Apple, Google e Amazon si impegnano con il governo italiano per la tutela degli acquisti in-app

Facendo seguito ad un’esplicita richiesta dell’Autorità Garante della Concorrenza che, nel mese di maggio, pose l’attenzione sulle app definite “gratuite” ma contenenti in realtà acquisti al loro interno, le tre aziende incriminate Apple, Google e Amazon hanno inviato i loro impegni formali nella giornata di ieri.

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I tre colossi, insieme anche alla software house Gameloft, si sono impegnati con il Garante italiano a seguito di un procedimento avviato nel 2014. Tale procedimento venne avviato per accertare possibili pratiche commerciali scorrette, visto che molte app destinate anche ai minori venivano definite “gratuite” sullo store, ma in realtà davano la possibilità di effettuare acquisti in-app tramite carta di credito. Secondo Altroconsumo, questa pratica nasceva dalla diffusione di informazioni ingannevoli sugli effettivi costi da sostenere per utilizzare in modo completo quelle app che, sugli store, venivano definite semplicemente come “gratuite”.

Apple ha comunicato di aver già sostituito la parola “Gratis” con il termine “Ottieni” e di aver evidenziato le app freemium con l’indicazione “acquisti in-app” all’interno della loro scheda su App Store. Soluzioni simili sono state utilizzate anche da Google e Amazon. Le tre aziende hanno anche proposto di offre ai consumatori la possibilità di avere un controllo più efficace e consapevole sugli strumenti di pagamento associati al dispositivo. Apple ha poi ricordato che su iOS ci sono già strumenti che consentono di bloccare gli acquisti in-app da tutte le applicazioni.

L’Autorità Garante della Concorrenza ha accolto con favore queste proposte, alcune delle quali sono già state attivate sui vari store e saranno applicate in tutte le nazioni dell’Unione Europea: “I consumatori possono ora contare su maggiori garanzie rispetto a quelle che sarebbero state raggiunte sanzionando le società coinvolte“.

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