Apple e le acquisizioni, ecco come si muove il gigante di Cupertino

Apple sta portando avanti una strategia ben precisa: acquisire solo piccole aziende, tranne qualche rara eccezione.

L’approccio di Apple alle acquisizioni si concentra su società più piccole piuttosto che su accordi con grandi nomi, come spiegato nel dettaglio da un nuovo report della CNBC.

Apple Park

In primis, Apple valuta gli obiettivi di acquisizioni partendo dal numero di ingegneri che quell’operazione può garantire. Malgrado le transazioni con grandi nomi ottengano i titoli dei giornali, Apple si differenzia dai suoi concorrenti diretti perché preferisce effettuare acquisizioni più piccole.

Come accennato prima, lo scopo principale di Apple è quello di portare in azienda il personale tecnico da startup e altre piccole aziende acquisite. Inoltre, dal report emerge che Apple dà valore alle aziende in base al numero di ingegneri presenti e alla rapidità con cui può integrare tali dipendenti nei propri team.

Abbiamo visto aziende come Google, Facebook, Intel e Amazon fare affari da molti miliardi di dollari“, osserva l’analista di GlobalData Nicklas Nilsson. “Apple sta acquistando startup più piccole mentre gli altri spendono di più per giocatori affermati“. Questo non vuol dire che Apple evita acquisizioni importanti, come dimostra l’accordo da 1 miliardo di dollari portato a termine nel 2019 per acquistare il business dei modem di Intel.

Guardando i dati, si scopre anche che Apple, dal 2016 al 2020, ha acquisito ben 25 piccole società specializzate in intelligenza artificiale, probabilmente con l’intento di migliorare Siri e pensare ad altri prodotti futuri. In totale, negli ultimi sei anni Apple ha acquisito circa 100 società.

A termine di queste piccole acquisizioni, Apple chiede sempre molta discrezione e avverte il personale della startup di non aggiornare i profili LinkedIn prima dell’ufficialità vera e propria. Inoltre, nel caso in cui si stiano diffondendo voci su una particolare acquisizione, Apple chiede di non rispondere alle congratulazioni ricevute da familiari o amici prima dell’ufficialità.

CNBC afferma anche che Apple non è quasi mai interessata a mantenere attivi i prodotti o i servizi delle aziende acquisite, che spesso sono obbligate a interrompere del tutto il loro vecchio business. Proprio per questo motivo, sembra che i ricavi dell’azienda acquisita non siano realmente legati alle decisioni di acquisizione da parte di Apple.

L’obiettivo principale è il personale tecnico dell’azienda acquisita, piuttosto che i team di vendita o di supporto, tanto che negli accordi preliminari viene spesso specificato che un certo numero di dipendenti tecnici devono passare ad Apple, altrimenti l’acquisizione non verrebbe formalizzata. In media, il prezzo di acquisizione è pari a circa 3 milioni di dollari per singolo ingegnere.

Questi dipendenti tecnici riceverebbero anche le cosiddette “manette d’oro”, in genere grandi pacchetti di azioni e bonus che maturano per più anni, così da impedire loro di andarsene dopo il completamento di un’acquisizione. Il pacchetto di solito funziona bene, con i dipendenti che spesso rimangono anche dopo la prima assegnazione di azioni.

Per quanto riguarda il processo di acquisizione, il primo step prevede sempre una presentazione dell’azienda target ai team tecnici di Apple. Se un team manager vuole portare a bordo ingegneri di quell’azienda, allora coinvolge il team specializzato nelle acquisizioni per avviare la transazione.

Piuttosto che far intervenire banche o altri consulenti terzi, il team M&A (mergers and acquisitions) di Apple avvia la due diligence e i colloqui al team per garantire che non ci siano sorprese. Dopo l’acquisto, un team di specialistiApple integra i nuovi dipendenti nel loro nuovo team.

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