OpenAI sfida Apple: ChatGPT vuole sostituire Siri

Documenti interni rivelano i piani di OpenAI per trasformare ChatGPT in un super-assistente capace di sfidare Siri e conquistare l’ecosistema Apple.

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OpenAI ha di fatto dichiarato guerra a Siri. E lo fa con un documento interno che, pur essendo nato lontano dai riflettori, oggi è finito sulle scrivanie di analisti e regolatori.

Si tratta del piano strategico “ChatGPT: H1 2025 Strategy”, emerso grazie al processo del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti contro Google. Un documento che svela l’ambizione di OpenAI: non accontentarsi più di essere un’app utile o un chatbot da browser, ma diventare il primo “super-assistente” personale, disponibile ovunque, integrato in ogni ambiente, pronto a fare tutto. Anche – e soprattutto – ciò che Siri non è mai riuscita davvero a fare.

L’idea è semplice. ChatGPT si trasformerà in un’entità sempre presente, con competenze larghe e verticali (quelle che il documento chiama “T-shaped skills”), pronta a supportare l’utente nella vita di tutti i giorni: dal gestire la posta elettronica al prenotare viaggi, dal cercare casa all’organizzare la settimana, fino ad attività più complesse come scrivere codice o produrre contenuti personalizzati.

E non parliamo di ipotesi astratte: nei primi sei mesi del 2025, OpenAI ha già introdotto strumenti come “Operator”, che permette al modello di agire direttamente su interfacce e app, e ha potenziato la memoria dei chatbot per offrire continuità e contesto tra le interazioni.

Il documento è anche una dichiarazione di intenti dal sapore politico. OpenAI non si limita a descrivere cosa vuole costruire: spiega anche perché i gatekeeper come Apple, Google e Microsoft devono fare spazio. E qui il bersaglio diventa chiaramente l’attuale ecosistema chiuso di iOS.

“Gli utenti – scrivono – dovrebbero poter scegliere il proprio assistente AI, senza imposizioni. Che si tratti di iOS, Android o Windows, ChatGPT dovrebbe poter essere impostato come assistente predefinito”. Il riferimento alla posizione dominante di Apple e alla sua gestione delle app predefinite è palese. E fa il paio con un’altra richiesta che farà discutere: “I motori di ricerca dovrebbero offrire apertura verso gli assistenti AI, rendendo accessibili i propri indici a strumenti come ChatGPT”.

Sul fronte opposto, Apple sembra ancora in cerca di una direzione chiara. Dopo anni di promesse mai del tutto mantenute, la leadership di Siri è passata nelle mani di Mike Rockwell, già a capo del team Vision Pro. Intanto Robby Walker, ex responsabile di Siri, guida un misterioso progetto interno noto come “Knowledge”, che secondo indiscrezioni sarebbe la risposta di Apple a ChatGPT.

Ma anche qui, le ombre non mancano: secondo Bloomberg, i problemi che hanno rallentato Siri in passato stanno già minando la nuova iniziativa.

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