iOS, Android e Blackberry: la differenza è tutta qui

Apple nel 2007 ha rivoluzionato il settore della telefonia, introducendo un nuovo modo di comunicare e interagire, una UI rivoluzionaria basata sul touch ed integrando in un unico dispositivo tutto quanto può servire in mobilità. Nessuno può negare questo fatto.

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Google, con Android, ha capito che il mercato stava esplodendo e non poteva restare fuori dai giochi, ed ha avuto il coraggio di cambiare strada resettando lo sviluppo del suo OS mobile per adeguarsi alla novità che stava irrompendo nel panorama ICT.

Chris De Salvo, che ha lavorato a fianco di Andy Rubin nello sviluppo del primo Android, afferma che l’annuncio di iPhone ha costretto il team di sviluppo a rendersi conto che dovevano ricominciare tutto da capo, nonostante il tempo e le risorse già impiegate: la direzione era sbagliata e di sicuro non si poteva continuare in quel modo. I primi dispositivi Android erano una reinterpretazione dei BlackBerry , la forza di Google è stata di aver trovato il coraggio di fare un reset completo, quasi tabula rasa, per integrare la nuova visione basata su touch e gesture e nonostante il primo rilascio del 2008 (HTC G1) avesse ancora una tastiera fisica, il primo e principale modo per interagire con il device era il touch. Il tempo ha premiato questo coraggio ed oggi Google sfida Apple (quasi) ad armi pari.

Blackberry, che deteneva il monopolio de-facto del settore smartphone e partiva da una posizione dominante da tutti i punti di vista, non ha colto la portata rivoluzionaria introdotta dal primo iPhone e non ha avuto il coraggio di rimettersi in gioco, scommettendo evidentemente sul fallimento del modello touch. E ora è completamente fuori dai giochi che contano e sta cercando un modo di rimettersi in piedi.

Fonte: The Verge

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