Le difese dell’App Store sono come quelle di “un coltello di plastica in uno scontro a fuoco”

Le protezioni dell'App Store erano molto deboli, almeno secondo le dichiarazioni di un importante ingegnere Apple.

Documenti interni condivisi come parte della causa legale tra Epic Games e Apple suggeriscono che i controlli sull’App Store erano gravemente inadeguati, almeno in passato.

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Epic ha citato due dichiarazioni particolarmente schiaccianti di Eric Friedman, capo dell’unità Fraud Engineering Algorithms and Risk di Apple. Friedman ha paragonato le difese dell’App Store contro i malintenzionati al “portare un coltello di plastica in uno scontro a fuoco“.

Dai documenti emerge anche un altro paragone fatto da Friedman rispetto al processo di revisione delle nuove app su App Store “... più simile alla bella signora che ti saluta all’aeroporto hawaiano che non al cane antidroga. Non siamo equipaggiati per difenderci da aggressori sofisticati“. Queste citazioni sono state presentate da Epic come ulteriore prova del fatto che Apple sta usando la scusa della sicurezza come pretesto per richiedere le commissioni su App Store.

Apple sostiene che il controllo esclusivo sul mercato delle app iOS è positivo per i consumatori perché garantisce sicurezza, protezione e funzionalità. Epic afferma che questo non è vero poiché molte app non funzionanti, fuorvianti, poco sicure o addirittura fraudolente riescono a superare il processo di revisione dell’app.

Le protezioni antifrode di Apple comprendono sia controlli automatici che verifiche umane, e non è chiaro se Friedman si riferisca solo al primo elemento o all’intero processo. In ogni caso, il fatto che un ingegnere senior di Apple incaricato di prevenire questo tipo di cose consideri il processo di revisione dell’app come inadeguato al compito che deve portare a termine non aiuterà certamente l’azienda di Cupertino nel prossimo caso antitrust.

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