Ridurre la dipendenza dalla Cina? Ecco la situazione in casa Apple

Una nuova ricerca suggerisce che per spostare solo il 10% della produzione Apple dalla Cina ci vorrebbero circa otto anni.

Da anni si parla della necessità e della difficoltà di ridurre la dipendenza di Apple dalla Cina e oggi Bloomberg ha fornito alcune stime sulla situazione.

cina apple

Da anni, gran parte della produzione Apple avviene a Shenzhen e dintorni. In primis, perché la città è situata in una posizione strategica, in quanto funge da porta d’ingresso tra la Cina continentale e Hong Kong. Inoltre, è uno dei maggiori centri di spedizione al mondo, con un enorme porto per container.

Ancora, il governo cinese ha scelto Shenzhen come prima Zona Economica Speciale del Paese. Le ZES sono progettate per incoraggiare le imprese attraverso norme di pianificazione meno rigide e diversi incentivi fiscali e, soprattutto, per facilitare gli investimenti stranieri nelle aziende locali. È questo, oltre ai vantaggi geografici, che le ha permesso alla regione di crescere a ritmi vertiginosi.

In terzo luogo, la SEZ è stata istituita nel 1980, il che significa che la città ha avuto 37 anni per diventare il centro di produzione del mondo tecnologico. Apple si affida a un’enorme rete di fornitori e subappaltatori, alcuni dei quali producono anche solo un piccolo componente. La maggior parte di essi ha sede a Shenzhen e nei suoi immediati dintorni, quindi la logistica per riunire tutto in un unico luogo per l’assemblaggio è molto più semplice.

Quando nel 2019 un report ha suggerito che l’obiettivo di Apple era quello di spostare il 15-30% della produzione fuori dalla Cina, sono apparse subito chiare le difficoltà.

Bloomberg stima che ci vorrebbero circa otto anni per spostare solo il 10% della capacità produttiva di Apple dalla Cina, dove viene prodotto circa il 98% degli iPhone. La presenza di numerosi fornitori locali di componenti – per non parlare delle moderne ed efficienti reti di trasporti, comunicazioni ed elettricità – rende particolarmente difficile uscire dalla seconda economia mondiale.

Con la Cina che rappresenta il 70% della produzione globale di smartphone e i principali fornitori cinesi che rappresentano quasi la metà delle spedizioni globali, la regione dispone di una catena di fornitura ben sviluppata che sarà difficile da replicare e alla quale Apple potrebbe perdere l’accesso se si trasferisse.

Secondo gli analisti, Apple si trova in una posizione peggiore rispetto agli altri giganti tecnologici statunitensi.

Bloomberg sostiene infatti che la dipendenza complessiva dell’industria tecnologica potrebbe ridursi del 20%-40% entro il 2030 per gran parte delle aziende tech degli Stati Uniti.

L’esposizione di Apple alla Cina è però notevolmente maggiore rispetto a quella di molti altri. Anche Amazon., HP, Microsoft, Cisco e Dell Technologies  dipendono dalla Cina per la produzione di hardware per server, storage e prodotti di rete, ma il loro legame è di gran lunga inferiore a quello di Apple.

Un recente sondaggio dell’US-China Business Council ha rivelato che le aziende americane sono più pessimiste che mai riguardo alle operazioni di produzione in Cina, soprattutto per queste preoccupazioni:

  • Chiusura delle fabbriche
  • Relazioni USA-Cina
  • Restrizioni ai viaggi Covid
  • Dati, informazioni personali e sicurezza informaticaAumento dei costi
  • Tech decoupling
  • Concorrenza
  • Politica industriale
  • Politiche di approvvigionamento
  • Protezione della proprietà intellettuale

Circa un quarto delle aziende statunitensi con attività produttive in Cina ha spostato parte della produzione fuori dal Paese nell’ultimo anno, ma in genere si tratta solo di quella che è diventata la strategia “Cina più uno”. Questa strategia prevede che la maggior parte della produzione rimanga in Cina, ma che si aggiunga un altro Paese come emergenza.

Apple sta lavorando con i suoi fornitori per aumentare la produzione in Vietnam e India, ma la strada è ancora lunga.

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