Microsoft Bing, ecco la nuova versione in stile ChatGPT

Dopo l'annuncio di Bard di Google, Microsoft alza la posta e pubblica il nuovo Bing, potenziato da una AI in stile ChatGPT

Da oltre 13 anni, Microsoft sta tentando di far conoscere e utilizzare il suo motore di ricerca Bing al grande pubblico. Ma i risultati sono mediocri e il dominio di Google sembra inattaccabile. Bing quindi si rinnova oggi introducendo delle funzionalità in stile ChatGPT, in cui un’AI conversazionale, basata sul modello GPT-4 di OpenAI, arricchisce le risposte, permettendo all’utente di ottenere un’esperienza di utilizzo completamente diversa.

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Il nuovo Bing con AI

Dopo l’annuncio di Bard da parte di Google, per il momento disponibile ad una ristretta cerchia di tester, Microsoft si muove nella stessa direzione e pubblica una versione limitata delle nuove funzionalità, che possono essere sfruttate a pieno solo iscrivendosi alla lista d’attesa. Sulla stessa pagina è comunque già possibile testare le funzionalità dell’AI, scegliendo una delle query di esempio proposte: creare un menu per una cena, scrivere del codice in Python, comporre una poesia, pianificare un viaggio.

Esattamente come Bard di Google, e a differenza di ChatGPT, il nuovo Bing non è limitato dal data set aggiornato al 2021, ma consente di sfruttare la AI anche su temi di attualità. Questo rende Bing molto più potente e complesso di ChatGPT, come sottolinea la stessa azienda che ha investito pesantemente in OpenAI.

Search e Chat

Il nuovo Bing avrà due sezioni distinte: Search e Chat. Nella prima sarà possibile sfruttare Bing per effettuare delle ricerche, in modo tradizionale, ma i risultati saranno ampliati dall’AI. La Chat, invece, richiama ChatGPT ed è possibile dialogare con il bot ponendo delle domande più complesse e aiutandolo a raffinare le sue risposte nel corso della sessione.

Dunque la nuova tecnologia non sostituisce la ricerca tradizionale a cui siamo abituati, ma lavora in parallelo, almeno in questa prima fase. Infatti, nel nuovo Bing, compariranno sulla sinistra i link della ricerca tradizionale, e nella barra laterale a destra il risultato generato dall’AI.

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Yusuf Mehdi di Microsoft afferma che oggi – al contrario del passato,  in cui le ricerche erano prevalentemente di carattere informativo-fattuale -, circa metà delle query fanno riferimento a domande complesse (per esempio, “pianificare un tour di 5 giorni in Messico”), su cui i motori di ricerca hanno una certa difficoltà. L’AI può aiutare a trovare delle risposte adeguate a domande di questo tipo. Inoltre, Microsoft ha integrato l’AI nell’algoritmo core di ranking di Bing, il che significa che dovrebbe essere in grado di migliorare notevolmente anche quando risponde a domande semplici.

Il nuovo Bing cita le fonti e le linka mediante una sezione  “Learn more”, alla fine delle risposte generate dall’AI, e sarà anche possibile lasciare un feedback per valutare la qualità della risposta.

I limiti e i pericoli dell’AI

Come fanno notare molti esperti, tra cui lo stesso CEO di OpenAI, Sam Altman, in questo momento la AI è fallace e può produrre non solo risultati irrilevanti, ma anche vera e propria disinformazione. Questo significa che affidarsi unicamente all’intelligenza artificiale è un errore, perché ciò che stiamo utilizzando è solo un’anteprima di ciò che ci riserverà il futuro, e, come ogni tecnologia, ha molti limiti.

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Questa corsa all’oro nell’AI conversazionale sta spingendo molte aziende nella direzione di una gara di velocità, ma è importante che la consapevolezza e la responsabilità vadano di pari passo, dal momento che le conseguenze possono essere eticamente non irrilevanti. Dopo la grande cautela di Google, anche Microsoft, insieme a OpenAI, ha spiegato che il principio base nello sviluppo di questi modelli AI è “responsible by design”, cioè la creazione di complessi sistemi di controllo che impediscano all’AI di produrre contenuti “dannosi”.

 

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