Da iOS ad Android, l’esperienza di un nostro utente

Il nostro utente Daniele ci ha scritto per condividere con noi la sua esperienza relativa al passaggio da un iPhone ad un dispositivo Android. Esperienza, però, durata poco tempo, come lui stesso ci ha spiegato.

Ecco il testo completo, ricordando che si tratta di opinioni personali e soggettive, malgrado siano frutto di ottime conoscenze informatiche e una buona esperienza in campo mobile:

Spesso, sui molteplici blog specializzati sparsi sul web si trovano persone, i cosiddetti fanboy, che inneggiano alla superiorità dell’uno o dell’altro SO: ovviamente stiamo parlando di Android e di iOS. Anche se può capitare, infatti, di leggere commenti di chi dimostra di aver un minimo di cognizione di causa, perlopiù si leggono conclusioni del tipo “Android è migliore perchè opensource”, oppure “iOS è più leggero e più stabile di Android”, senza argomentare la motivazione, o descrivere da cosa derivi una conclusione del genere. Anche io, personalmente, ho spesso dovuto rispondere a chi, anche in questo caso senza cognizione di causa, mi dava scherzosamente del fanatico della mela, mentre mi stilava la famosa lista di pregi di Android: multitasking reale, più app gratis, prezzo medio dei device più basso, integrazione totale in Google, ed anche qui, la famosissima parola: opensource.

Essendo l’informatica il mio pane quotidiano, nel tempo si è accesa la curiosità di toccare effettivamente con mano la maturità di questo OS open, che sta diventando così famoso. Ho avuto così modo di provare il nuovo Galaxy SIII per diversi giorni.

Dopo un rapido ripristino delle impostazioni di fabrica, inizio la fonfigurazione iniziale: e qui mi rendo subito conto di una “chicca” in comune ai 2 OS, che non pensavo fosse presente anche sul droide: il backup on the cloud, utilizzando semplicemente il proprio indirizzo di posta Gmail. Rifiuto e vado avanti, imposto il mio account, e subito dopo mi viene richiesto di inserire nome e cognome da inserire nel mio contatto personale (anche detto Profilo): in Android, c’è la possibilità di inserire i propri dati all’interno di un contatto “speciale”, chiamato “Me Stesso”, che verrà usato dalle applicazioni per reperire i dati dell’utilizzatore (es. S-Voice); Prima sorpresa: è assolutamente impossibile impostare un contatto in rubrica esistente come profilo personale. Chi ha provato iOS 6 saprà che qui, invece, è possibile selezionare un contatto in rubrica come “Me Stesso”, che verrà utilizzato da Siri per, ad esempio, portarti a casa quando dirai “Portami a casa”.

Termino la configurazione e….boom…c’è da dirlo, gli schermi AMOLED hanno una saturazione che fa venire l’acquolina in bocca a chi viene da iPhone. Ma questo ha anche i suoi contro, come sicuramente molti sapranno. Ripresomi dal primo impatto con la schermata home, inizio a scoprire il telefono, niente test di performance, solo ed esclusivamente test sulla funzionalità quotidiana! Entro nelle Impostazioni, e qui ho il mio primo pugno nello stomaco: non c’è niente da fare, chi è abituato allo scroll di iOS, avrà l’impressione di essere tornato una decina di anni indietro. Al contrario della risposta lineare dello scroll di iOS, Android non è in grado di fornire, almeno ad un novello, un movimento prevedibile: a volte lo scroll continua liscio verso la fine del menù, altre si comporta similarmente ad iOS. Differente anche la risposta, quando, durante un scroll rapido, vogliamo bloccare lo scivolamento: in iOS è decisamente più rapido e preciso.

Secondo pugno, la resa cromatica. La sensazione che ho avuto usando questo terminale è che tutta la home abbia lo stesso scopo di una vetrina: colori brillanti, sfondi e widget animati, e poi quando si usano le applicazioni vere e proprie, ci viene proposto un grigietto scuro su sfondo nero, che ricorda l’effetto negativo dell’accessibilità di iOS. Ed ancora peggiore è la scelta dei colori delle bolle dell’app nativa messaggi, che poco si accostano con la predominante grigia generale. Da questo punto di vista, massima delusione. Il sistema di correzione di iOS, inoltre è ancora inarrivabile in quanto a comodità.

Superato il primo impatto, inizio ad installare alcune app che uso spesso, tra cui Whatsapp e Facebook.

Qui Android esce nettamente vincitore, ma non per la qualità delle app stesse, praticamente identiche, ma per il modo in cui esse si integrano nel sistema: la rubrica nativa riporta quali contatti abbiano installato l’app, le informazioni dei contatti vengono completate dalle informazioni riportate su Facebook. In pratica, ogni app installata, è libera di integrarsi come vuole in Android: installando Instagram, ad esempio, potremmo condividere foto sul social network (o su whatsapp o Facebook) direttamente dall’app nativa. Parte di questa integrazione è già presente sulla beta di iOS6, ma solo per quanto riguarda Facebook: infatti le app terze, su iOS, non possono integrarsi col sistema operativo. In Android ogni app crea il suo album nell’app Immagini nativa, molto comodo. E’ anche possibile creare scorciatoie in home per i contatti e anche di app di terze parti (posso creare una scorciatoia per aprire whatsapp direttamente in una conversazione). Il widget di dropbox è utilissimo. Apple è, secondo me, un po’ troppo rigida da questo punto di vista.

Passando alle funzionalità esclusive di S3, va detto che alcune di queste sono carine, quando funzionano: “Notifica intelligente” funziona solo con le app native, e Stanby Intelligente funziona solo con buone condizioni di luce. E’ sempre una cosa in più direte voi, ed io vi rispondo, è proprio questo il problema! Spesso e volentieri sui terminali Android si trovano funzionalità native duplicate dai produttori con apposite app. Alcuni esempi, gli hub inseriti da Samsung, Calendario ed Agenda che ti chiedono “vuoi usare kies o google calendar?”, Android Beam ed S Beam, S-Voice ed il futuro Google Now; Questa duplicazione di funzioni, per me, crea confusione. La politica del metto tutto quello che posso non mi piace.

Un’altra cosa che non mi è piaciuta è il sistema di notifiche: a dispositivo bloccato, lo schermo non si accende. Non compare l’anteprima della notifica nella schermata di blocco; le app che hanno notifiche non lette vengono rappresentate solo da delle piccole icone nella barra di stato, anche a telefono bloccato. Solo l’app messaggi e telefono fanno comparire un’icona apposita nella schermata di blocco per notificarci una chiamata persa o un messaggio non letto. Su S3 c’è la possibilità di aprire direttamente dalla schermata di blocco 4 app a scelta, senza passare per la home: ho utilizzato questa funzione per rispondere velocemente ad un messaggio su whatsapp, cosa che con iOS avrei potuto fare direttamente attraverso il banner di notifica nella lock screen.

Ma più di ogni altra cosa, mi è mancata l’aria di casa. Non è fanatismo, ma pura e semplice comodità. Nel tempo, forse anche grazie alla mia influenza, molti miei amici e conoscenti hanno iniziato a fare il passaggio da telefoni classici ad iPhone. Questo ha fatto si che potessi gradualmente prendere confidenza con tutte le funzionalità più esclusive di iPhone. Così iniziai ad usare iMessage, FaceTime con la mia ragazza, Photo Streaming ed iCloud per sincronizzare iPhone, iPad e PC, e senza rendermene conto sono entrati a far parte del mio quotidiano. Certo, whatsapp è un’alternativa ad iMessage, ma chi usa davvero l’iPhone lo sa, se si può usare iMessage, si usa, anche perchè maggiormente integrato. Tornare a scrivere alla mia ragazza o ai miei amici tramite whatsapp è stato come un tuffo nel passato, ora whatsapp è un’alternativa per chi non ha iMessage. iCloud, penso siate tutti d’accordo, è ormai l’anima di iOS: sentire suonare all’unisono iPhone ed iPad per notificaremi un Promemoria o un evento, e vedere l’S3 inesorabilmente in silenzio, mi ha fatto capire quanto conti per me quest’integrazione, compresa quella di Photo Streaming, grazie al quale ho il PC sempre perfettamente allineato con tutte le foto scattate da qualsiasi device.

Per concludere, chi ha davvero utilizzato tutte le componenti dell’ecosistema iOS, non troverà difetti tecnici o prestazionali nel cimentarsi ad usare un dispositivo Android, anzi. Il problema principale per un neo androidiano veterano della mela è la presentazione, la mancanza di un ecosistema, e la difficoltà di capire il nuovo sistema. La quantità di opzioni, di app ridondanti, i mille modi di fare una cosa (addirittura app terze per mandare sms, che si sostituiscono alla nativa), l’aspetto disordinato e SCURO che ha Android, disorientano. iOS ha dalla sua un pacchetto completo di funzionalità perfettametne integrate nel sistema, che funziona, funziona bene, ed è semplice, oltre ad essere l’unico. Per fare una metafora, Android è una rotonda piena di uscite, molte delle quali portano dalla stessa parte; iOS è un’autostrada dritta con un’unica uscita per funzionalità.

Ecco perchè, ho deciso di non seguire più il droide, e rimanere in casa della mela.

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