Phil Schiller testimonia su App Store, costi della WWDC, accordi con sviluppatori e tanto altro

Schiller svela che organizzare una WWDC costa ad Apple 50 milioni di dollari.

L’attesa testimonianza di Phil Schiller nel processo Epic vs. Apple ha fornito diverse informazioni interessanti su App Store, la WWDC e i rapporti con gli sviluppatori.

I costi dell’App Store

Durante la sua testimonianza, Phil Schiller ha rivelato che organizzare una Worldwide Developer Conference costa ad Apple circa 50 milioni di dollari all’anno. Questa cifra si riferisce alle WWDC solite organizzate di persona e non all’ultima versione digitale che sarà ripetuta anche quest’anno.

Questa dichiarazione è importante per il processo perché Epic ha sempre affermato che l’elevata redditività dell’App Store è uno dei motivi per cui Apple continua a richiedere il 30% delle transazioni digitali. Apple si è sempre difesa dicendo che l’App Store fornisce sicurezza, privacy, un team di revisione, server, distribuzione e altre operazioni che hanno un costo. Ieri, Schiller ha fatto capire che tra i costi collaterali dell’App Store ci sono anche ricerca e sviluppo, oltre ad eventi come la WWDC, indispensabili per consentire agli sviluppatori di sfruttare tutte le novità di iOS e degli altri sistemi oprativi. Schiller ha affermato che Apple ha speso 100 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo negli ultimi quindici anni, di cui 18 miliardi solo nel 2020.

Inoltre, durante la sua testimonianza Schiller ha rivelato che Apple sta costruendo una struttura dedicata agli sviluppatori presso il campus Apple Park. Qui, gli sviluppatori potranno lavorare direttamente con gli ingegneri Apple sulle loro applicazioni e ricevere supporto e aiuto. Tuttavia, non sono stati forniti ulteriori dettagli su questo nuovo Developer Center.

Il dirigente afferma anche che il suo App Store ha generato acquisti fisici per un valore di 400 miliardi di dollari in un solo anno nel 2019 e che, a differenza degli acquisti e degli abbonamenti digitali, Apple non prende un centesimo di quei soldi. Schiller ha spiegato che Apple non prende alcuna percentuale da questi acquisti perché non poteva e non può garantire che gli oggetti fisici sarebbero effettivamente arrivati.

Schiller ha poi spiegato che Apple ha attualmente 5.000 persone che lavorano sui rimborsi App Store, con un meccanismo che consente agli sviluppatori di sapere quando è stato emesso un rimborso in modo che possano interrompere la fornitura di un prodotto o servizio.

Programma partner video

Schiller ha anche offerto alcuni dettagli interessanti sul programma partner video dell’App Store, che offre una tariffa di commissione inferiore per i servizi di streaming. Questo programma consente ad app qualificate come Prime Video di offrire ai clienti la possibilità di acquistare o noleggiare film e programmi TV utilizzando il metodo di pagamento legato al loro abbonamento video esistente. Questo stesso programma copre funzionalità come l’integrazione con l’app TV, AirPlay 2, la ricerca universale e l’integrazione single sign-on.

Il dirigente Apple ha spiegato nella sua testimonianza che questo programma, che è aperto a chiunque, è nato perché i partner hanno chiesto di mantenere la propria base di clienti dai servizi esistenti. Apple ha accettato e ha lanciato questa novità.

Le commissioni

Schiller ha rivelato che il 90% degli sviluppatori si qualifica per l’App Store Small Business Program, che riduce la commissione dell’App Store al 15%. È interessante notare che Schiller ha affermato che il riciclaggio di denaro sporco e le frodi sono stati degli ostacoli al lancio del programma App Store Small Business che era già previsto per il 2016. Inoltre, ha affermato che la causa contro Epic lo ha aiutato a ottenere l’approvazione dai suoi colleghi in Apple per lanciare anticipatamente il programma. “Non è il motivo per cui l’abbiamo fatto, ma sicuramente ha aiutato”, ha detto Schiller durante la testimonianza.

Schiller ha testimoniato che l’84% di tutte le app dell’App Store sono completamente gratuite, percentuale che scende al 75% quando si tratta di giochi. Di questi giochi, circa il 17% è freemium (richiede acquisti in-app per sbloccare i contenuti) e solo il 2% si basa su un modello di abbonamento.

Inoltre, Schiller ha anche confermato l’esistenza di un team all’interno di Apple soprannominato FEAR (fraud, engineering, algorithms, and risk). Secondo Schiller, il team conduce operazioni antifrode, antipirateria, anti-spam e di gestione del rischio di nuove funzionalità. Questo team è diversificato dal reparto standard che si occupa della revisione delle app.

Game streaming e xCloud di Microsoft

Per quanto riguarda i servizi di game streaming come xCloud di Microsoft, che su App Store possono arrivare solo se i singoli giochi vengono sottoposti a controllo, Schiller ha spiegato che il motivo di questa scelta è abbastanza semplice.

Apple richiede ai servizi game streaming di inviare singole app al suo App Store per la revisione, anche se fanno parte di un catalogo in streaming di centinaia di titoli. Il motivo è che quando le persone cercano un gioco nell’App Store, Apple vuole fornire agli utenti una classificazione per età e controllo genitori, una pagina del prodotto e politiche sulla privacy nello stesso modo in cui fa per altre app, indipendentemente da come viene distribuito.

Questa scelta è stata fortemente criticata da Microsoft, che alla fine ha deciso di portare xCloud su iPhone tramite web app. Quando il giudice Yvonne Gonzalez Rogers ha chiesto a Schiller perché i giochi fossero trattati in modo diverso rispetto alle app di contenuti video come Netflix, Schiller ha risposto in questo modo:

Oltre ai motivi già descritti, Netflix ha un account e una politica sulla privacy. Le persone non accedono ai singoli film per guardarli nello stesso modo in cui potrebbero accedere all’ultimo gioco di avventura di Assassin’s Creed di Ubisoft per tenere traccia dei propri progressi e connettersi con gli amici. Questi sono giochi interattivi. Si tratta di qualcosa che richiede che tu faccia molto di più che riprodurre un semplice video.

L’App Store non è un negozio di film. È un negozio di app e giochi. Quindi, quando si introducono i giochi in un modo diverso, non funziona più come previsto dal nostro negozio di giochi.

Anche se molti saranno in disaccordo, è interessante sentire finalmente da un dirigente Apple il motivo per cui l’azienda prende posizioni particolari su App Store.

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