
Apple ha esteso a quasi tutto il mondo (Italia compresa) il nuovo strumento nativo di trasferimento libreria che importa canzoni, album e playlist dai servizi concorrenti direttamente nell’app, senza passaggi macchinosi.
Di fatto, dopo una prima sperimentazione in Australia e Nuova Zelanda e un rollout in USA e altri Paesi, la funzione è ora praticamente globale, con istruzioni ufficiali in più lingue e canali.
Come trasferire playlist da Spotify (e non solo) ad Apple Music
Hai tre strade equivalenti: iPhone/iPad, Android o web.
- Su iPhone o iPad: Impostazioni > App > Musica > Trasferisci la musica da altri servizi musicali. Seleziona il servizio sorgente, accedi e scegli cosa trasferire.
- Su Android: nell’app Apple Music vai su Impostazioni, tocca Trasferisci la musica da altri servizi musicali e segui la procedura.
- Dal web: su music.apple.com accedi con il tuo Apple ID, clicca sull’avatar in alto a destra e scegli Transfer Music. Seleziona cosa importare e conferma con Add to Library.
Lo strumento confronta il tuo catalogo con Apple Music e aggiunge i brani corrispondenti. Se qualcosa non combacia, appare l’avviso “Some Music Needs Review” con versioni alternative da scegliere. Hai 30 giorni per rivedere gli elementi non abbinati e, finché la revisione è aperta, non puoi avviare un nuovo trasferimento dallo stesso dispositivo.
Apple indica esplicitamente che il trasferimento è fornito da un soggetto terzo. Dietro le quinte c’è una partnership con SongShift, lo storico tool di migrazione librerie, ora integrato nell’esperienza Apple Music. Oggi lo strumento supporta i big del settore, tra cui Spotify, Amazon Music, Deezer, Tidal e YouTube.
Ci sono però alcune limitazioni:
- Vengono importate solo playlist create da te: le playlist editoriali del servizio sorgente non vengono importate.
- Catalogo e versioni: alcuni brani potrebbero non esistere su Apple Music o essere disponibili in edizioni diverse. Li trovi tutti in Needs Review per la scelta manuale.
Finora la soluzione più affidabile era passare da app dedicate come SongShift. La novità è che non devi più uscire da Apple Music: la migrazione è nativa, coerente, con interfaccia e revisioni integrate. Il risultato è una transizione più pulita e facile da consigliare anche a chi non è smanettone.
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