Come lavora iCloud

A poche ore dal rilascio ufficiale del nuovo sistema iOS5, vediamo in che modo lavora una delle nuove funzioni più attese, quella del cloud computing. In particolare tutto si svolge all’interno di una cartella dedicata, alla quale solo certe applicazioni possono accedere per depositare i contenuti da sincronizzare in push su tutti i dispositivi collegati alla nuvola.

Tutto si svolge nella seguente cartella di sistema iOS:

/ private / var / mobile / Library / Mobile Documents /

La cartella Library è quella che contiene al suo interno le informazioni da copiare durante la fase di backup del dispositivo. Si trovano, infatti, le cartelle SMS, Notes, CallHistory, AddresBook, Mail, Calendar e quant’altro utile alla funzione di backup.

Tra le varie cartelle c’è anche Mobile Documents, che contiene esattamente tutto quello che partecipa alla funzione iCloud. Le applicazioni hanno il permesso, spesso parziale, di poter scrivere e leggere in questa posizione. Così come nel portachiavi di OS X, le applicazioni possono, nello stesso modo, condividere il contenuto che viene aggiunto in questa cartella.

Applicazioni  che non hanno accesso a questa cartella non potranno partecipare alla funzione di clouding al di fuori dell’applicazione stessa, e nemmeno condividere informazioni con altre app.

La cartella Mobile Documents è controllata direttamente da iOS. Quando i file vengono modificati, il dispositivo carica automaticamente le modifiche verso la rispettiva nuvola, la quale a sua volta estenderà le modifiche agli altri dispositivi collegati. In questa manovra è il solo sistema operativo a poter operare, e non le applicazioni.

Alle applicazioni viene lasciata la possibilità di “sentire” e “sapere” quando avvengono le modifiche, e gli sviluppatori decideranno poi come questi cambiamenti influenzeranno le relative applicazioni. Ma sarà sempre la scelta della modifica più recente a prevalere per ogni applicativo.

In pratica le API a disposizione per le funzioni di clouding sembrano essere poche, limitate quindi alle funzioni di storage e sincronizzazione di quanto contenuto nella cartella Mobile Documents. Il difficile sarà soltanto coprire quei buchi temporali e di connessione, che in qualche modo potrebbero non rendere immediata la sincronizzazione di eventuali banche dati.

Non ci rimane che attendere poche ore per testare noi stessi anche questa nuova funzione tra le nuvole.

 

Fonte: [via]

 

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