Negli ultimi due anni, Apple ha presentato oltre 200 opposizioni su marchi e loghi troppo vicini alla mela morsicata. Alcuni definiscono questa tattica a vero e proprio “bullismo”.

Un nuovo report mette in luce proprio queste strategie attuate da Apple. Una piccola imprenditrice negli Stati Uniti, ad esempio, racconta che dal 2019 è perseguitata da azioni legali di Apple per aver usato una mela nel suo marchio.
Secondo l’organizzazione no-profit Tech Transparency Project, dal 2019 Apple ha presentato 215 opposizioni sui marchi per difendere il proprio logo, nome o titoli dei prodotti. Si tratta di un numero quasi doppio rispetto alle opposizioni complessive presentate da competitor come Microsoft, Amazon, Facebook e Google.
Ritornando all’imprenditrice di prima, Apple le ha fatto causa perché il logo della sua azienda utilizza una mela aperta di colore verde neon e rosa, che simboleggiava i genitali femminili e veniva usato per un blog dedicato alla vita sessuale. La donna non ha mai avuto i soldi per affrontare la causa legale di Apple e ha deciso di desistere. L’azienda di Cupertino affermava che quel logo “poteva offuscare la reputazione di Apple, che da sempre cerca di non associarsi a materiale apertamente sessuale o pornografico“.
Dal report emerge che Apple ha spesso preso di mira realtà che poco o nulla hanno a che fare con la tecnologia o che spesso sono talmente piccole da avere un pubblico così limitato da non poter offuscare alcuna reputazione.
Un portavoce dell’azienda ha affermato che la società è obbligata per legge a difendere i propri marchi e che “quando vediamo applicazioni eccessivamente ampie o che potrebbero confondere i nostri clienti, il nostro primo passo è sempre quello di contattare i responsabili e cercare di risolverle il tutto in modo rapido e amichevole. La causa legale è sempre l’ultima risorsa“.
Secondo Christine Farley, professoressa di legge presso il Washington College of Law dell’American University, ha detto che la strategia di Apple equivale a tattiche di bullismo e non sono necessarie per proteggere il suo marchio dalla confusione del pubblico.
Tra l’altro, anche i fornitori e tutti i partner Apple non possono parlare apertamente dell’azienda o di simboli ad essa associata nelle mail e nelle comunicazioni interne, per questioni di segretezza. Molti utilizzano quindi nomi o frutti alternativi, come ad esempio la pera, per non rischiare di finire in una causa con Apple.