L’amministrazione Trump sta considerando l’ipotesi di vietare qualsiasi crittografia end-to-end su piattaforme tecnologiche. Questa proposta interessa da vicino app e servizi come iMessage, FaceTime, WhatsApp e Telegram.
Secondo quanto riportato da Politico, l’argomento “crittografia end-to-end” sarebbe stato al centro di una riunione dedicata alla sicurezza nazionale che si è tenuta mercoledì scorso
I maggiori funzionari dell’amministrazione Trump si sono incontrati mercoledì per discutere se chiedere formalmente una regolamentazione legislativa che proibisca alle società tecnologiche di utilizzare forme di crittografia end-to-end che le forze dell’ordine non sono in grado di superare. Si tratta di un importante passo rispetto alla battaglia in corso negli Stati Uniti tra tutela della privacy, che vede Apple in prima fila, e sicurezza nazionale. Nella riunione, questo tipo di crittografia è stata definita “going dark”, segno che i funzionari dell’amministrazione Trump non vedono di buon occhio i sistemi di protezione utilizzati da Apple e da altre aziende per tutelare la privacy degli utenti.
Con i sistemi di crittografia end-to-end nessuno, nemmeno il titolare del servizio, è in grado di intercettare o recuperare i dati condivisi dagli utenti, ad esempio in iMessage o WhatsApp. Al momento non è stata presa ancora nessuna decisione, perché all’interno del governo ci sono comunque opinioni fortemente contrastanti in materia.
Il Dipartimento di Giustizia e l’FBI sostengono che il divieto della crittografia sarebbe un passo importante per aiutare a catturare criminali e terroristi, mentre dall’altra tutte le aziende tech ritengono che senza crittografia i dati degli utenti sarebbero in balia di qualsiasi governo o criminale informatico. La stessa Cybersecurity and Infrastructure Security Agency sostiene l’importanza della crittografia end-to-end per tutelare gli utenti.
Ora si attende anche il parare del presidente Trump per capire come si muoverà il governo.