Un totale di 379 aziende, tra le quali importanti nomi come Apple, Microsoft, Google e Facebook, stanno cercando di convincere la Corte Suprema degli Stati Uniti ad esprimersi a favore dell’eguaglianza del matrimonio, a prescindere dall’inclinazione sessuale.
I team di queste aziende hanno inviato una lettera alla Corte Suprema, che prossimamente dovrà pronunciarsi sull’uguaglianza nel matrimonio.
Negli USA, ogni Stato ha una propria legge sui matrimoni tra persone dello stesso sesso, c’è chi li approva e c’è chi non li consente. La Corte Suprema dovrà decidere se legalizzare questi matrimoni a livello nazionale, obbligando tutti gli Stati a liberalizzare i matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Apple, Facebook, Microsoft e Google hanno un ruolo chiave nel guidare le altre aziende in questa lotta fatta di appelli e lettere inviate alla Corte Suprema.
Tali aziende ne fanno anche una lotta “amministrativa”:
Le nostre aziende hanno dipendenti in diversi Stati degli USA. Alcuni di questi stati consentono ai nostri dipendenti e collaboratori di sposarsi anche se sono dello stesso sesso; altri, invece, proibiscono questo tipo di matrimonio e si rifiutano di concedere gli stessi diritti alle persone, solo per le loro inclinazioni sessuali. Questo doppio regime crea incertezza giuridica e impone costi superflui e complessità amministrativa per i datori di lavoro. Ad esempio, bisogna conoscere il trattamento differenziale che ogni dipendente ha nei vari stati, in base alla legge locale.
Inoltre, in quegli stati dove il matrimonio tra persone dello stesso sesso è vietato, i datori di lavoro rischiano di perdere dipendenti di valore, che magari si trasferiscono in posti dove la legge consente tutto ciò. I nostri successi dipendono dalla felicità e dal benessere morale di tutti i dipendenti, senza distinzione. L’onere imposto da leggi statali incoerenti e discriminatorie deva far riflettere.