Tim Cook parla di immigrazione, privacy e diritti umani in una nuova intervista

Il CEO di Apple Tim Cook è stato intervistato da Adam Lashinsky di Fortune per discutere di istruzione, privacy, diritti umani e immigrazione, e per spiegare perché Apple ha preso una posizione ferma su questi argomenti.

Secondo Cook, Apple ha sempre parlato di “cambiare il mondo” e questo non è qualcosa che può accadere “quando stai zitto“, anche non ci sono linee guida specifiche che l’azienda segue per decidere come e quando intervenire su argomenti di natura più politica:

Abbiamo sempre avuto a che fare con il cambiamento del mondo e mi è stato chiaro un certo numero di anni fa che questo non lo fai rimanendo tranquillo e in silenzio sulle cose che contano. Per noi, questo è stato il problema principale. Non c’è una formula per decidere quando parlare e quando non farlo. Cosa ne penso? Non voglio che Apple sia un’altra testa parlante. Dovremmo parlare solo quando abbiamo conoscenze specifiche da portare su un determinato argomento.

Possiamo Farlo? Abbiamo il diritto e le competenze per parlare di questo problema? Non è sufficiente essere una grande azienda per poter parlare. Ci pensiamo ogni volta, e questo significa per noi che in genere parliamo di educazione, privacy, diritti umani, immigrazione e ambiente perché ci sono competenze e possiamo portare il nostro punto di vista, che può essere scontato e la maggior parte delle persone potrebbe considerarlo non corretto, ma tuttavia è un punto di vista che possiamo condividere.

Cook ha continuato dicendo che le aziende non devono occuparsi solo di cose commerciali:

Il business per me non è altro che una collezione di persone e se le persone hanno dei valori – e io sostengo che dovrebbero sempre averne – allora per estensione le aziende avranno dei valori. Non bisogna mai rilasciare dichiarazioni che non siano coerenti con quello che facciamo, ma allo stesso tempo stare in silenzio su argomenti importanti può essere spaventoso e controproducente.

Ad esempio, Apple ha parlato dell’immigrazione perché l’azienda impiega molti immigrati. Abbiamo oltre 300 persone i cui diritti sono garantiti dal DACA e io voglio combattere per loro. Apple ha anche diverse migliaia di dipendenti che hanno visti H1B e che presto potrebbero trovarsi nel limbo della nuova carta verde voluta dal governo, ma bisogna sempre lottare perché tutto questo colpisce persone vere che hanno dei veri sentimenti

Per quanto riguarda la diversità, Apple “ha molte persone diverse provenienti da molti luoghi diversi, senza alcun tipo di discriminazione”. Per Cook, la diversità è un punto di forza ed è un altro argomento che lega tutta l’azienda. E da qui rientrano anche i diritti umani, con Tim Cook che ha nuovamente criticato il comportamento del governo che ha separato i bambini dai genitori messicani che avevano illegalmente superato il confine: “Ora la situazione si sta risolvendo, ma diritti umani significa trattare tutte le persone con dignità e rispetto“.

In ogni caso, Cook ha ribadito che Apple non entrerà mai in politica: “Parliamo di argomenti a cui teniamo molto e di cui possiamo parlare perché ci toccano direttamente, ma non entreremo in politica e non daremo un dollaro a nessun candidato presente o futuro. Possiamo discutere di privacy, di immigrazione, della riforma della tassazione per le imprese, delle politiche sulla riforma fiscale. Ma si tratta di argomenti legati direttamente alla nostra natura e penso che tutte le grandi aziende debbano occuparsene”. 

Sul tema della privacy, Cook ha detto che la visione di Apple su questo argomento è nata dai suoi valori e quindi il suo modello di business è stato costruito per essere all’altezza di questi valori:

Ci siamo concentrati fortemente sulla privacy quando a nessuno importava. Non siamo stati in grado di capire da subito i dettagli specifici, ma abbiamo percepito che la costruzione di un profilo dettagliato delle persone avrebbe probabilmente comportato danni significativi nel tempo, come l’utilizzo improprio di questi dati. Pensiamo che le persone non abbiano ancora una visione completa di chi ha cosa, e di quanta parte della loro vita è stata aperta a entità commerciali e enti pubblici.

Si parla anche di Apple News, con Tim Cook che difende la recente scelta di inserire notizie dedicate alle elezioni Midterm negli USA, proprio per garantire le fonti di queste notizie ed evitare fake news. Cook ha ribadito che Apple si concentra soprattutto nell’assicurarsi che gli utenti leggano contenuti obiettivi e veritieri: “Vogliamo che su Apple News ci siano contenuti interessanti e vogliamo evitare del tutto il rischio di mostrare notizie false. Ci sono fonti più conservatrici e altre più liberali, ma sempre nell’ottica di notizie obiettive e che rispettino i vari punti di vista”. 

Apple sta anche collaborando con alcune agenzia governative degli Stati Uniti per garantire la massima imparzialità durante le prossime elezioni, evitando qualsiasi tipo di fake news.

Il discorso è poi caduto sulla funzione Screen Time di iOS 12, con Cook che spiega come Apple non ha mai voluto che le persone usassero troppo i loro prodotti. Lui stesso afferma che, grazie a Screen Time, ha ridotto l’utilizzo dell’iPhone, soprattutto per quanto riguarda la gestione delle notifiche:

Vogliamo che tutti possano sapere quanto tempo passano sui loro iPhone, così da evitare usi eccessivi del dispositivo. Chiaramente, una volta avuta questa informazione, ognuno è poi libero di fare le sue scelte.

Infine, Tim Cook ha confermato una serie di investimenti a lungo termine negli USA da qui a dieci anni, per la creazione di nuovi stabilimenti, campus e posti di lavoro.

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