Dungeon Raid: geniale ed imperdibile – la recensione di iPhoneItalia

Dungeon Raid è un fenomeno inspiegabile. Sembra un gioco bruttino e banale, con una scialba grafica di cricostanza e un gameplay ripetitivo. Eppure sotto queste apparenze ingenue si nasconde un gioco che da mesi non riesco a smettere di giocare. Sospeso tra arcade, match3 e rpg più puro, Dungeon Raid è qualcosa di unico, in grado di intrattenere il pubblico più casual e quello più hardcore alla stessa maniera.

All’inizio del gioco si deve scegliere innanzitutto un nome per il proprio personaggio. Si può anche optare di farlo creare al gioco, con risultati abbastanza spassosi e un database immenso. Si può poi impostare il livello di difficoltà e, in un secondo tempo, dopo averle sbloccate, si potrà anche scegliere la classe di appartenenza del proprio personaggio. Ma non finisce qui: Dungeon Raid ci tiene a creare un’ambientazione, al punto tale da non lesinare sulla storia… anzi, le storie.

La storia cambia ogni volta, e viene narrata in una schermata. Le premesse di una partita sono “Vi svegliate un giorno per trovare la città piena di cloni di voi stesso”. Quella della partita successiva invece saranno: “Siete stati allevati da un’orda di monache, prima, e da una confraternita di streghe, dopo, e questo vi ha portati a sviluppare una morale bipolare”. E nella partita dopo sarete un apprendista guerriero in fuga dal proprio maestro per diventare un allevatore di maiali.

In queste breve introduzioni vengono presi in giro (in inglese) tutti i più triti luoghi comuni del fantasy, dei giochi di ruolo e della fantascienza: si va dall’assurdo al comico, al surreale, passando per prese in giro più o meno evidenti di classici quali il Signore degli Anelli… e tutto per dimostrare che tutto sommato la storia non è poi così importante in questo gioco: anzi, non lo è per niente!

Il gioco in se ha una meccanica, una grafica, e un gameplay semplicissimi. Sullo schermo compare un reticolo quadrato composto da una griglia di 6 x 6 elementi di 4 diversi tipi: spade, scudi, monete e pozioni. Questi elementi rappresentano la sintesi estrema di ogni gioco di ruolo: le spade servono per attaccare i nemici, gli scudi per potenziare la propria armatura, le pozioni per curarsi e le monete per ottenere ricchezze e migliorare il proprio equipaggiamento. Per collezionare questi tesori è sufficiente collegarli tra di loro, tracciando una linea sullo schermo tra gli elementi adiacenti. Il numero minimo è tre, e non c’è limite al massimo: per ogni elemento successivo al terzo si riceve un bonus, che va a migliorare il nostro risultato.

Se il gioco fosse tutto qui, certo sarebbe mostruosamente noioso… ma Dungeon Raid è in realtà un gioco di combattimenti, ed ecco che compare nella nostra griglia un quinto elemento: gli odiati nemici, sotto forma di teschi assetati di sangue. Per ucciderli bisogna collegarli alle spade, e più è potente il teschio, maggiore sarà il numero di spade necessarie a farlo fuori. Occasionalmente, è ovvio, compare anche un nemico speciale, o boss, più cattivo e dotato di abilità particolari. Come in ogni vero gioco di ruolo, noi abbiamo delle statistiche che vanno a influenzare i nostri colpi, delle armi, dei potenziamenti ed un livello che continua ad aumentare man mano che accumuliamo esperienza tramite i combattimenti.

Avanzare di livello rende disponibili nuove abilità speciali, disposte nella parte alta dello schermo, mentre in basso è possibile vedere la nostra salute, l’oro, l’esperienza e la difesa che abbiamo accumulato. Accumulare abbastanza oro, o abbastanza scudi permette di scegliere una nuova arma o un nuovo potenziamento, e via di seguito, proprio come in un vero gioco di ruolo. Ma non solo: proseguendo nel gioco si rendono disponibili una serie di classi e di razze selezionabili all’inizio, che introduco dinamiche di gioco completamente nuove.

Giocando come arciere, ad esempio, compariranno nel tabellone delle frecce, che permetteranno di eseguire attacchi “a distanza”, saltando una casella. Se invece sarete un mago avrete sul tabellone delle ampolle blu che vi riforniranno di mana, permettendovi di usare più spesso le abilità speciali. Le classi sono dieci e non mi vergogno di dire che in mesi di gioco sono arrivata a sbloccarne solo tre: idem dicasi per le razze, tra cui scegliere, dotate di abilità secondarie proprie e tutte diverse. L’unico “neo” è che per sbloccare le nuove classi si deve incontrare un certo tipo di boss: conseguentemente è tutto assolutamente casuale e giocare con il solo scopo di sbloccare nuovi contenuti rischia di diventare parecchio frustrante.

La genialità di Dungeon Raid è nel riuscire a mischiare un gameplay semplicissimo e assolutamente ipnotico con elementi di role play capaci di dare al gioco una profondità nuova e assolutamente originale. Una partita può durare pochi minuti, a seconda del grado di difficoltà, ma la voglia di ricominciare a giocare non manca mai e la longevità è praticamente infinita, grazie anche a continui aggiornamenti che continuano a limare il gameplay e ad aggiungere nuovi elementi di gioco.

Dungeon Raid è un gioco capace di tenere un giocatore incollato al telefono per ore ed un esempio quasi unico di come si possa fare un prodotto incredibile puntando solo ed esclusivamente su un’idea vincente. La grafica e il sonoro sono quasi inesistenti, e la meccanica sarebbe estremamente ripetitiva se non intervenissero a movimentarla delle dinamiche di crescita del personaggio prese vistosamente in prestito dai gdr.

Dungeon Raid non può che essere consigliato a chiunque, ma se non mi credete e non volete spendere subito i 2,39 € richiesti per la versione completa, potete buttarvi al volo sulla lite. Non ve ne pentirete.

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