7 notizie per 7 giorni: nuovo appuntamento con la rubrica hi-tech di iPhoneItalia – Appuntamento numero #11

Chi possiede un iPhone è, nella maggior parte dei casi, anche un appassionato di tecnologia, come lo siamo noi di iPhoneItalia. Proprio per questo abbiamo deciso di creare una nuova rubrica, denominata “7 notizie per 7 giorni”, nella quale verranno riassunte le 7 notizie di tecnologia più interessanti e curiose della settimana, ma non riguardanti propriamente il mondo iPhone. Un modo per discutere insieme di tecnologia e non far mancare nulla ai nostri lettori! Eccoci arrivati ad un nuovo appuntamento.

Negli USA Facebook obbligatorio per chi cerca lavoro in alcune amministrazioni pubbliche

Alcune amministrazioni pubbliche statunitensi richiedono obbligatoriamente le informazioni sul profilo Facebook dei candidati al posto di lavoro. Come l’amministrazione penitenziaria del Maryland, che dopo aver ricevuto oltre 2600 candidature per alcuni posti da sorvegliante ha pensato bene di richiedere a tutti email e password di Facebook per raccogliere informazioni sul carattere, le opinioni e le abitudini dei vari candidati. Ad esempio, alcuni furono subito esclusi per la presenza di messaggi violenti pubblicati sul social network. La pratica venne subito sospesa su intervento della Aclu (Unione americana per le libertà civili), ma ancora oggi c’è chi chiede ai candidati di mostrare il proprio profilo Facebook per visualizzare amici, link e foto.

[via]

 Twitter si arrende e rilascia i dati degli utenti alla polizia

Dopo un primo rifiuto, anche Twitter si è vista obbligata a fornire i dati di alcuni utenti su richiesta della polizia. E’ successo negli USA, dove il noto social network ha dovuto rilasciare i dati personali di un certo @pOisAnOn, coinvolto nelle protesta Occupy Boston. Inizialmente Twitter si era rifiutato di concedere queste informazioni, sostenendo che tale pratica fosse contraria al Primo Emendamento. Successivamente, però, i responsabili di Twitter hanno dovuto rilasciare tali dati dopo le continue richieste della polizia, effettuate seguendo le linee guida per l’applicazione della legge. Twitter assicura che l’indagine riguarda solo pochi utenti e non verranno richieste le informazioni di tutti coloro che, in base a determinati hastag, sono indiziati di aver partecipato alle proteste.

[via]

Zenox pubblica lo studio sull’andamento degli acquisti tecnologici online

Con il proprio modello basato sulle transazioni, zanox, il network Zenox fornisce un’analisi delle tendenze e gli sviluppi nel settore dell’e-commerce e del mobile commerce.

I risultati delle analisi ottenute da oltre 1.000 programmi nei mercati europei più strategici di Germania, Italia, Francia, Spagna, Paesi Bassi, Scandinavia, Polonia/Est Europa che registrano un volume di transazioni annuali di decine di milioni, sono stati inseriti e processati all’interno dello “zanox Mobile Performance Barometer”. I risultati derivanti dallo “zanox Mobile Performance Barometer” forniscono indicatori decisivi per lo sviluppo e lo spostamento di quote di mercato e abitudini del consumatore verso il settore dell’m-commerce. Lo “zanox Mobile Performance Barometer” è un indicatore sicuro sullo sviluppo nell’m-commerce poiché non si basa su proiezioni, ricerche o altre opinioni di esperti ma, semplicemente, su transazioni reali; in altre parole, acquisti, conclusioni di contratti o sottoscrizioni.

La valutazione “Mobile Christmas 2011” è un estratto realizzato in anteprima dallo “zanox Mobile Performance Barometer 2011” e fornisce indicazioni speciali sulle tendenze degli acquisti Natalizi avvenuti via mobile nei mesi di novembre e dicembre.

Panoramica dei paesi/regioni presi in considerazione nello “zanox Mobile Performance Barometer”:

  • Germania
  • Italia
  • Spagna
  • Francia
  • Paesi Bassi (focus sull’Olanda)
  • Europa dell’Est (focus sulla Polonia)
  • Scandinavia (focus sulla Svezia)

Paesi:

  • Rispetto al 2010, gli acquisti Natalizi via mobile avvenuti nel 2011 mostrano una crescita del 378% nel numero delle transazioni e del 323% in termini di fatturato
  • La Scandinavia è stata la prima regione nello shopping Natalizio del 2011 – con la più alta percentuale di fatturato complessivo nel paese/regione e con una crescita di fatturato anno-su-anno di oltre il 600 % (No. 2 spot)
  • La Polonia/Europa dell’Est ha raggiunto il primo posto con una crescita annuale del 747 %, ma si colloca all’ultimo posto relativamente alla quota di fatturato

Quota di fatturato m-commerce nella regione Crescita di fatturato anno-su-anno (Xmas):

  • Scandinavia (Svezia) 3.2% 606%
  • Paesi Bassi 3.0% 536%
  • Italia 1.8% 395%
  • Spagna 2.8% 316%
  • Germania 2.6% 304%
  • Francia 2.0% 238%
  • Europa dell’Est 1.3% 747%
  • zanox (complessivamente) 2.4% 323%

M-Commerce – E-Commerce – iPad-Commerce:

  • Lo sviluppo in novembre e dicembre e la distribuzione settimanale di e-commerce ed m-commerce sono praticamente identici
  • In ogni caso, il momento clou è all’inizio della settimana (Lun-Mer) con occorrenze più basse il sabato
  • Sono state rilevate abitudini del consumatore completamente diverse per l’iPad: c’è il cosiddetto “iPad Mobile Sunday” con picchi elevati nelle domeniche, oltre ad un evidente aumento dell’attività nel periodo tra novembre e dicembre
  • Altre informazioni: In base ad un’analisi preliminare dello “zanox Mobile Performance Barometer 2011”, l’iPad conta oltre il 50 % del fatturato mobile nel network zanox

Gioco Online: cresce di poco la spesa degli italiani

Nel corso del convegno “Il Gioco Online in Italia: aumenta l’offerta, si trasforma la domanda” tenutosi al Campus Bovisa sono stati presentati i risultati della ricerca dell’Osservatorio Gioco Online, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, dall’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato e da Sogei *.

La Raccolta online raddoppia nel 2011 passando da 4,8 a 9,85 miliardi di euro. A tale risultato ha contribuito, tra l’altro, l’introduzione – dal mese di luglio 2011 – dei giochi di carte organizzati in forma diversa dal torneo e dei giochi di sorte a quota fissa, a distanza (Poker cash e Casinò games), attraverso la quale si è mirato a recuperare alla legalità un settore di gioco particolarmente interessato dalla presenza di operatori illegali.

I giochi online

I giochi tradizionali (Scommesse sportive, Poker a torneo, Bingo, Scommesse ippiche e Concorsi a pronostico, ecc.), invece, segnano una diminuzione pari al 24%, passando da 4,8 a 3,6 miliardi di euro. A fronte di questa dinamica della Raccolta, ovvero della spesa lorda dei giocatori online, la Spesa [netta] cresce nel 2011 del 7%, passando da 690 a 735 milioni di euro. La Raccolta, poi, moltiplica semplicemente questa cifra per circa 12 perché include tutti i rigiochi che vengono effettuati a seguito delle vincite. Poker in modalità cash e Casinò games, generando nel 2011 una Spesa di 177 milioni di euro (pari al 24% del totale), ne trainano la crescita. Rispetto al 2010, la Spesa per i giochi tradizionali ha invece fatto registrare un calo del 19%, riconducibile al ridimensionamento del Poker a torneo, in diminuzione del 32%, in parte cannibalizzato dal Poker in modalità cash. In calo del 2% anche le Scommesse sportive (che non hanno beneficiato nel 2011 di grandi eventi come successo nel 2010) e altri giochi tradizionali come ad esempio le Scommesse ippiche e i Concorsi a pronostico. L’incidenza della Raccolta dei giochi online sulla Raccolta complessiva dei giochi con vincita in denaro (online + offline), è stata pari a oltre il 12% nel 2011. Se guardiamo però alla Spesa, il canale online rappresenta solo il 4% della Spesa complessiva degli italiani per il Gioco. Questa penetrazione è l’esito di pesi molto diversi per area geografica: al Centro e al Sud il tasso di penetrazione è superiore al 20% mentre al Nord è pari al 13%. Il tasso di penetrazione della Spesa dei giocatori online sulla Spesa complessiva dei giocatori italiani è ancora marginale (4%), soprattutto se paragonato a quello della Raccolta, che è tre volte tanto. Nel 2011 gli introiti per lo Stato derivanti dai Giochi online sono sostanzialmente rimasti invariati rispetto al 2010 e valgono poco meno di 200 milioni di euro.

I giocatori online

In Italia sono 2,6 milioni gli utenti Internet che hanno partecipato almeno una volta online a giochi con vincita in denaro (di seguito giocatori online) ma meno dei due terzi (circa 800.000) quelli che mediamente hanno giocato in un mese nella seconda metà del 2011. Ciascuno di questi movimenta all’interno del mese sostanzialmente 1 conto, sfatando così in parte il mito dell’esistenza di un numero significativo di giocatori attivi contemporaneamente su più conti gioco
Il giocatore online italiano è mediamente uomo (86%), residente al Centro-Sud, con un’età compresa tra i 25 e i 44 anni. Quasi il 50% dei giocatori online è residente al Sud Italia (Isole comprese) e, se a questi aggiungiamo quelli residenti al Centro, arriviamo al 70%. Nonostante la rilevanza del Nord Italia in termini di popolazione assoluta (46%), i giocatori online residenti in quest’area geografica sono solo il 30% del totale. I giocatori online italiani nella fascia d’età tra i 25 ed i 44 anni rappresentano il 60% dei giocatori online totali (si tenga conto che la medesima fascia d’età pesa solo per il 34% della popolazione italiana maggiorenne).
Dal confronto tra giocatori online e utenti Internet emerge che il 16% degli utenti Internet italiani uomini e maggiorenni ha giocato almeno una volta online (la percentuale sale al 25% nel sud Italia). I due terzi dei giocatori online attivi in un dato mese spendono meno di 50 euro. Più nel dettaglio: il 39% spende molto poco, meno di 25 euro, il 14% spende tra i 25 e i 50 euro e il 13% chiude il mese facendo registrare una vincita.

L’utilizzo dei nuovi canali

Dei 69 operatori censiti a febbraio 2012, 57 sono presenti sui principali Social Network (Facebook, Twitter, Linkedin e Google+), in crescita del 128% rispetto a un anno fa, in cui erano solamente 25. 30 sono attivi sia su Facebook che su Twitter.

Sono inoltre diversi gli operatori del Gioco online che stanno sperimentando anche il canale Smartphone, un mercato ancora limitato ma con potenzialità significative. 18 tra i 69 operatori censiti hanno attivato almeno un’iniziativa per Smartphone (Mobile site o Application). 8 hanno approcciato il canale attraverso un Mobile site, 6 esclusivamente attraverso un’Applicazione e 4 implementando sia un Mobile site che almeno un’Applicazione. 19 le App complessivamente censite (in media quasi due per operatore), tutte scaricabili gratuitamente, di cui 17 prodotte nella versione iOS per iPhone, 7 per Android e 5 nella versione iOS per iPad. Un terzo delle Applicazioni consente la registrazione al servizio di gioco direttamente dalla piattaforma mobile e circa la metà sono Applicazioni Real Money (ovvero consentono di giocare con denaro). Dei 10 Mobile site censiti, 6 consentono la registrazione del giocatore e 9 permettono di giocare a soldi online. La quota di mercato dello Smartphone, misurata come percentuale della Spesa dei giocatori italiani generata su questo canale, è oggi ancora marginale e valutabile nell’intorno dell’1%.

Sebbene ancora embrionale, anche le Connected Tv mostrano di poter offrire in futuro opportunità interessanti per gli operatori del Gioco Online.

Italiani e la Privacy sul web: cosa conoscono e cosa temono!

La politica di gestione della Privacy adottata in questi giorni dal gigante di Mountain View rumoreggia in rete sollevando critiche di diversa natura, specialmente in ambito giuridico, poiché non si inquadra nel nuovo regolamento europeo. Ma cosa ne pensano gli italiani? Secondo una ricerca condotta da Diennea-MagNews su un campione rappresentativo di internauti, solo il 22% si dichiarava abbastanza preoccupato in ambito di gestione della Privacy. Tra i “preoccupati” la navigazione web pesava “abbastanza” solo per il 18% e “molto” per il 10% mentre metteva in ansia l’uso dei social network. Eppure, l’uso di questi ultimi tra i minori veniva accettato dagli adulti più dell’accesso a particolari siti e della compilazione di form online.

La ricerca evidenzia quindi alcune contraddizioni che delineano il profilo di un utente medio scarsamente a conoscenza degli strumenti di tutela dei propri dati online, sebbene sia capace di modificare i propri comportamenti a seconda degli ambienti digitali in cui si trova: il 54% degli utenti non ha mai sentito parlare di dashboard mentre il 52% pensa che i sistemi di gestione delle newsletter non siano in grado di conoscere il tasso di apertura delle email o dei link.

La preoccupazione per la gestione e la tutela dei dati personali è chiaramente diffusa. Nonostante siano ancora tante le questioni lasciate aperte dal punto di vista normativo dopo la decisione assunta da Google in merito alla privacy policy sui propri canali, sono già diverse le persone che hanno dichiarato pubblicamente di aver adottato misure preventive a tutela della propria privacy. Ma quanto, in realtà, questa preoccupazione è fondata su una reale conoscenza degli effetti di simili politiche? Dalle risposte fornite dagli intervistati emerge un bacino di utenza non del tutto consapevole delle dinamiche che regolano il trattamento dei dati personali.

Informativa sulla privacy

Innanzitutto gli utenti dichiarano in maggior misura di non leggere il testo della normativa (41,6% degli intervistati). La metà di loro però unisce alla non lettura altri comportamenti (soprattutto la lettura parziale). Ben il 20% del campione appartiene esclusivamente al gruppo di chi non legge la normativa. Solo il 13,1% salva sul pc una copia del testo della privacy a cui ha dato il consenso.

Da notare che la sovrapposizione dei comportamenti più scrupolosi, cioè di chi legge SEMPRE per intero il testo e ne conserva una copia sul pc, è passata da essere il 10,6% del campione nel 2009 al 4,4% nel 2011. Malgrado gli intervistati conoscano abbastanza bene i propri diritti in materia di privacy e sappiano anche come muoversi qualora questi siano violati, solamente il 17% di essi si sente tutelato dalla normativa attuale (e di questi solo l’1% completamente) contro un 41% di intervistati che si sente invece poco o per nulla tutelato.

Soglia di preoccupazione sui temi della privacy

Dal 2009 al 2011 la preoccupazione degli italiani sulla privacy non è mutata sensibilmente, seppure sia diminuita in linea generale di qualche punto percentuale (coloro che sono “molto” o “abbastanza” preoccupati sono passati dal 34 al 32%).

Tra il 32% di “preoccupati”, la navigazione sul web preoccupa “abbastanza” il 18% e “molto” il 10% (totale 28%) mentre preoccupa di più, conquistando i primi posti in classifica, la gestione della propria identità su Facebook: trovare foto/video postati da altri su Facebook preoccupa “abbastanza” il 23% e “molto” il 30% (53%, più di un utente su due), inserire dei contenuti sul social network preoccupa “molto” il 20% e “abbastanza” il 19% (39%).

Tale preoccupazione trova conferma nel rapporto quasi lineare che ha con la modifica dei comportamenti. In breve, gli utenti dichiarano che sapere che le proprie azioni vengono tracciate influenza in qualche modo l’utilizzo che fanno di quel mezzo. Facebook e la carta di credito preoccupano molto e di conseguenza l’utilizzo che l’utente fa di questi strumenti è in qualche modo tenuto sotto controllo e filtrato dall’utente stesso: il 44,1% degli utenti si dichiara “abbastanza” o “molto” influenzato da questo timore nelle attività di pubblicazione di foto e video su Facebook, così come il 41,2% dichiara di esserlo nella pubblicazione di contenuti sullo stesso network.

Similmente, solo il 24,4% dichiara di modificare i propri comportamenti nella navigazione web; il 20,8% lo fa mentre scrive email e il 20,5% lo fa durante le ricerche sul web.

Tutela dei minori

Questa preoccupazione non sembra trovare invece conferma nelle misure adottate per proteggere la riservatezza dei minori sul web:

  • il 70,5% è molto d’accordo sull’istruire i figli in tema di riservatezza
  • il 64,4% adotterebbe controlli/filtri su account di posta
  • il 63,2% limiterebbe l’accesso ai siti web
  • il 54,9% impedirebbe loro di compilare form

Sotto la soglia del 50%, infatti, la presenza di coloro che impedirebbero ai minori l’utilizzo di social network (46,4%) o l’uso uso della chat (47%) dove, paradossalmente, i dati personali potrebbero avere una presenza addirittura superiore a quella dei più consueti motori di ricerca, per via della loro natura e del loro utilizzo (pubblicazione di foto, interessi, luoghi, etc.).

Conoscenza delle problematiche

Questo aspetto indica quindi come gli utenti non siano totalmente consapevoli degli strumenti relativi alla gestione dei dati personali. Se, da una parte, il 58% dichiara per esempio di conoscere (anche bene) i cookie e la loro funzione – il 25% ne ha sentito parlare e sa vagamente cosa siano, il 12% ne ha sentito parlare ma non sa cosa siano, il 5% non ne ha mai sentito parlare – il 52% degli intervistati ritiene che i sistemi di gestione delle newsletter non siano in grado di sapere se il destinatario apre o meno la mail, così come che non siano in grado di sapere se clicca su un link (solo il 48% pensa che potrebbero saperlo). Ancora, il 54% non ha mai sentito parlare di Dashboard, il 17% ne ha sentito parlare ma non sa cosa sia, il 14% conosce per sentito dire, il 16% conosce bene cosa sia e sa cosa serve. Di questi ultimi l’81% non l’ha mai utilizzata.

Scoprire quindi, a seguito dell’indagine, i contenuti relativi alle proprie attività presenti in Google Dashboard, genera negli intervistati la sensazione di “essere osservati” nel 28,6% del campione, “curiosità” nel 26%, “indifferenza poiché non si ha alcunché da nascondere” nel 19,7% e “fastidio” nel 15,7%.

Genere, età, studi e conoscenza

Sulla base della consapevolezza che gli intervistati hanno dimostrato in merito alla funzione di cookie, indirizzi IP e Google Dashboard, sono stati definiti tre livelli di utenza: base, media ed evoluta.

Gli utenti più evoluti/esperti (21% del campione) sono più probabilmente uomini (28% del totale uomini contro il 15% del totale donne) di età compresa tra i 35 e i 44 anni (31%, contro il 23% di fascia 18-24, il 20% di fascia 25-34, il 18% di fascia 45-54 e il 12% di fascia over 54).

L’utente medio è rappresentato dal 42% del campione (45% uomini e 37% donne) mentre l‘utente base è costituito dal 37% degli intervistati (27% uomini e 47% donne).

Dopo i 45 anni la concentrazione di utenti evoluti diminuisce progressivamente ed aumenta quella di utenti medi (tra i 45-54 anni) e di utenti base (tra gli over 54).

L’utente più evoluto risulta per il 56% in possesso di un diploma superiore, per il 33% in possesso di una laurea e per l’11% in possesso di un titolo di diploma inferiore. Per il 30% residente al nord-ovest.

La ricerca ha anche evidenziato che:

  • al crescere dell’età l’atteggiamento verso il tema della privacy sul Web diventa sempre meno severo: si è meno spaventati, cresce la consapevolezza (o la disillusione) che si possa vivere nel rispetto della propria privacy anche nel mondo fisico, si è più disponibili a rinunciarvi in cambio di servizi specifici o dei semplici vantaggi della navigazione Web.
  • al crescere dell’esperienza e della conoscenza della rete aumenta la convinzione che i mezzi di informazione a volte enfatizzino il rischio privacy sul Web. Tuttavia anche gli utenti più esperti pensano che questo sì esista ma che si accetti nella consapevolezza che sul Web, come nel mondo fisico, non esistano posti «sicuri», affermazione che trova infatti la quota più estesa di accordo nel campione.

Una quota significativa (circa un terzo) dichiara che non cambierebbe il proprio comportamento sul Web pur essendo maggiormente informata sul tema della privacy. Si rinuncia però a malincuore alla propria privacy sul Web e sono in pochi a percepire i vantaggi nei servizi Web derivanti dalla rinuncia del proprio anonimato. Lo stile «allarmistico» con cui i mezzi d’informazione parlano del fenomeno trova consenso tra gli utenti: solo il 20% dei rispondenti lo trova esagerato.

Dati personali: pubblicità, siti, newsletter, form online

Tuttavia, alla domanda relativa alle pubblicità create su misura a seguito della raccolta di dati personali sul web da parte di operatori di marketing, il 39,4% ribadisce di provare un “senso di fastidio”, sebbene il 31,6% non faccia niente per tutelarsi in questa situazione. In generale, l’informazione ritenuta più personale e dunque riconducibile alla propria identità in un sito che si visita per la prima volta è risultata la città in cui ci si trova, con il 28,2%. Segue l’indirizzo di posta elettronica con il 14,4%, i siti visitati in precedenza con il 10,8%, il paese in cui si trova con il 10,8%, il fornitore di connettività con il 10,7%.

Dato che si riconferma anche nel caso di una newsletter a cui si è fornito il proprio indirizzo email. Anche in questo caso l’informazione più legata all’identità risulta essere la città in cui ci trova (21,3%) seguita dai cookie (16,4%), apertura messaggi email (14,6%) e apertura link (9,7%). Nella compilazione dei form, invece, sono tre i campi a provocare particolare fastidio: si tratta delle informazioni relative al reddito e al patrimonio (49,4%), ai conti correnti(36,8%) e alla sfera economica in generale. Tanto che è molto elevata la probabilità che l’utente, alle prime tre domande, decida di fermarsi e non procedere ulteriormente con la compilazione del form.

A seguito delle recenti polemiche occorre chiedersi se la privacy stia diventando una moneta di scambio, ovvero se gli utenti siano disposti a lasciare i propri dati personali nelle mani dei motori di ricerca e degli editori in cambio di un servizio completamente customizzato che mette al centro l’esperienza di fruizione delle persone che navigano. Dal punto di vista comportamentale non basteranno le nuove regole di privacy di Google a cambiare il modo in cui tutti utilizziamo i suoi servizi

SportXtreme presenta la goGoal Cam!

goGoal Cam è la nuova videocamera pensata per riprendere tutte le azioni direttamente sul campo da calcio: basta infatti fissarla sulla traversa, sulla rete o sui pali di sostegno della porta grazie ai tiranti in velcro ed alla speciale custodia Softcase goGoal che permette l’assorbimento degli eventuali urti provocati dalla palla che entra in rete, per realizzare ottimi video. goGoal Cam è pensata per realizzare riprese a 60/50fps e ottenere video in HD “slow-motion”, indispensabili per valutare al meglio l’azione di gioco attraverso una moviola , proprio come nelle trasmissione sportive in Tv.

goGoal Cam può riprendere anche video in qualità Full HD a 1080p, oppure scattare foto a 8 Megapixel e, con l’obiettivo grandangolare di 170 gradi, inquadrare tutta l’azione che si sviluppa sul campo da gioco.

La nuova proposta SportXtreme è quindi pensata per gli appassionati di calcio che desiderano rivedere le proprie performance e condividerle con gli amici. Dispone inoltre di un ampio display per la riproduzione del filmato e per la visualizzazione dell’anteprima, utile per il posizionamento della videocamera e la ricerca della migliore inquadratura. goGoal è fornita del software goGoal View indispensabile per rivedere tutti gli highlights delle azioni, selezionando la posizione dei giocatori e della palla.

In dotazione viene fornito anche un telecomando con la funzione “start e stop”, posizionabile tramite un cinturino direttamente sul polso, che consente l’attivazione e l’interruzione del video, assicurando il risparmio delle batterie e della memoria. I video realizzati possono ovviamente essere condivisi con gli amici attraverso i social network (Facebook e Youtube, ecc…).

Caratteristiche Tecniche:

• Risoluzione: Full-HD 1080p – 720p
• Risoluzione Fotografica: 8 Megapixel
• Fotogrammi: da 30 a 60 Fps
• Slow Motion: 60fps 720p
• Formato Video: MOV H.264 – 16:9
• Bilanciamento del Bianco: automatico
• Spettro visivo: 170° 720p – 127° 1080p
• Zoom: Digitale x4 720p modalità WVGA
• Schermo LCD: 1.5″ a colori TFT
• Microfono Esterno: (ingresso AV)
• Formato Audio:16bit 48kHz – AAC
• Memoria Interna: 32MB
• Speciale custodia con attacco alla rete

Prezzo al pubblico: €249,00. Disponibile nei migliori negozi di accessori.

Volvo mostra l’airbag per i pedoni

Volvo ha sempre puntato molto sulla sicurezza attiva delle proprie auto e tra le novità che verranno presto implementate su tutto il parco auto avremo presto gli airbag per i pedoni. Il sistema funziona in modo automatico e si attiva quando l’auto identifica un pedone di fronte. A quel punto vengono attivati sia il cuscino sulla parte anteriore dell’auto, sia i freni del veicolo. Questo airbag fa il suo debutto nella nuova V40 presentata al salone di Ginevra. Ecco come funziona il sistema:

[via]

HotAcquista iPhone 15 su Amazon!
News