Bloomberg: Apple è (ancora) pericolosamente dipendente dalla Cina

La Cina continua ad essere indispensabile per Apple, malgrado la corsa alla diversificazione iniziata alcuni anni fa.

Bloomberg ribadisce le preoccupazioni sulla dipendenza di Apple dalla Cina per ciò che l’azienda definisce “FATP”: assemblaggio finale, test e imballaggio.

cina apple

Mark Gurman osserva che è stato Tim Cook il primo responsabile della decisione di utilizzare la Cina come hub di assemblaggio, ai tempi in cui era il chief operations officer dell’azienda. Le prime avvisaglie di problemi da questa dipendenza si erano già viste nel 2017 e nel 2019 con le continue interferenze del governo cinese, ma ora, tra pandemia, blocchi e rapporti sempre più difficili tra Stati Uniti e Cina, tale dipendenza rischia di essere pericolosa per la gestione futura dei prodotti.

Secondo Gurman, uno scenario già da incubo potrebbe facilmente portarne un altro: la Cina potrebbe essere incoraggiata da ciò che sta vedendo in Ucraina e decidere che è finalmente giunto il momento di prendere il controllo di Taiwan. A quel punto, gran parte del mondo imporrebbe nuove sanzioni finanziarie alla Cina, pur sapendo che l’impatto economico globale sarebbe elevato.

Detto questo, Apple potrebbe permettersi di prendere una posizione di principio anche in Cina come ha fatto in Russia? Non solo sacrificherebbe una quota elevata delle sue vendite all’interno del paese, ma Apple sarebbe anche del tutto incapace di soddisfare la domanda di prodotti nel resto del mondo se interrompesse la produzione cinese.

Non a caso, la stessa Apple ha detto che gli attuali lockdown in Cina che stanno frenando la produzione potrebbero costare all’azienda tra i 4 e gli 8 miliardi di dollari. Bloomberg ribadisce che non è facile cambiare dall’oggi al domani, ma anche che sono ormai almeno cinque anni che si parla di questo problema di forte dipendenza di Apple dalla Cina.

Il vero collo di bottiglia nella produzione è il processo di assemblaggio, meglio conosciuto in Apple e nel settore manifatturiero come FATP. Questo acronimo sta per assemblaggio finale, test e confezionamento. La stragrande maggioranza dei dispositivi Apple passa attraverso questo processo in Cina. Ecco perché gran parte dei MacBook Pro, iPad o iPhone riporta la dicitura “Assembled in China“.

Si tratta di un modello di cui lo stesso Cook ha aperto la strada, centralizzando l’assemblaggio nel paese con i vari componenti che vengono spediti da tutto il mondo. Per tali motivi, Gurman suggerisce ad Apple di investire ancora di più per il suo programma di diversificazione della produzione.

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