I tagli alla produzione del silicio in Cina potrebbero far lievitare i prezzi che Apple e altri importanti produttori pagano ai propri fornitori.
Secondo gli ultimi dati, il prezzo dei materiali utilizzati per produrre il silicio è aumentato del 300% in meno di due mesi. Il silicio è una parte importante del panorama tecnologico, poiché viene utilizzato per la produzione di chip, ma anche in tanti altri settori, tra cui la produzione di vetro e persino del calcestruzzo e del silicone. Negli ultimi mesi, l’offerta di questo materiale sta diventando estremamente ridotta, nonostante il silicio costituisca il 28% della crosta terrestre.
Sebbene i problemi come la maggiore domanda di chip e la carenza di acqua abbiano avuto un impatto sui fornitori di dispositivi elettronici, anche quella del silicio sta diventando un’area molto problematica con tagli alla produzione in Cina che hanno fatto lievitare il prezzo di questo materiale.
Gran parte dei tagli alla produzione sono causati dal governo cinese, che ultimamente sta tentando di ridurre il consumo di energia nel paese. Ad esempio, le aziende nella provincia dello Yunnan rappresentano i secondi produttori di silicio in Cina, ma sono state costrette a tagliare tagliare la produzione del 90% su richiesta del governo.
Si prevede che il prezzo del silicio rimarrà elevato almeno fino all’estate 2022, quando poi la produzione dovrebbe riprendere ai livelli del 2020. Fino ad allora, è probabile che il costo aggiuntivo per l’acquisto del silicio poss avere un impatto sui prezzi finali, anche dei prodotti Apple.
Se l’azienda riuscirà a non aumentare i prezzi sarà solo grazie ad un’attenta gestione della catena di fornitura. Apple, infatti, avrebbe deciso di ridimensionare gli ordini di chip per gli iPhone di vecchia generazione, per aumentare quelli relativi agli iPhone 13 così da soddisfare la richiesta degli utenti. Inoltre, sembra che gli ordini di chip prodotti da TSCM e previsti per il 2021 non subiranno rallentamenti.