
Apple ha pubblicato un nuovo corto intitolato “No Frame Missed”, in cui dimostra come una funzione pensata inizialmente per lo sport e le riprese dinamiche sia diventata un supporto fondamentale per chi convive con il morbo di Parkinson.
Il video racconta le storie di tre persone, Brett Harvey, Ellen Victoria e Bette W., tutte diagnosticate con la malattia in età relativamente giovane, e mostra come l’Action mode dell’iPhone riesca a stabilizzare le riprese anche in presenza di movimenti involontari, permettendo di registrare momenti preziosi senza distrazioni o immagini mosse.
L’Action mode, introdotto per la prima volta con iPhone 14, è stato presentato come lo strumento ideale per catturare video di sport e attività frenetiche. Tuttavia, il corto rivela un impatto ancora più profondo: quello di ridare alle persone con disturbi del movimento la possibilità di esprimersi e conservare ricordi con la stessa naturalezza di chiunque altro.
Accanto a questa funzione, Apple evidenzia l’importanza di Voice Control, che consente di utilizzare l’iPhone completamente a mani libere, impartendo comandi vocali per gestire le riprese e le app. La combinazione delle due tecnologie rende l’iPhone uno strumento non solo versatile, ma anche un potente alleato per l’accessibilità e l’inclusione.
Il video sottolinea come, dietro una funzione pensata per gli sportivi, si nasconda un valore umano inaspettato. Per le persone con Parkinson, la possibilità di registrare momenti familiari, di raccontare la propria quotidianità o semplicemente di divertirsi con la creatività video diventa un gesto di libertà.
Apple conclude il corto con un messaggio chiaro: le scene mostrate sono state girate proprio dai protagonisti grazie all’Action mode. Una testimonianza autentica di come la tecnologia possa davvero fare la differenza nella vita quotidiana.
Il lavoro di Apple non si ferma al prodotto. Già su Apple TV+, la serie Shrinking ha portato sullo schermo un personaggio affetto da Parkinson, interpretato da Harrison Ford, contribuendo a diffondere maggiore consapevolezza.
E la connessione diventerà ancora più forte con la terza stagione, che vedrà l’arrivo di Michael J. Fox, da decenni una delle voci più importanti nella sensibilizzazione e nella ricerca sulla malattia, dopo la sua diagnosi nei primi anni ’90.