Apple dovrà pagare i dipendenti Apple Store per il tempo perso durante le perquisizioni

Apple colpevole per non aver pagato i dipendenti degli Apple Store sottoposti ai controlli di sicurezza quotidiani.

La Corte Suprema della California ha stabilito che Apple ha violato la legge che obbliga le aziende a pagare i dipendenti per il tempo trascorso nelle fasi di controllo degli zaini, delle borse e dei dispositivi sul posto di lavoro. La società è responsabile per milioni di dollari di salari non pagati.

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In una sentenza emessa ieri, il tribunale ha ritenuto che i dipendenti degli Apple Store devono essere pagati per il tempo perso durante le perquisizioni di borse, pacchi, dispositivi e altri oggetti personali. L’azienda non ha mai considerato questo tempo come ore di lavoro, ma per la Corte Suprema della California i dipendenti stavano a tutti gli effetti lavorando anche in quel momento.

Come tante aziende negli USA, anche Apple ha da tempo attivato un programma antifurto dopo i tanti casi di dipendenti che hanno trafugato dispositivi e altri oggetti dagli Apple Store.  La Corte ha stimato che il tempo perso da ogni singolo dipendente è di 20 minuti, anche se alcuni querelanti hanno detto che a volte sono stati costretti ad aspettare fino a 45 minuti prima di poter lasciare il posto di lavoro dopo il proprio turno. Considerando il numero dei dipendenti degli Apple Store in California, Apple sarà obbligata a pagare milioni di dollari all’anno.

La causa contro Apple è iniziata nel 2013, quando due ex dipendenti hanno denunciato l’azienda per richiedere il pagamento di tutte le ore perse durante questi controlli. I giudici hanno spiegato che i querelanti hanno ragione poiché questi controlli non sono effettuati a favore degli stessi dipendenti, ma soltanto per una questione di sicurezza a beneficio esclusivo dell’azienda.

La politica di Apple prevede che i dipendenti degli Apple Store si sottopongano a  controlli alla fine di ogni turno e quando vanno in pausa pranzo. I controlli vengono eseguiti 24 ore su 24 e i dipendenti non vengono pagati per i minuti persi durante questa procedura obbligatoria e non volontaria.

Da parte sua, Apple sostiene che le misure antifurto sono effettuate a favore dei dipendenti, visto che l’alternativa sarebbe stata quella di vietare di portare sul posto di lavoro borse e dispositivi personali. I giudici, però, non sono stati convinti da questa tesi:

Nelle circostanze di questo caso e nelle realtà della vita ordinaria del 21° secolo, troviamo l’affermazione di Apple, secondo cui la sua politica di perquisizione delle borse può essere giustificata come un vantaggio per i suoi dipendenti, inverosimile e insostenibile.

Notiamo anche l’ironia e l’incoerenza delle argomentazioni di Apple. Nelle sue affermazioni, Apple dice che l’iPhone personale dei dipendenti sarebbe superfluo da portare a lavoro, ma questa tesi è direttamente in contrasto con le tante pubblicità e le tante dichiarazioni pubbliche dell’iPhone come parte integrante e fondamentale della vita di tutti.

Il tribunale indica anche un’intervista del 2017 in cui il CEO di Apple Tim Cook ha affermato che gli “iPhone sono diventati così integrati e parte integrante delle nostre vite, che non penseresti di uscire di casa senza il tuo smartphone“.

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