Il futuro di Apple si chiama “Servizi” e non “iPhone”, parola di Gene Munster

Gene Munster avvisa gli investitori su un cambio radicale nel modo in cui bisogna studiare l’andamento di Apple e dei suoi titoli azionari: il futuro dell’azienda dipenderà sempre meno dalle vendite degli iPhone e sempre più dai “Servizi”.

 

Circa ogni 10 anniscrive Gene Munster, “c’è un nuovo paradigma che guida gli investitori sull’andamento del titoloApple. Dopo la crescita dei Mac dal 1978 al 1985, si è passati dall’era dei computer post-lavoro a quella della competizione con i PC fino al 1997. Dal 2001 al 2006 abbiamo assistito all’era dell’iPod, e dal 2007 ad oggi a quella dell’iPhone”. 

Nel suo articolo, Munster scrive che presto si potrà parlare di un nuovo paradigma: “Apple as a Service“. Ben presto, gli investitori non si lasceranno più intimidire dai cicli di vendita degli iPhone o dalle delusioni per un trimestre andato male, visto che molto dipenderà invece dai servizi Apple: “Quello che lentamente scomparirà in questo nuovo modo di pensare è l’hype degli investitori quando Apple sta per lanciare un nuovo prodotto e, di conseguenza, tutta l’inevitabile ansia per le vendite del nuovo dispositivo. Parleremo sempre di nuovo hardware e sarà sempre importante, ma non influenzerà più così tanto il valore azionario di Apple”.

In pratica, anche se le vendite di un nuovo iPhone andranno peggio del previsto, le azioni Apple ne risentiranno sempre meno. Tutto questo è dovuto al fatto che saranno i servizi a rappresentare la voce grossa nelle entrate dell’azienda tra Apple Music, futuro servizio di streaming video, iCloud, App Store e iTunes Store. Nei prossimi anni, il business dei servizi Apple crescerà del 15% e già oggi rappresenta 9.19 miliardi di revenue per l’azienda.

 

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