Steve Jobs è ancora una figura fondamentale per Apple? [RIFLESSIONI]

Steve Jobs è senza dubbio una delle più importanti personalità che in questi anni, grazie all’inossidabile figura di leader carismatico e di esperto comunicatore, ha saputo trascinare la sua azienda, Apple, a livelli di prestigio elevatissimi che, stando a quanto emerso da alcune recenti analisi, è destinata a diventare nel 2011 la più grande società tra tutte quelle presenti sul suolo americano. Quale sia stata la formula alla base del successo di Apple non è dato a sapersi. Tuttavia è chiaro che la figura di Jobs all’interno di Apple rivesta un ruolo di massima importanza, un vero e proprio deus ex machina in grado di segnare importanti cambiamenti in Apple e all’interno del vasto e complesso mondo tecnologico, basti pensare alle più recenti innovazioni apportate nel settore quali l’introduzione del Mouse, dello “Spinning Wheel” dell’iPod e alla più recente tecnologia Multi-Touch introdotta con il primo iPhone. La figura di Steve Jobs è oggi ancora così importante per Apple?

Probabilmente si, probabilmente no. Dare una risposta univoca, specialmente se non si conoscono le consolidate meccaniche interne di Apple, è piuttosto difficile e potrebbe, a primo impatto, risultare anche piuttosto azzardato e superficiale. Pertanto, evitando di incorrere nei classici discorsi spesso frutto dell’attaccamento personale che si nutre nei confronti dell’azienda o dell’uomo, cercheremo di analizzare in maniera concreta e attuale la figura rivestita da Steve Jobs all’interno di Apple.

Se ci basiamo sull’aspetto prettamente formale, Jobs è “semplicemente” il CEO di Apple, ovvero la massima carica rivestita all’interno dell’azienda. Tutte le più importanti decisioni e scelte commerciali devono infatti essere supervisionate dal patron dell’azienda di Cupertino che, come in qualsiasi altra azienda, anche di proporzioni più ridotte, pone sotto la sua sfera di controllo praticamente ogni azione che faccia riferimento, anche se in maniera non diretta, ad Apple. Una sorta di controllo assoluto. Controllo assoluto per la precisione, controllo assoluto per la qualità dei propri prodotti, controllo assoluto per il grado di soddisfazione del cliente. Tutte caratteristiche alla base di una vera e propria ideologia, più famosa con il nome di “filosofia Apple”, che si respira in ogni Apple Store, in ogni Premium Reseller e in ogni elemento o semplice particolare che faccia riferimento all’azienda di Cupertino.

L’immagine di Steve Jobs è praticamente onnipresente e conosciuta e “venerata” da tutti coloro che lavorano, o semplicemente ammirano, Apple. Come spesso accade, però, ed è proprio qui che verte il nostro discorso, le divinizzazioni di personalità, seppur importanti, tendono spesso ad allontanarci dalla concreta importanza che ogni persona, a prescindere dal nome, riveste nel suo microcosmo quotidiano. La figura di deus ex machina di Steve Jobs, come precedentemente definita, non rischia di farci perdere di vista quali siano state le opere e il concreto contributo che un semplice uomo ha potuto dare ad Apple? Parlando con molta schiettezza, è chiaro che il termine “fanboy”, partendo dall’origine stessa del motto, risulta essere una piena abnegazione della razionalità su cui si basa l’acquisto o la semplice preferenza di un prodotto rispetto ad un altro. Questo strumento, molto importante, è stato sapientamente utilizzato da Apple che, proprio usufruendo dei caratteri precedentementi citati, e nello specifico grazie al controllo circa il grado di soddisfazione dell’utente, è riuscita in questi anni a fidelizzare un grandissimo numero di utenti che, di qui in avanti, non sostituiranno Apple con nessun altro produttore, continuando a collezionare qualsiasi prodotto riporti incisa una mela morsicata. A prescindere dall’utilità dello stesso, a prescindere dal prezzo, a prescindere da tutto.

Questa, anche se in un certo senso malefica, è una delle forme con le quali Steve Jobs, grazie alla sua spiccata capacità comunicativa, è riuscito a trasmettere al suo staff di collaboratori, quindi ad Apple, quindi ai clienti Apple. Ovviamente è ipotizzabile, e anche molto probabile, che la formula del successo di Apple non sia stata elaborata e trascritta da Jobs in maniera esclusiva. Il CEO Apple è stato sempre affiancato da personalità molto valide ed importanti, che ancora oggi svolgono un ruolo attivo e particolarmente importante all’interno dell’azienda. Timothy D. Cook, Philip W. Schiller, Jonathan Ive, Scott Forstall, Bob Mansfield, Daniel Cooperman sono solo alcuni dei nomi degli importanti dirigenti Apple che affiancano Steve nell’amministrazione ordinaria dell’azienda.

Ritornando ad analizzare concretamente la situazione, e ponendoci in maniera critica nei confronti di come la figura di Jobs si sia via via evoluta nel tempo, è lecito chiedersi se, in realtà, dopo anni di fortunati successi, Apple possa ormai fare a meno del suo tanto caro ed insostituibile amministratore. In passato è già accaduto che, per spiacevoli motivi, l’azienda si trovasse costretta ad affrontare un periodo di vita in assenza della sua figura più importante. In questo lasso di tempo è stato documentato un drastico calo delle azioni dell’azienda di Cupertino che, nel 2008, a seguito della notizia che il CEO fosse stato colpito da malore (notizia poi smentita dallo stesso Steve Jobs) fu tale da segnare la perdita dell’11% del titolo Apple che scese per la prima volta, dopo un lungo periodo di tempo, sotto i 100 dollari).

Secondo quanto riportato da alcuni analisti, ben più famosi ed affermati di noi, “Apple non ha più bisogno di Steve Jobs perché oramai ha avviato tre attività solide e bene affermate: Mac, iPod e iPhone, con un solido management, e con la capacità di mantenere l’altissimo livello qualitativo di design e usabilità al quale gli utenti sono abituati.” Sarà davvero così? Tecnicamente si. È indubbio infatti che Apple abbia ormai creato, forte anche del fenomeno “fanboy” al quale facevamo precedentemente riferimento, un mercato piuttosto consolidato in grado di offrire all’utente, in ogni circostanza, una sensazione di sicurezza e stabilità. È anche ipotizzabile che, se venisse meno la figura di Steve Jobs, Apple potrebbe si proseguire nella direzione vincente indicata da quello che ancora una volta nomineremo come deus ex machina ma, tuttavia, potrebbe presto trovarsi costretta ad affrontare la dura realtà, ovvero affrontare le diverse e numerose richieste degli utenti e del mercato internazionale per sviluppare prodotti con nuovi target, nuove funzionalità e nuove meccaniche di utilizzo. Ideare, innovare.

Caratteristiche che, fino ad ora, sono state mirabilmente supportate dal lungimirante Steve Jobs che, ad esempio, chiese quasi un anno fa alla sua commissione di esperti ed ingegneri di lavorare ad un nuovo prodotto, ora conosciuto con il nome di iPad, in soli due mesi, tempo da lui stimato come necessario per la realizzazione di un prodotto che non rientrava nei piani di Apple ma che, vista l’insistenza degli utenti che reclamavano un tablet dell’azienda, è stato prodotto in tempi record diventando l’innovazione tecnologica del 2010, bissando quasi il successo interplanetare dell’iPhone.

Questa sicurezza, questa capacità di saper tramutare piccole innovazioni in grandi successi, questo senso di profonda partecipazione allo svolgersi quotidiano di ogni singolo aspetto del “mondo Apple”, potranno essere incarnate da una persona che non porti il nome di Steven Paul Jobs? È difficile rispondere. Probabilmente, anzi sicuramente, Apple sopravviverà a questo secondo periodo di assenza di Steve, tuttavia, come accaduto in passato potrebbero esserci particolari ritorsioni, specialmente finanziarie, e non solo. Ciò che infatti spaventa in maniera maggiore è proprio, come accade sempre quando si parla di grandi leader, la mancanza di un valido sostituto che possa sostituire completamente la figura, non formale ma carismatica, di Steve Jobs.

In ogni caso, augurandoci che Apple possa comunque e sempre trarre beneficio dallo sviluppo e dalla vendita di nuovi prodotti, porgiamo i nostri più sinceri auguri di buona guarigione a Steve Jobs.

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