Apple Developer Academy, iPhoneItalia al Future Fair per raccontarvi il futuro delle app

A conclusione dei corsi del nuovo anno accademico, è stato organizzato l’annuale Future Fair dalla Developer Academy di Napoli per dare risalto ai tanti sviluppatori che hanno studiato in quella che ormai è diventata una vera e propria fucina di talenti provenienti da tutto il mondo. Abbiamo avuto modo di parlare con docenti e studenti, in un ambiente nel quale si respira aria di futuro.

Le app del futuro

La Apple Developer Academy si appresta a concludere il suo secondo anno. Ben 376 studenti provenienti da tutto il mondo hanno seguito i corsi di esperti Apple e docenti specializzati in sviluppo, ASO, design, marketing, user interface e business. Tutto quello che serve per creare un’app, dal concept al lancio vero e proprio su App Store.

La  didattica adottata dai docenti è quella del Challenge Based Learning (CBL), che prevede uno studio collaborativo e multidisciplinare che incoraggia gli studenti a sfruttare la tecnologia per risolvere problemi del mondo reale, portando a termine vere e proprie challenge.

Il Future Fair è l’occasione per le aziende di incontrare questi studenti e scoprire i loro progetti. Alcune app come MolecolAR sono già sullo store, con gli sviluppatori che si apprestano ad apportare tante novità legate all’IA, grazie proprio agli insegnamenti dell’Academy. Il team è composto anche da un ragazzo algerino, arrivato a Napoli proprio per studiare nella scuola di talenti targata Apple.

Curiosa anche la storia di Carl, uno sviluppatore che ha fatto il viaggio inverso rispetto al solito: dalla Silicon Valley all’Italia, per entrare nell’unica Academy Apple in Europa.

Le storie da raccontare sarebbero tante, soprattutto quelle delle decine di app in cantiere che vedremo su App Store nei prossimi mesi. Non possiamo svelarvi molto, ma vi assicuriamo che i titoli che abbiamo visto e testato in anteprima partono da idee davvero interessanti (che sposano diverse categorie, dai bambini alle coppie che stanno per sposarsi, toccando la produttività, i giochi e tantissime utility).

Molte app sfruttano tutte le ultime novità presentate da Apple alla recente WWDC. Ad esempio, diversi titoli integrano ARKit e funzioni legate alla realtà aumentata, ma non mancano implementazioni di machine learning e IA. Tante anche le app che pensano all’accessibilità, apprezzate anche da Apple durante l’ultima WWDC. Una di queste è Viso, un’app pensata per le persone paralizzate dal collo in giù, che permette di controllare il mouse del Mac semplicemente muovendo la testa, la bocca e le sopracciglia. L’app sfrutta la fotocamera TrueDepth dell’iPhone X per la massima precisione.

Un’altra app che vedremo presto sullo store è Origami. Gli sviluppatori hanno creato un sistema che permette di trasformare qualsiasi lampadina o accessorio smart per la casa in un dispositivo integrabile nell’app Casa di iOS e controllabile tramite Siri.

L’app consente anche di monitorare in tempo reale i consumi di questi accessori. In pratica, non sarà più necessario acquistare costosi dispositivi compatibili con HomeKit per sfruttare Siri e l’app Casa.

Di queste app e di tante altre ne parleremo nei prossimi giorni con articoli dedicati, non appena saranno disponibili sullo store.

Il Future Fari è servito anche alle aziende italiane e internazionali per parlare con i giovani sviluppatori usciti dall’Academy. Primi colloqui in vista di possibili assunzioni.

L’intervista

Luigi, sviluppatore docente della Apple Developer Academy, ci racconta alcuni aspetto della scuola:

1. Si conclude il secondo anno di corsi alla Apple Developer Academy di Napoli. Un bilancio di questa esperienza?

Una esperienza sicuramente positiva, abbiamo fatto un enorme passo in avanti quest’anno raddoppiando il numero dei nostri studenti che è passato dai 200 del 2017 ai 376 del 2018. I risultati di quello che stiamo costruendo sono tangibili in termini dell’impatto che l’Academy ha sul territorio e sull’occupazione dei nostri ragazzi.

Le aziende restano così colpite dalla preparazione e dalla qualità dei nostri studenti che si trovano a competere tra loro per offrirgli una posizione lavorativa. Basti pensare che ciascuno dei nostri alumni, stando ad una nostra indagine interna, riceve in media 4 proposte di lavoro al termine dell’Academy, proposte che molti di loro decidono poi di rifiutare per continuare gli studi universitari.

2. Oltre alle lezioni sul coding, ci sono anche materie non legate strettamente allo sviluppo?

L’Academy non è solo codice, anzi! Il nostro curriculum consta di design, di business, di success skills (come capacità di parlare in pubblico, di lavorare in team, di raccontare storie ) ed ovviamente di programmazione.

Ma quello che più spiazza i nostri studenti quando iniziano il loro percorso in Academy è l’esperienza di apprendimento che avviene in modo diametralmente opposto alle lezioni frontali cui siamo abituati. Noi non ci definiamo docenti, ma mentor ed il nostro ruolo nella formazione dei ragazzi è accompagnarli verso un apprendimento autonomo ed appassionato e per ottenerlo adottiamo il framework pedagogico CBL (Challenge Based Learning).

3. Quanti studenti stranieri si sono presentati alle selezioni rispetto agli italiani?

I numeri delle nuove selezioni mostrano un incremento sensibile degli stranieri, circa il 50% dei partecipanti. Questi numeri che si incrementano anno dopo anno sono indice della qualità del lavoro che svolgiamo percepita a livello internazionale.

Alla WWDC quest’anno, parlando con sviluppatori di app conosciuti casualmente e provenienti da tutto il mondo, ho avuto la sensazione che ognuno di loro fosse a conoscenza dell’Academy di Napoli. Quest’anno, dei 350 studenti di tutto il mondo che hanno vinto la borsa di studio Apple per partecipare alla WWDC in California, un settimo proveniva dalla Apple Academy di Napoli!

4. Gli store sono pieni zeppi di app, c’è ancora spazio per i giovani coder?

Nessuno può dire quale sarà il prossimo Instagram o Spotify, società che hanno fatto la loro fortuna principalmente grazie alle App. E’ evidente che gli sviluppatori si stiano dirigendo sempre più verso lo sviluppo di App che colgano i bisogni di una nicchia piuttosto che provare a competere con colossi dei Social Network. Cerchiamo di trasmettere tutti i giorni questi concetti ai nostri studenti stimolandoli a fare ricerche di settore, a studiare i loro utenti, a fare in modo che le loro App parlino il medesimo linguaggio di chi le adotterà. C’è sempre spazio per un’idea brillante o per una App sviluppata magistralmente che ridefinisce lo stato dell’arte.

5. Ci sono storie di studenti che hanno già creato le loro app e/o startup partendo dall’esperienza dell’Academy?

Sì, ce ne sono diversi sia di quest’anno che dell’anno scorso, basti pensare a Hear me Well e Cromnia, App in grado di cambiare radicalmente lo stile di vita di ipoudenti e ciechi, oppure l’App Viso che, con l’ausilio della true depth camera, diventa una tecnologia abilitante all’utilizzo del Mac per persone paralizzate dal collo in giù. Ma sono oltre 30 le App sfornate fino ad ora dai nostri studenti e alumni!

6. Quali sono in vantaggi di sviluppare in ambienti di sviluppo Apple? Oltre alla facilità di Swift, non può essere anche un limite?

Stando alle statistiche di stackoverflow del 2017, Swift è tra i primi 3 linguaggi più amati dagli sviluppatori di tutto il mondo per la sua eleganza e semplicità. Sviluppare un’App utilizzando tecnologie Apple ha diversi vantaggi, tra cui la documentazione esaustiva, la community internazionale largamente diffusa ed il supporto Apple. Tra i nostri studenti c’è persino utilizza Xcode e Swift per sviluppare Server Side. Chiunque voglia dare vita ad un prodotto di qualità, che possa magari vincere un Design Award, deve necessariamente sviluppare App native per non scendere a compromessi con i diversi sistemi operativi ed Xcode è l’ambiente più diffuso per le App iOS.

7. Sono attese novità per il prossimo anno accademico, soprattutto per quanto riguarda ARKit?

Non abbiamo ancora completato il programma didattico del prossimo anno, ma sicuramente la nascita di ARKit 2 avrà una forte impatto sulla nostra didattica, del resto la stessa Apple ha riservato una categoria a parte per le App in realtà aumentata su App Store. Machine Learning ed Augmented Reality sono il presente e il futuro prossimo delle App, in molti stanno investendo in questi ambiti in tutto il mondo e l’Academy sicuramente non è da meno.

8. Secondo lei, ci sono già stati o ci saranno benefici a lungo termine per la città di Napoli, scelta un po’ a sorpresa da Apple per l’Academy?

La città di Napoli ha già avuto benefici tangibili dalla presenza dell’Academy, a cominciare dalla zona in cui sorge, San Giovanni a Teduccio, che si è popolata di attività commerciali alimentate quasi esclusivamente dai nostri studenti.

Napoli si sta affermando sempre di più come un polo di innovazione a livello internazionale ed il merito è anche dell’Academy. Vedere gli studenti internazionali arrivare in Academy con le biciclette elettriche, fare lezioni di Yoga autogestite, organizzare gite fuori porta alla scoperta del nostro territorio e poi tornare nei loro Paesi a raccontare quanto l’Academy e Napoli hanno donato loro nel corso di 10 mesi è una sensazione bellissima.

Quello che possiamo dirvi dopo aver passato un’intera giornata con i docenti e gli studenti della Apple Academy è che questa “scuola” non forma soltanto sviluppatori, ma persone capaci di portare avanti un progetto imprenditoriale e di comunicarlo al pubblico nel modo più adatto.

E l’Italia è finalmente al centro di un polo innovativo che fa invidia a tutto il mondo.

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