Robo Socket, un geniale Tetris di robot – la recensione di iPhoneItalia

A volte la giornata anche più tetra presenta qualche gradevole sorpresa… per esempio, qualche giorno fa ero triste e depressa, e mi sono imbattuta in Robo Sockets. Non avevo nessunissima aspettativa, anzi mi pareva il solito Tetris in salsa steam-punk, con qualcosa che lo avvicinava ad un match3 (argh, vade retro!): invece per una volta mi sono potuta ricredere e sono rimasta favorevolmente impressionata.

L’ambientazione di Robo Sockets è qualcosa di un po’ vago: si tratta di riedificare il mondo dei robot, ridotto ad un cumulo di macerie. Per farlo occorre ricostruire gli edifici principali, e serve ovviamente dell’energia: questa si ottiene collegando tra di loro dei robot, grazie alle apposite prese (le robo sockets, appunto). Ottenuta la quantità di energia necessaria si conclude il livello, e l’edificio è completo.

La meccanica del gioco è qualcosa che mischia elementi di Tetris con classici giochi match3, ma lo fa con dei particolari nuovi e decisamente interessanti. I robot cadono dall’alto dello schermo, e possono essere trascinati dove si vuole con un dito. Ma occorre prestare attenzione a come sono costruiti: ci sono robot di diversi tipi, ciascuno dei quali ha delle prese posizionate sui quattro lati. Le prese sono da una a quattro prese, e possono essere collocate in maniera diversa a seconda del robot. Per creare un circuito e generare energia occorre che queste prese si tocchino: quanto si completa correttamente il collegamento tra i robot, questi spariscono, liberando spazio sullo schermo e creando preziosa energia. Se invece abbiamo un robot con una presa solo in basso, e lo mettiamo sopra ad un robot con una presa a destra… non creeremo alcun collegamento, e genereremo soltanto spazzatura.

E di spazzatura ne piove già abbastanza dall’alto! Oltre ai robot che usiamo per costruire i collegamenti, ci sono per esempio dei pezzi di ferraglia che non si possono collegare a nulla e che vanno a bloccare slot liberi. E per fortuna ci sono anche un sacco di power-ups: bombe che fanno saltare intere righe di robot, trivelle che eliminano intere colonne, macchine che trasformano pezzi singoli… insomma, qualche aiuto per tener pulito il vostro schermo di gioco, per fortuna, arriva!

Il gameplay inoltre è ravvivato da un graduale aumento del livello di difficoltà, che riesce a mantenere viva l’attenzione del giocatore, senza mai annoiarlo. Poco per volta si fa la conoscenza con power-up nuovi, mentre il livello di energia richiesto per il completamento del livello aumenta e vi troverete presto ad essere incalzati anche dalla comparsa di file di robot dal basso. Andando avanti nel gioco aumenta anche il numero di robot che è necessario collegare, con un notevole incremento della difficoltà. Robo Socket però non diventa mai frustrante, e anche quando lo si completa (e ci vorrà più di qualche ora), la voglio di tornare a giocarci non manca mai. Oltre alla modalità storia (a cui si accede sul “tasto” Play) è disponibile quella classica arcade (tasto Challange). Qui è possibile giocare all’infinito con tre diversi livelli di difficoltà, oppure in modalità time-attack, dove si deve sopravvivere per un certo lasso di tempo.

Il meccanismo alla base è quello classico di Tetris, è vero, ma le innovazioni di Robo Sockets non sono certo banali perchè riesce ad impastare ad un gameplay classico elementi completamente differenti, presi in prestito da giochi in stile Pipe Mania (giusto per continuare a fare paragoni). Per cancellare i robot ci vuole parecchia attenzione: non basta riempire gli spazi, occorre farlo con una certa dose di strategia, in modo da garantire la maggior combinazione possibile di collegamenti e non correre il rischio di trovarsi bloccati. L’elemento fortuito c’è, inutile negarlo: ma come nel caso di Tetris, è quello che aggiunge pepe al gioco perchè permette al giocatore di tirar fuori tutta la propria abilità. Solo un giocatore realmente abile riesce infatti ad avere la meglio su concomitanze di blocchi iellate e d’altro canto il gioco è fatto con notevole cura, quindi non vi troverete mai a concludere un livello “per caso”.

Anche la parte visiva di Robo Socket è decisamente ben realizzata: la grafica ha un feeling molto originale e assolutamente unico. Il colore dominante è quello del metallo arrugginito e questo la dice lunga sull’art-direction di questo gioco: non aspettatevi la fantascienza, questo è un mondo steam-punk, pieno di bulloni allentati e robot che mentre si gioca sbuffano e cigolano, animati da vita propria. Il gioco ha un suo stile unico e cura ogni dettaglio, dai menù “a tendina” fatti da cavi e lucine, che entrano in scena con splendide animazioni, fino agli sfondi di gioco, che mostrano i luoghi del pianeta dei robot con toni sfumati e pastello. E poi ci sono delle chicche, come i robot che perdono pezzi mentre si gioca, o che tirano fuori bottoni e cavetti una volta posizionati.

In conclusione, di Robo Sockets si può parlare solo bene: è un gioco bello da vedere e divertente da giocare, che riesce a rendere completamente nuovo uno dei generi più triti della storia dei videogiochi, quello dei puzzle a caduta verticale. Robo Sockets è davvero un gioco da provare: forse l’unica nota di demerito per un titolo simile è propria la mancanza di una versione lite…

Ma per 0,79 €, Robo Sockets va davvero preso a scatola chiusa.

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