7 notizie per 7 giorni: nuovo appuntamento con la rubrica hi-tech di iPhoneItalia – Appuntamento 15/06

Chi possiede un iPhone è, nella maggior parte dei casi, anche un appassionato di tecnologia, come lo siamo noi di iPhoneItalia. Proprio per questo abbiamo deciso di creare una nuova rubrica, denominata “7 notizie per 7 giorni”, nella quale verranno riassunte le 7 notizie di tecnologia più interessanti e curiose della settimana, ma non riguardanti propriamente il mondo iPhone. Un modo per discutere insieme di tecnologia e non far mancare nulla ai nostri lettori! Eccoci arrivati ad un nuovo appuntamento.

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Se internet chiudesse, cosa mancherebbe di più agli italiani?

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Gli italiani utilizzano internet soprattutto per trovare informazioni su motori di ricerca e testate giornalistiche, ma amano anche andare alla scoperta di nuovi contenuti o addirittura crearli. E mentre gli over 64 lo utilizzano soprattutto come fonte di informazioni, le funzioni più complesse come l’acquisto o la vendita dei prodotti sono appannaggio dei più giovani (fascia 18-44), mentre gli over 50 apprezzano particolarmente la possibilità di farsi conoscere sui social media, segno di un rapporto particolare tra gli italiani e la privacy: se il 56% teme di essere spiato o non sa che utilizzo può essere fatto dei suoi dati, un cittadino su tre non si pone il problema.

Questi sono alcuni dei dati della ricerca Internet in Italy sviluppata da ixè per State of the Net e presentati oggi nel corso del panel Perceptions of the net.

L’utilizzo del web per la ricerca delle informazioni diventa anche la funzione di cui si sentirebbe maggiormente la mancanza se la rete non fosse accessibile per tre giorni.

Le e-mail mancherebbero al 24,3% e si piazzano così al secondo posto tra i servizi di cui si sente immediata nostalgia, mentre gli utenti risultano più affezionati alla lettura di notizie (mancherebbe al 12,7%) rispetto alla comunicazione via Whatsapp o Skype e anche rispetto a Facebook, fermi al 4° e al 5° posto con, rispettivamente il 10,8% e il 7,1% delle preferenze.

Con percentuali inferiori mancano i servizi come homeb banking e prenotazioni (4,3%), musica e video in streaming (3,1%), blog, chat e forum (2,9%), mentre Twitter e Instagram mancherebbero solo al 2% e l’eCommerce allo 0,2%.

Tuttavia, ben 1 italiano su 3 afferma di non avvertire alcuna mancanza se la rete venisse meno in questo lasso di tempo. È una fascia di popolazione costituita soprattutto da casalinghe, pensionati ma anche impiegati, e si concentra soprattutto nella fascia d’età 45-54 anni.

I più giovani (18-29 anni), ma anche gli over 64, sono tra gli internauti più affezionati alla ricerca delle informazioni, mentre l’interesse e-mail cresce con il passare dell’età e registra un picco soprattutto dai 55 anni in su, così come la lettura delle notizie.

L’utilizzo dei sistemi di messaggistica come Whatsapp è preferito dai giovanissimi, mentre Facebook trova un picco non solo nella fascia 18-29 ma anche in quella 55-64, confermando così il dato che segnala, in questa fascia di età, uno spiccato utilizzo della rete per presentarsi e raccontare di sé.

D’altro canto il rapporto tra gli italiani e la privacy si rivela complesso ed articolato.

Se il 36% teme che qualcuno possa accedere ai suoi dati personali presenti nello smartphone o nel PC, e il 20% ha il terrore di essere spiato, un ulteriore 33% risulta assolutamente indifferente e ritiene che non ci sia nulla di interessante tra i propri dati.

Il timore che i propri dati vengano utilizzati cresce soprattutto tra chi è un utente abituale di internet: il 41% è spaventato da questa possibilità, mentre il 30% non si preoccupa. La situazione viene ribaltata tra gli utenti che non utilizzano internet con frequenza: la percentuale di chi teme un furto di dati si abbassa al 27% mentre gli indifferenti salgono al 36%.

E proprio in concomitanza con la crescita dell’utilizzo di internet negli ultimi 10 anni, si è verificata una riduzione della disponibilità a fornire i dati su preferenze e abitudini quanto si guarda un programma TV su internet o si utilizzano i social media.

Nel 2004 la raccolta dei dati veniva accettata dal 45% degli utenti solo se veniva effettuata da un istituto superpartes (ad esempio AGcom), mentre il 35% riteneva che non dovesse essere permessa la raccolta di questi dati. Dopo 10 si è verificato quasi un raddoppio di questa fascia di utenti, che si attesta oggi al 59%, mentre la fiducia nelle istituzioni si riduce nettamente: si ferma al 19%.

I recenti casi Wikileaks e Datagate hanno influenzato questa diffidenza: se il 59% della popolazione è contraria al fatto che vengano resi pubbliche informazioni dagli archivi segreti dello stato, una percentuale ancora maggiore, il 73% è contraria al fatto che i governi possano raccogliere queste informazioni da smartphone e dai PC.

La smart life, la vita potenziata dalla rete, risulta così essere una realtà per tutte le fasce della popolazione italiana declinandosi in diverse forme in base alle età, ma avendo come fattore fondante la ricerca, la condivisione e la pubblicazione di informazioni.” affermano Beniamino Pagliaro, Sergio Maistrello e Paolo Valdemarin, fondatori di State of the Net. “Attestando il valore di queste informazioni, la smart life pone automaticamente al centro della scena del digitale la gestione della loro tutela, la gestione della privacy e dei limiti alla raccolta e all’utilizzo di queste informazioni. Questo è il crocevia da cui dovrà passare lo sviluppo della rete e State of the Net, grazie agli interventi di prestigiose autorità del settore, intende offrire una compagnia con cui affrontare questo percorso.”

LG presenta la nuova serie G Pad

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LG ha annunciato la disponibilità dei nuovi tablet della serie G Pad: G Pad 7.0 sarà il primo ad arrivare in Italia, a fine giugno, seguito da G Pad 8.0 e G Pad 10.1, disponibili da fine luglio.

I nuovi tablet firmati LG sono la combinazione tra prestazioni, personalità e prezzo; tutti e tre dotati di processore Quad-core da 1.2 GHz, 1GB di RAM e display True HD IPS (1280 x 800), sono caratterizzati da un design di tendenza e da 5 colori – Black, White, Red, Luminous Orange e Luminous Blue.

L’ampliamento della gamma di G Pad rientra nella strategia di LG mirata ad offrire ai consumatori italiani un’ampia scelta di device in termini di dimensioni, design e prezzo, affinché tutti possano trovare il prodotto mobile ideale per il proprio stile di vita” spiega Omar Laruccia, Marketing and Mobile Communication Business Unit Director di LG.

LG G Pad 7.0, il più piccolo dei tre, un concentrato di portabilità che si rivelerà un alleato per l’entertainment in movimento, mentre LG G Pad 8.0 è la soluzione per chi è alla ricerca di un’esperienza multimediale immersiva senza rinunciare al multitasking. E poi LG G Pad 10.1, con l’ottima autonomia grazie alla batteria da 8,000mAh e all’ampio display.

Ma il vero elemento che accomuna i nuovi G Pad è l’esperienza utente: tutti e tre sono dotati di un’interfaccia grafica di facile navigazione, nonché di funzionalità come QPair 2.0, per connettere il tablet ad altri device Android, e l’ormai celebre Knock CodeTM, per sbloccare il dispositivo in tutta sicurezza con una combinazione personalizzata di tocchi sul display. Senza dimenticare le innovazioni introdotte dal nuovo smartphone LG G3, presenti anche sui nuovi tablet: Smart Keyboard, per ridurre gli errori di battitura fino al 75%, e Dual Window, per utilizzare anche due applicazioni in contemporanea.

LG G Pad 7.0 sarà disponibile da fine giugno nei colori Black e White al prezzo di € 179,90; LG G Pad 8.0 ed LG G Pad 10.1 saranno disponibili da fine luglio.

La Privacy in rete e le contraddizioni dell’utente moderno

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EMC Corporation  ha pubblicato i risultati dello studio EMC Privacy Index, una ricerca condotta a livello mondiale sull’atteggiamento dei consumatori nei confronti della privacy online. Il report evidenzia come il tradizionale dibattito inerente il grado di visibilità che Governi e aziende dovrebbero avere sulle attività private, sulle comunicazioni e sui comportamenti dei cittadini riguarda ormai anche il mondo online.

In particolare lo studio, condotto su 15.000 consumatori in 15 Paesi, analizza come i consumatori considerano i propri diritti alla privacy online, e misura la disponibilità a rinunciare ai vantaggi di un ambiente interconnesso pur di salvaguardare la propria riservatezza. Il report inoltre rivela come il punto di vista dei cittadini rispetto alla privacy vari notevolmente a seconda del Paese di appartenenza e del tipo di attività che viene svolta online.

In Italia

Nel nostro Paese, solo il 29% del campione intervistato (in linea con il risultato a livello globale, 27%) dichiara di essere disposto a sacrificare i propri livelli di privacy per poter usufruire di tutti i vantaggi della rete e delle tecnologie online.

Tuttavia:

  •  Solo il 41% degli intervistati cambia regolarmente le proprie password.
  • Quasi 1 utente su 3 dichiara di non avere una password per i propri dispositivi mobile, telefoni o tablet.
  • Più di 1 utente su 3 non regola, quando si iscrive a un Social Network, in modo mirato le proprie impostazioni legate alla privacy.

Inoltre, sebbene l’89% degli italiani (l’84% a livello globale) dichiari di non apprezzare la diffusione online delle proprie informazioni personali o delle abitudini personali, a meno che questo non derivi da una propria decisione di condividere determinate informazioni, il 64% utilizza regolarmente i Social Media e ben l’86% del campione acquista prodotti in rete.

In Italia, l’88% degli utenti crede che debbano esserci delle leggi ad hoc che proibiscano la compravendita dei dati personali, senza il consenso del diretto interessato.

Inoltre, solo il 40% del campione – in linea con i dati globali – crede che le Istituzioni stiano lavorando per la protezione della privacy dei propri cittadini e, in questo contesto, l’86% degli italiani è convinto che sarà sempre più difficile mantenere la propria privacy nel prossimi 5 anni.

Principali risultati a livello globale

Il paradosso del “voglio tutto

Indipendentemente dalla tipologia di utente online e dal tipo di vantaggio che potrebbero ottenere dalla tecnologia digitale, le persone sono molto poco disposte a “intaccare” la propria privacy:

  • Il 91% degli intervistati apprezza “l’accesso più facile alle informazioni e alla conoscenza” reso possibile dalla tecnologia digitale; eppure solo il 27% è disposto a sacrificare qualcosa della propria privacy in cambio dei vantaggi offerti da Internet.
  • L’85% degli intervistati apprezza “l’uso della tecnologia digitale per la protezione dalle attività terroristiche e/o criminali”; tuttavia solo il 54% è disposto a rinunciare a parte della propria privacy in cambio di questa protezione.
  • Una parte del campione di intervistati di età superiore ai 55 anni è meno disposto a sacrificare la privacy in cambio di comodità, e desidera maggior controllo sui propri dati personali. Questo indipendentemente dal Paese di appartenenza.

Il paradosso del “non fare nulla

Oltre metà degli intervistati ha affermato di aver subìto una violazione dei propri dati (account di posta violato; dispositivo mobile rubato o smarrito; account di social media violati ecc.). Tuttavia, molti non prendono misure per proteggersi:

  • Il 62% non modifica le proprie password con regolarità
  • 4 intervistati su 10 non modificano la configurazione della privacy sui social network
  • Il 39% non protegge i propri dispositivi mobili con password

Per il campione intervistato, i principali rischi che riguardano il futuro della privacy sono da imputare alle aziende che usano, vendono o scambiano dati finanziari a scopo di lucro (51%) e all’assenza di attenzione da parte dei Governi (31%). Bassa l’autocritica: solo l’11% del campione imputa le possibili violazioni alla “assenza di attenzione da parte di persone normali come me”.

Gli over 55 risultano molto meno propensi a proteggere i propri dispositivi mobile con una password o a modificare le configurazioni della privacy sui social network.

Il paradosso del “social sharing

L’uso dei social media continua ad aumentare nonostante:

  • Gli intervistati prevedono che la loro privacy sui social media sarà difficilmente mantenuta nei prossimi cinque anni.
  • La bassa fiducia dei consumatori nelle capacità e nel senso etico delle istituzioni per la protezione della privacy dei dati personali sui social media.
  • Solo il 51% afferma di avere fiducia nelle competenze dei provider per la protezione dei dati personali, e solo il 39% ha fiducia nel senso etico di queste aziende.
  • La maggioranza dei consumatori (ben l’84%) non apprezza che qualcuno possieda informazioni su di sé e sulle proprie abitudini, a meno che questo non derivi da una propria decisione di condividere determinate informazioni.
  • Un campione di persone – oltre i 65 anni di età – presta maggiore attenzione alla propria privacy; sono infatti meno disposti a lasciare che altri ne conoscano le abitudini online.

Una prospettiva globale che preoccupa

La fiducia delle persone nei propri livelli di privacy sta diminuendo col tempo:

  •  Il 59% degli intervistati a livello globale afferma di possedere meno privacy oggi rispetto a un anno fa.
  •  Brasile e Stati Uniti hanno riportato la più alta percentuale di intervistati che ritengono di avere oggi meno privacy. Rispettivamente il 71% e il 70%.
  • La Francia è l’unico Paese con una maggioranza (56%) che non ritiene di avere meno privacy rispetto a un anno fa.
  • Una significativa maggioranza di intervistati (81%) prevede che la privacy continuerà a diminuire nei prossimi cinque anni.

IAB Italia, FPM e FAPAV insieme per contrastare la pubblicità sui siti web pirata

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Si è conclusa la quarta edizione di IAB Events, l’annuale incontro con le Istituzioni, promosso da IAB Italia, che ha ospitato un confronto sul tema della tutela della legalità in Rete come elemento fondamentale per lo sviluppo del business e per la crescita dell’economia digitale in Italia.

L’evento, che riunisce a Roma i principali attori a livello governativo e parlamentare, i protagonisti della Industry e delle Authority del nostro Paese, è stato occasione per presentare il Memorandum of Understanding sul contrasto alla pirateria su internet, iniziativa nata dalla collaborazione tra IAB Italia (Interactive Advertising Bureau), FPM (Federazione contro la Pirateria Musicale e Multimediale) e FAPAV (Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali) per affiancare concretamente le Istituzioni nella lotta alla pirateria online, contrastando l’inserzione pubblicitaria sulle piattaforme web illegali.

L’accordo vede, per la prima volta, industria pubblicitaria e le Associazioni di riferimento per la tutela dei contenuti collaborare per ostacolare lo sviluppo dei siti web che favoriscono lo scambio non autorizzato o la diffusione abusiva di contenuti protetti dal Diritto d’Autore. Il MoU pone le basi per un meccanismo di autoregolamentazione che andrà ad agire per bloccare l’inserzione pubblicitaria sui siti illegali, tagliando una delle loro principali fonti di finanziamento e consentendo così di tutelare l’industria dei contenuti, ma anche il mercato dell’advertising online, offrendo nuove e concrete garanzie agli investitori. Sulla falsariga di best practice internazionali, i titolari stessi dei diritti, unici a poter sollevare e dimostrare le violazioni subite da parte di siti pirata, ne daranno segnalazione ad un organismo paritetico di prossima costituzione, facendo scattare così il meccanismo di comunicazione a concessionarie e investitori pubblicitari.

In un mercato digitale che cresce, la pirateria rappresenta un enorme ostacolo: solo una Rete etica e sicura può consentire alla Digital Economy di continuare a svilupparsi, rendendo il nostro Paese sempre più attraente per gli investitori e portare con sé nuove opportunità da un punto di vista economico ed occupazionale.” – Ha esordito così Carlo Noseda, Presidente di IAB Italia, nell’aprire i lavori. “Ostacolare l’inserzione pubblicitaria sui siti pirata – ha proseguito Noseda – vuol dire eliminare una delle principali fonti di reddito di questo mercato parallelo, che minaccia lo sviluppo di un mercato sano e legale, driver di competitività per il Sistema- Paese. L’obiettivo di questa collaborazione è approdare a nuovi modelli di governance delle pratiche commerciali per limitare l’illegalità sul web, tutelare i produttori di contenuti, gli operatori del mercato pubblicitario, gli investitori e anche gli utenti.”

A confermare l’impatto economico negativo della pubblicità sui siti illegali, è stata la presentazione di Enzo Mazza, Presidente di FPM, secondo cui i siti torrent e linking attirano una parte significativa dei profitti pubblicitari: il fatturato aggregato di un panel di 596 siti è stimato in 226.7 milioni di dollari con un profitto medio dell’83%. Di questi siti, i 45 più grandi, cioè il 7.6% del totale, rappresentano il 62.5% dei ricavi. Il sito più grande realizza circa 3 milioni di dollari, ma sono decine i siti che superano i 100mila dollari. (Fonte: Ricerca Digital Citizens Alliance – www.digitalcitizensactionalliance.org).

“Il Memorandum, realizzato grazie all’impegno di IAB, intende favorire in sede di autoregolamentazione, una strategia coordinata contro la possibilità, per i siti illegali, di ottenere investimenti pubblicitari” – ha dichiarato Enzo Mazza – “Si tratta di un mercato nero della pubblicità che fa fruttare importanti profitti a queste organizzazioni criminali. Questo accordo è quindi un passo importante che coniuga l’azione di enforcement portata avanti dalla GdF, e da Agcom in sede amministrativa, con un’azione di follow the money utile a mettere in difficoltà le piattaforme illecite. Oggi bisogna lavorare e sostenere i modelli di business legali sull’offerta di musica online, che già rappresentano un terzo del mercato musicale, e l’intesa sottoscritta va appunto in questa direzione”.

Oggi è una giornata importante per la tutela dei contenuti creativi.” – ha dichiarato Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV. “FAPAV è felice di essere parte attiva di questo accordo che ha il principale obiettivo di andare a colpire una delle principali fonti di guadagno dei siti pirata, ossia la pubblicità. L’intesa con IAB rappresenta un’opportunità concreta per contrastare efficacemente il problema della pirateria audiovisiva e va ad aggiungersi a quanto recentemente implementato nel nostro paese in tema di tutela dei contenuti grazie all’avvio del Regolamento AgCom. Solamente con un approccio completo al problema (enforcement, educazione alla legalità e cooperazione tra gli operatori) sarà possibile ottenere dei risultati concreti e creare i presupposti per lo sviluppo di un’offerta legale ricca e competitiva”.

La Tavola Rotonda dedicata al confronto sui contenuti dell’accordo, ha visto avvicendarsi insieme a Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV, Enzo Mazza, Presidente FPM e Raffaele Cirullo, Consigliere IAB Italia, relatori di spicco quali gli On. Paolo GentiloniStefano Quintarelli e Antonio Palmieri, Fabio Del Giudice, Direttore Confindustria Cultura Italia, l’Avv. Guido Scorza, Presidente dell’Istituto per le Politiche dell’Innovazione e, a dare il punto di vista delle aziende, Enrico Bellini, Policy Analyst di Google e Paolo Portioli, Direttore Marketing di Seat PG e Consigliere IAB Italia.

A seguire l’intervento di Antonio Amendola, Consigliere del Sottosegretario di Stato Antonello Giacomelli – Ministero dello Sviluppo Economico – il quale ha sottolineato come lo sviluppo del settore digitale e la completa implementazione dell’Agenda Digitale rappresentino una priorità per il Governo. “L’autoregolamentazione tra gli stakeholders è un esercizio di responsabilità che indica la maturità del mercato.” – ha dichiarato Amendola – “E va perseguita e supportata a tutti i livelli. Combattere per certi valori e certi principi è più facile che esserne all’altezza. Condividere le regole consente di esserlo”.

In chiusura Francesco Posteraro, Commissario Agcom e relatore al Regolamento per la tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica, ha dichiarato: “Il Memorandum of Understanding sottoscritto da IAB Italia, FAPAV e FPM dimostra come l’autoregolamentazione possa concretamente contribuire alla governance di internet, e in particolare a far progredire sulla rete l’area della legalità. Il Memorandum può infatti rappresentare un punto di svolta nella lotta alla pirateria digitale, in quanto dare modo agli operatori pubblicitari di non allocare le loro inserzioni sui siti pirata equivale a privare questi ultimi della principale risorsa che alimenta il loro business criminale”.

Brasil2014: l’attacco delle app cloni

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Con i mondiali di calcio al via fra poche ore in Brasile, si intensificano gli attacchi informatici. Nei giorni scorsi attacchi cyber criminali avevano bloccato il sito della Polizia Militare di San Paolo e il sito ufficiale della manifestazione. Nelle ultime ore i laboratori Trend Micro, leader globale nella sicurezza per il cloud, hanno rilevato 375 malware diretti ai dispositivi mobili.

Questi malware sono stati rilevati in app store di terze parti e sono varianti riconducibili a specifiche famiglie di malware.

App clonate

Rispondono alla famiglia di malware ANDROIDOS_OPFAKE.CTD e si presentano come cloni di app popolari, molto difficili da individuare. Il malware spinge l’utente a iscriversi a servizi premium, sottrae informazioni sensibili come la lista dei contatti o i messaggi in memoria e installa link maligni sulla schermata dei dispositivi.

Filtri messaggi

Rispondono alla famiglia di malware ANDROIDOS_SMSSTEALER.HBT. Il malware esegue comandi sui dispositivi da remoto, come ad esempio bloccare SMS in entrata o uscita, inviare SMS a insaputa dell’utente e installare nuovi malware.

Servizi Premium

Rispondono alla famiglia di malware  ANDROIDOS_OPFAKE.HTG. Gli utenti si ritrovano iscritti a servizi premium mai richiesti, con conseguenti spese esorbitanti.

Giochi, App di scommesse, truffa

Rispondono alla famiglia di malware  ANDROIDOS_MASNU.HNT. Il malware filtra i messaggi di conferma pagamento che utenti effettuano, in questo modo le vittime non si rendono conto dell’ammontare reale dei soldi che stanno spendendo. In questi casi è alto anche il rischio di vedere sottratte credenziali e dettagli finanziari sensibili .

Pinterest lancia la funzione Ricerca Guidata sul web

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Pinterest lancia la funzione Ricerca Guidata anche sul web. Come già accade per la versione mobile, a partire da questa settimana quando un utente effettua una ricerca da desktop su Pinterest, alcune guide descrittive aiutano a riordinare i contenuti che provengono dagli altri Pinner.

Oltre all’implementazione sul web della Ricerca Guidata, Pinterest ha reso frontale e centrale la barra di ricerca per avere risultati più rapidi e per filtrare più facilmente le ricerche per Pin, board o Pinner.

Nel corso delle prossime settimane la funzione Ricerca Guidata sul web sarà disponibile in inglese per tutti gli utenti e, presto, verrà implementata in tutto il mondo.

Le novità Vodafone per un’ #EstateSmart


Un’estate di internet in mobilità alla portata di tutti, in Italia e all’estero: arrivano Vodafone Smart, il nuovo smartphone Android a marchio Vodafone, e le offerte di roaming dedicate a chi desidera navigare, parlare e inviare messaggi ad un costo certo e conveniente, anche fuori dall’Europa.

Vodafone Smart è il nuovo smartphone a brand Vodafone che offre la possibilità di utilizzare appieno le potenzialità della banda larga mobile ad un prezzo contenuto. Dotato di schermo touchscreen da 4 pollici, fotocamera da 3.2 megapixel e processore dual-core da 1.3 Ghz, Vodafone Smart può essere personalizzato con 9 diverse cover colorate, una delle quali dedicata ai Mondiali di Calcio in Brasile e raffigurante la bandiera italiana.

L’ultimo arrivato della famiglia “Vodafone Branded”, con sistema operativo Android 4.2.2 Jelly Bean, supporta applicazioni multimediali, messaggistica, servizi di navigazione, geolocalizzazione e molto altro. E ancora una volta viene offerto al prezzo più competitivo del mercato: fino al 30 giugno, Vodafone Smart è disponibile in promozione a 69 euro per tutti coloro che aderiscono al programma Vodafone YOU.

Per chi quest’estate desidera utilizzare in libertà il proprio smartphone all’estero, Vodafone rinnova le offerte roaming per l’Europa e per il resto del mondo: fino al 30 settembre, oltre ai 46 paesi Europei già inclusi, i Clienti con Smart Passport avranno a disposizione anche in USA e Canada 50 minuti di chiamate, 50 SMS e internet illimitato (500MB alla massima velocità) a 3 euro al giorno. I Clienti con abbonamento Vodafone Relax, allo stesso prezzo, potranno usufruire anche di chiamate e SMS illimitati.

Inoltre, Smart Passport viene estesa ad altri 24 paesi al di fuori dell’Europa, tra cui Brasile, Argentina, Australia, Cina, India, Russia, Giappone, Messico, Tailandia e Sud Africa. In questi paesi, l’offerta prevede 30 minuti di chiamate, 30 SMS e 30MB di traffico internet al costo giornaliero di 6 euro.

Per quanti desiderano sfruttare le performance della rete mobile di ultima generazione 4G, Vodafone ha attivato il primo servizio di roaming estero. I Clienti dotati di SIM e device abilitati e di un’offerta 4G, possono navigare fino alla velocità di 100 Mbps in download e 50 in upload sulla rete Vodafone in Spagna, Portogallo, Grecia, Romania, Regno Unito, Germania e Olanda.

Le offerte Smart Passport, attivate da oltre 8 milioni di italiani nell’ultimo anno, non prevedono contributi di attivazione e il costo giornaliero viene addebitato solo in caso di effettivo utilizzo dello smartphone all’estero. Per maggiori dettagli è possibile visitare l’apposita sezione del sito Vodafone.it:

 

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