosi sui sensori di posizione e movimento presenti in molti smartphone (iPhone compreso), sarebbe capace di migliorare l’affidabilità delle connessioni wireless di circa il 50%.

Innanzitutto, è bene precisare alcuni concetti che saranno utili a comprendere al meglio questa notizia: prima di tutto, bisogna ricordarsi che con il termine wireless network si intendono vari tipi di connessioni senza fili (tra cui 3G e Wi-Fi).

Inoltre, è necessario conoscere il termine inglese handoff: con questa parola si è soliti indicare – in parole semplici – l’istante in cui un dispositivo si disconnette da una rete senza fili per connettersi, subito dopo, ad un’altra rete wireless. Nella realtà, questo istante coincide con il momento in cui il dispositivo, inizialmente connesso ad un’antenna, si disconnette dalla stessa e si collega ad un’altra antenna.

Le antenne wireless dispongono infatti di un certo raggio entro il quale sono operative: oltre tale raggio, il segnale è talmente debole da non poter esser effettivamente utilizzato dal dispositivo ricevente. Questo vale sia per le antenne 3G, che possiedono un raggio di copertura molto ampio, così come per quelle Wi-Fi, il cui raggio è molto più ridotto.

 

In alcune zone del mondo (specialmente negli USA), la copertura Wi-Fi è talmente capillare da far sì che vi siano intere zone in cui non vi è mai assenza di segnale Wi-Fi. Il dispositivo può dunque passare da un segnale all’altra eseguendo, appunto, l’handoff.

Generalmente, gli smartphone si collegano automaticamente all’antenna il cui segnale è più forte (ovviamente se il W-Fi è attivo e libero). Questo sistema, apparentemente semplice, presenta però un sostanziale difetto.

Supponiamo che siate connessi ad un’antenna Wi-Fi e che stiate camminando in prossimità di un’altra antenna Wi-Fi, il cui segnale è più potente della prima antenna. Il vostro dispositivo si disconnetterà dalla prima rete e si connetterà automaticamente alla seconda (come spiegato prima). Durante questo handoff, si verifica un momento di “vuoto” in cui il segnale è assente, il che può implicare alcuni problemi durante l’utilizzo.

Il MIT, per ovviare a questo problema, ha sviluppato un sistema che, avvalendosi dei sensori di movimento e posizione degli smartphone (GPS, giroscopio, accelerometro), permette al dispositivo di connettersi in modo “intelligente” alle antenne wireless.

Come? Riferendoci all’esempio di prima, un dispositivo dotato di questa tecnologia non si collega direttamente all’antenna che diffonde il segnale più potente ma calcola, tramite i sensori, la direzione in cui vi state muovendo. In questo modo, il dispositivo tenterà di connettersi all’antenna verso cui vi state dirigendo, nonostante abbia magari un segnale meno potente della prima. In questo modo, si evita di dover effettuare un handoff, poiché il dispositivo resta connesso sempre alla stessa antenna (ovviamente il segnale non potrà essere sempre eccellente).

Secondo alcune ricerche, gli smartphone dotati di questa tecnologia “cambiano” antenna il 40% delle volte in meno, fenomeno che porta con sé numerosi vantaggi. Questo sistema è particolarmente efficace per antenne dotate di un raggio di copertura ridotto (come quelle Wi-Fi), mentre risulta meno efficace per le antenne 3G, in cui il fenomeno dell’handoff è molto meno accentuato.

L’idea sviluppata dal MIT è davvero interessante, soprattutto se si considera che utilizza componenti già presenti negli smartphone (iPhone compreso) e non richiede hardware aggiuntivo.

[via]

 

 

 

HotAcquista iPhone 15 su Amazon!
Approfondimenti